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Oliva&Poppella per il Rione Sanità

Il pizzaiolo e il pasticcere lanciano un'iniziativa solidale per il quartiere napoletano, donando pizze e dolci due volte alla settimana

oliva poppella

“Oggi, 27 aprile 2020, dopo più di 45 giorni trascorsi in casa, sono tornato nella mia pizzeria per incominciare ad organizzare la cosiddetta “fase 2”. Ho avuto modo di guardare i visi dei miei concittadini, le facce di coloro che abitano il posto che più amo al mondo: il Rione Sanità. Casa mia. Ho visto volti stanchi e spaventati dall’incertezza del futuro. Mi si è stretto il cuore pensando a coloro che sono in difficoltà più di altri. Voglio dunque stare vicino in qualche modo a queste persone. La mie pizze arriveranno nelle case di coloro che hanno più bisogno”.

Questo scrive sui suoi canali Ciro Oliva, giovane pizzaiolo napoletano – e finalista dei nostri Food&Wine Italia Awards 2020 nella categoria Best Pizza Chef under 35 – già noto non solo per le buonissime pizze sfornate da Concettina ai Tre Santi e per l’approccio che riesce a legare tradizione e avanguardia, spirito popolare e alta gastronomia (e cantina), ma anche per l’impegno a favore del quartiere partenopeo in cui si trova il locale di famiglia, il Rione Sanità appunto. Impegno che non viene certo meno in questo momento difficile.

Così, dal 30 aprile è partita l’iniziativa della “pizza solidale” messa in atto con un “vicino” altrettanto generoso: Ciro Poppella, titolare dell’omonima pasticceria che ha conquistato tantissimi napoletani con i famosi “Fiocchi di Neve”, delle mini brioche super soffici farcite di crema (oggi anche nelle varianti al cioccolato e al pistacchio) e spolverizzate di zucchero a velo. Sono proprio pizze e “fiocchi” che vengono preparati e donati due volte alla settimana alle famiglia più bisognose del quartiere, spesso consegnati nel tradizionale “panariello” calato dai balconi che nei giorni scorsi è diventato un simbolo della solidarietà popolare a Napoli.

Un’iniziativa che segue quella già consolidata della “pizza sospesa” di Concettina (pizze lasciate pagate dai clienti del locale per essere donate a chi non poteva permettersele) e che affonda le sue radici nello spirito di comunità del popolo napoletano, dal “caffè sospeso” alle “pizze a otto” (con cui ci si poteva sfamare, pagandole poi in un secondo momento). E un modo per portare sostentamento ma anche gioia nelle case di chi è messo in difficoltà dall’emergenza sanitaria.

foto: Concettina ai Tre Santi