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René Redzepi

Perché René Redzepi chiude il suo ristorante a Copenaghen

«Per continuare a essere il Noma, dobbiamo cambiare»: lo chef Danese annuncia la chiusura biennale del proprio ristorante a partire dal 2024, lanciando al contempo i progetti del nuovo “Noma 3.0”

Il Noma di Copenaghen — la creatura gastronomica che negli ultimi vent’anni ha trainato la scalata della New Nordic Cuisine al novero dell’alta cucina internazionale, conquistando per ben cinque volte il titolo di miglior insegna secondo la classifica dei World’s 50 Best Restaurants — ha annunciato oggi un cambio di prospettiva che promette di far parlare. Se per il ristorante dello chef danese René Redzepi aggiornamenti e revisioni nella formula non sono affatto una novità (ricordiamo la pausa biennale di due anni al vertice del successo prima dell’apertura nel 2018 del polo culinario in un ex cantiere navale o ancora la nascita del pop-up in parte enoteca e in parte hamburgheria dedicato al takeaway, in piena fase pandemica), la notizia condivisa questa mattina sul sito web del locale è di quelle rivoluzionarie. I gourmand di tutto il mondo avranno infatti tempo soltanto fino all’inverno 2024 prima di assistere alla chiusura del Noma per come lo conosciamo ora. Cancelli chiusi almeno per un paio di anni, in attesa di riaprire con un volto ancora sconosciuto, passando però, già dall’inizio del 2025, per il battesimo di quello che è già chiamato “Noma 3.0”.

«Servire i nostri ospiti resterà sempre parte fondamentale della nostra essenza, ma l’essere un ristorante non sarà più l’elemento che ci definisce» — spiega lo chef di origini macedoni, proseguendo con alcune rassicurazioni che precisano quel che sarà. «Dal 2025 il nostro locale non esisterà più nella sua forma attuale. Ci presenteremo invece come pop up in diverse parti del mondo, inclusa Copenaghen, mentre concentreremo la maggior parte del nostro tempo sull’innovazione e lo sviluppo dei prodotti. Non stiamo in nessun modo chiudendo i battenti; al contrario, diffonderemo le nostre idee e novità in maniera ancora più globale». Sempre maggiore attenzione dunque verso la ricerca laboratoriale, i viaggi dello staff in giro per il mondo per aggiornamento e studio, nonché la cura della linea Noma Projects, che dalla primavera del 2022 permette ai foodies di tutto il globo di acquistare e usare nelle proprie cucine alcuni dei prodotti ideati dall’hub di Redzepi. Una scelta netta e coraggiosa, che sembra voler scuotere il modello tradizionale di ristorazione dalle fondamenta, mettendo in discussione la sostenibilità economica ed etica delle imprese di questo genere. Il faro di Copenaghen riuscirà anche questa volta a indicare una nuova rotta? Staremo a vedere.

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