L’anno scorso c’è stato un calo dei volumi di vendita dei prodotti made in Italy nella grande distribuzione, a fronte di un lieve aumento a valore. A segnalarlo è la diciassettesima edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy. Tra i marchi di italianità resistono solo le Dop, che registrano risultati positivi sia sul fronte dei volumi sia del fatturato.
Si compra italiano, ma un po’ meno
Il paniere “italiano” resta il più diffuso negli scaffali della grande distribuzione, ma la spesa dei consumatori segna un rallentamento. L’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, giunto alla sua diciassettesima edizione, rileva che nel 2024 le vendite dei prodotti made in Italy hanno registrato un incremento a valore pari a +1,2%, mentre i volumi sono diminuiti dello 0,7%.
Il giro d’affari complessivo ha superato 11,6 miliardi di euro con 27.978 referenze, ma l’aumento della pressione promozionale e l’inflazione contenuta rispetto alla media del largo consumo non hanno impedito la flessione dei volumi.
Tra i principali indicatori di italianità, i prodotti con la bandiera nazionale ha chiuso il 2024 con una lieve crescita a valore (+2,5%) e una sostanziale stabilità a volume (+0,2%). Diverso l’andamento dei prodotti accompagnati dal claim “100% italiano”, che hanno mantenuto invariato il giro d’affari (+0,2%) ma registrato un calo dei volumi (-1,5%).
Più marcata la contrazione dei prodotti contrassegnati dal claim “prodotto in Italia”, in discesa sia a valore (-1,8%) sia a volume (-3,6%). L’unico segnale positivo arriva dalle denominazioni di origine protetta. Le 1.467 referenze Dop hanno registrato un aumento del 2,7% nei volumi e del 5,8% a valore, raggiungendo 803 milioni di euro di fatturato, grazie alla spinta dell’offerta e a un incremento medio dei prezzi del 3,1%.
Il peso dei prodotti regionali conferma l’importanza del legame con il territorio. Nel 2024 le referenze che riportano il claim “regionale” hanno registrato un aumento del 12,3% a valore e del 9% a volume, per un giro d’affari di 55 milioni di euro. Il Trentino-Alto Adige mantiene il primato con 396 milioni di euro, seguito da Sicilia e Piemonte. La Sardegna cresce del 6,8% a volume, mentre la Puglia segna un +13% a valore grazie soprattutto ai vini Igp/Igt e Doc/Docg.
Per la prima volta l’Osservatorio ha rilevato anche i riferimenti cittadini in etichetta: Bologna, Genova, Napoli e Roma. I 1.563 prodotti che riportano un richiamo a una città hanno generato quasi 579 milioni di euro di vendite, trainati da pasta fresca ripiena, primi piatti pronti, preparati per primi e formaggi grana.
Secondo l’analisi, l’italianità in etichetta resta un elemento centrale nella scelta dei consumatori, ma i dati del 2024 confermano un quadro complesso, in cui solo le eccellenze certificate Dop riescono a sostenere crescita e competitività.