René Redzepi e il Noma annunciano una residenza gastronomica temporanea a Los Angeles per il 2026. Un progetto itinerante, coerente con la filosofia del locale danese, che negli anni ha attraversato città come Londra, Tulum, Sydney e Kyoto.
C’è stato un tempo in cui l’annuncio di un nuovo pop-up del Noma bastava a far sobbalzare gourmet e critici. Oggi, a distanza di vent’anni e con cinque titoli di Miglior ristorante del mondo alle spalle, René Redzepi e il suo team sembrano aver collezionato più miglia aeree di un giocatore NBA. Eppure il modello continua a funzionare: prenotazioni sold-out con largo anticipo, una lista d’attesa sterminata e uno storytelling capace di affascinare il pubblico quanto — se non più — della cucina stessa.
A metà tra culto gastronomico e marchio di lifestyle, il Noma è ormai più una casa di produzione che un ristorante vero e proprio. Di recente aveva annunciato la chiusura definitiva per “insostenibilità del modello” e il passaggio a laboratorio di ricerca con il brand Noma Projects. Risultato? Bottigliette di garum, salsa di fiori fermentati e cappellini logo-friendly venduti online a prezzi da gioielleria.
Cosa dobbiamo aspettarci dal Noma di Los Angeles
L’annuncio ufficiale è arrivato attraverso un breve video pubblicato sui canali social del locale, in cui si alternano immagini della scritta di Hollywood, agrumi e funghi freschi, accompagnate dalla scritta «Noma LA 2026». Parallelamente, una versione estesa del teaser è stata caricata sul sito ufficiale di Noma, dove è possibile registrarsi per ricevere aggiornamenti sulle prenotazioni.

Dopo la chiusura come ristorante “tradizionale” nel 2024 e il progressivo passaggio a laboratorio sperimentale attraverso i Noma Projects, la cucina di Redzepi non ha mai interrotto del tutto la propria attività itinerante. La tappa di Los Angeles rappresenta la continuazione di un tour iniziato nel 2012 con le prime residency a Londra e proseguito negli anni successivi con trasferte temporanee a Tulum, Sydney, Tokyo e due soggiorni a Kyoto nel 2023 e 2024.
René Redzepi ha raccontato al Los Angeles Times di aver a lungo valutato gli Stati Uniti come possibile destinazione, senza mai individuare la sede giusta. «Abbiamo lavorato sull’America per molto tempo senza trovare il luogo perfetto», ha spiegato. La svolta è arrivata durante un soggiorno in California con la famiglia, quando Redzepi ha potuto vivere la città con maggiore lentezza e consapevolezza. «Ci siamo innamorati della varietà, dei mercati contadini, dei quartieri multietnici e dell’energia creativa che parte dal basso e non è guidata soltanto dal denaro», ha raccontato.
La sede di Los Angeles vedrà il team di Noma trasferirsi in città per circa cinque mesi, proponendo una cucina ispirata all’ambiente locale e alle materie prime californiane, ma interpretata attraverso le tecniche e la visione nordica che hanno reso il ristorante famoso nel mondo. In perfetta coerenza con il modello già sperimentato altrove, saranno previsti eventi pop-up, collaborazioni con realtà gastronomiche della città e attività all’aperto.
«Avremo eventi, faremo trekking, ci confronteremo con i produttori locali e cucineremo insieme ai creativi di Los Angeles», ha dichiarato Redzepi, sottolineando il carattere temporaneo, dinamico e partecipativo del pop up e soprattutto la poca propensione a mettere il cibo al centro dei propri progetti. Il contesto californiano, con le sue eccellenze vegetali e il melting pot culturale, si presta a una cucina nomade e sperimentale come quella di Noma. Il team, composto da cuochi, fermentatori, forager, programmatori ed esperti di beverage provenienti da diversi Paesi, ha già effettuato tre viaggi esplorativi a Los Angeles per individuare ingredienti e costruire collaborazioni. Un format ormai rodato tra chiusure e nuove aperture.
Redzepi stesso, che ha recentemente ottenuto il visto per gli Stati Uniti, raggiungerà la città in autunno per definire i dettagli operativi e consolidare i rapporti con i produttori e i ristoratori locali. La residency sarà, come da tradizione, limitata nel tempo, con prenotazioni particolarmente ambite e un menu degustazione che, sebbene non ancora svelato, promette di fondere identità nordica e ingredienti californiani. I precedenti progetti internazionali di Noma sono stati tutti caratterizzati da una reinterpretazione del contesto gastronomico ospitante, senza mai replicare i piatti del ristorante madre.