In occasione della Giornata Mondiale del Pane del 16 ottobre, una ricerca condotta da Too Good To Go e Appinio fotografa il rapporto tra gli italiani e uno dei simboli più rappresentativi della tavola: il pane. Dall’indagine emerge che due italiani su tre lo consumano ogni giorno, ma che ogni settimana si spreca mediamente un panino a persona.
Amiamo il pane ma ne sprechiamo ancora troppo
Il pane resta un alimento centrale nella dieta quotidiana degli italiani. Secondo i dati raccolti il 66% dei cittadini ne consuma ogni giorno, con una media di circa 500 grammi a settimana. Nonostante il forte radicamento nella cultura alimentare, la ricerca evidenzia anche un lato critico: ogni settimana viene sprecato in media un panino per persona, segnale di quanto lo spreco domestico resti un tema attuale.

Il monitoraggio analizza abitudini e preferenze legate al consumo, evidenziando come il pane venga mangiato con maggiore frequenza rispetto ad altri alimenti di base come pasta, verdura, frutta, carne, latte e formaggi. La maggior parte degli intervistati lo considera un accompagnamento irrinunciabile ai piatti principali, soprattutto in abbinamento con salumi e formaggi o come ingrediente essenziale per la tradizionale scarpetta.
Sul fronte dei consumi, il 75% degli italiani dichiara di superare i 500 grammi di pane a settimana, con punte più alte nel Mezzogiorno, dove il 55% ne consuma oltre 750 grammi. La ciabatta risulta la varietà più scelta, con una quota del 34%, seguita da pagnotta (30,6%), filoncino o sfilatino (24,7%), pane integrale e di segale (24%), tartaruga (23,6%) e rosetta (22,6%). Le preferenze cambiano in base all’area geografica: al Sud e al Centro prevale la pagnotta, nel Nord-Ovest la ciabatta, mentre nel Nord-Est si distingue il pane pugliese.
Accanto alle preferenze, la ricerca mette in luce una crescente sensibilità verso la riduzione degli sprechi. Il 76% degli intervistati si dichiara disposto ad acquistare pane del giorno precedente, il 60% lo conserva in freezer e il 48% lo riutilizza in nuove preparazioni, come polpette, panzanelle o zuppe. Un approccio che testimonia una maggiore attenzione alla sostenibilità e al valore del cibo.
Il rapporto tra gli italiani e il pane, dunque, resta saldo ma in evoluzione: tra tradizione e nuove pratiche di consumo, la sfida è ridurre gli sprechi mantenendo viva una delle abitudini più radicate della cultura gastronomica nazionale.