Foto Marino Ristorante

Pesaro, nel nome di Rossini c’è ben più di una pizzetta

Nuove e ambiziose aperture, lo street food di mare, il gelato in coppa di vetro, un'unica insegna stellata e un'azienda che produce vino e olio dentro un Istituto Agrario: andiamo alla scoperta della Capitale Italiana della Cultura 2024.

Sempre più spesso la (ri)scoperta dei nostri borghi passa attraverso la valorizzazione della loro biodiversità culturale e paesaggistica, senza prescindere dalla tavola che, per molte realtà, diventa un volano in grado di accendere i riflettori su un’intera comunità. È successo per Senigallia, inserita tra le nostre nuove città del cibo – nel senso di inedite, emergenti ed evolute – e, restando sulla costa marchigiana, sembra stia capitando anche a Pesaro, Capitale italiana della cultura 2024. Un ruolo niente affatto nuovo per quella che, in mano ai Della Rovere, dal 1508 divenne capitale del Ducato e che più di recente è stata nominata Città Creativa Unesco della Musica, un’arte che esprime al meglio il genius loci pesarese: basta nominare Gioacchino Rossini che, ben dieci anni prima della sua morte (1868), in un lascito testamentario consegnò la sua proprietà “al comune di Pesaro, mia patria, per fondare e dotare un liceo musicale in quella città”.

Dalla fine dell’Ottocento a oggi, a Rossini è stata dedicata ben più di una scuola: oltre al conservatorio, c’è la casa natale, il teatro, la biblioteca dell’omonima fondazione, un bistrot (lo abbiamo raccontato qui) e una pizza, la famosa pizzetta Rossini, tipicità del posto con uovo sodo e maionese – nessuno ha mai gridato allo scandalo, anzi è un simbolo di Pesaro almeno quanto Valentino Rossi. Gettonatissima a colazione, si fa largo nei banconi dei bar che sono praticamente divisi a metà: una parte è dedicata al dolce e l’altra ai pezzi salati, come qui chiamano la focaccia-sfogliata che interpreta localmente il concetto del classico tramezzino. Tra gli indirizzi più buoni sul tema c’è la pasticceria Alberini, apprezzata dai local anche per l’ottimo cappuccino che prepara. 

Chi ha in programma di visitare la città può includere altre tappe significative nel proprio itinerario gastronomico con delle novità davvero molto recenti. In una giornata tipo si può fare colazione con gli sfogliati e le frolle di Zest Lab, in zona Baia Flaminia, una posizione strategica (e romantica) dove a giugno il sole tramonta sull’acqua: un motivo in più per tornare nella bella stagione al momento dell’aperitivo. Per lo specialty coffee la risposta è Caffè Barrier che, se di mattina propone diversi tipi di estrazione, nel corso della giornata si trasforma in un wine e cocktail bar.

Su un punto più alto, precisamente lungo la Panoramica Adriatica che scala Monte San Bartolo, Antonio Di Feo e Stefano Badioli – che nella vicina Fano ha anche una pizzeria, Doma – hanno rilevato l’ex ristorante Il Rifugio del Gabbiano trasformandolo in Marino, new entry che ha aperto i battenti lo scorso ottobre con un chiaro manifesto iodato che non prescinde dai piatti al gratin – da provare il Riso gratinato che rivisita un arroz come fosse un risotto, o i Cannolicchi con prezzemolo, vongole e limone – o dai Sardoncini scottadito serviti con piada alla brace (siamo pur sempre a 20 minuti dal confine romagnolo), poi squacquerone e insalata. A leggere l’insegna non poteva esserci nome più giusto per un ristorante di mare ma in realtà questa scelta è stato ispirata dal papà di Stefano, il signor Marino, appunto.  

Il parco naturale dell’omonimo monte dove è abbarbicato Marino è facilmente raggiungibile anche in bicicletta – ma cosa non lo è per la città che detiene il record nazionale di massima estensione di km di piste ciclabili per un centro cittadino – e chi soggiorna in una delle tre strutture del gruppo alberghiero pesarese Lindbergh Hotels & Resort (Excelsior Spa & Lido, Nautilus Family Hotel e Charlie Urban Hotel) ha anche a disposizione un servizio di biciclette per scoprire questi luoghi in maniera “lenta” e sostenibile.

L’altra novità del 2023 porta il nome di Salicornia: una certezza per chi conosce il nome del suo chef, Matteo Broccoli, pesarese che è uscito dalla sua comfort zone per collezionare importanti esperienze (nel suo caso stellate, se si menzionano Parini e Marchesi) e tornare poi a casa. Nel giro di 500 metri si trovano anche Sapido, che qualcuno ricorderà come il baracchino Piada Marino di fronte al porto turistico, e che oggi presidia il lungomare con i suoi ottimi panini di pesce, e poi c’è Alice – Il Gelato delle Meraviglie che nei suoi pozzetti custodisce gusti dedicati al capolavoro di Carroll – dal goloso Regina di cuori con mascarpone fresco e amarene di Cantiano al rinfrescante Cappellaio matto (vegan) a base di limoni e basilico –, stessa proprietà che qualche metro più avanti ha avviato un format che include anche colazione con pancake, yogurt, monoporzioni e gelato servito nella nostalgica coppa di vetro. 

È riminese Stefano Ciotti, chef e patron di Nostrano, l’unica insegna stellata di Pesaro che proprio in questi giorni sul profilo IG del ristorante ha pubblicato un post dedicato ai Piatti di una Vita, signature che “ripercorrono i momenti salienti della sua carriera, conditi con aneddoti collezionati nei ristoranti che lo hanno visto crescere”. Il primo appuntamento per provare questo personalissimo menu è per domenica 11 febbraio, per un viaggio a ritroso che arriva ai primi anni del Duemila.

Sulla pizza va riconosciuto il grande lavoro di ricerca di Farina (basta guardarsi alle pareti per conoscere la loro filiera che fa bella mostra di sé tappezzando il locale di poster), mentre sfogliando il menu la scelta può ricadere sulla pizza con impasto classico, croccante o integrale, più la proposta spicchiata. Si mangia bene, ma si beve ancora meglio da Osteria Passeri dove Andrea Dente non nasconde la passione per i vini naturali e per il jazz: il calendario dei live è aggiornato fino ad aprile.

In primavera inoltrata, più precisamente a partire dall’8 giugno e fino all’8 settembre, riprenderanno anche le visite guidate a Villa Caprile, settecentesca struttura che accoglie circa 25 ettari di parco e dal 1876 l’Azienda Agraria per la produzione di olio e vino, oltre ai prodotti freschi dell’orto. Una fortuna per gli studenti dell’Istituto Agrario “Cecchi” che studiano circondati dalla bellezza e che spesso vengono coinvolti dal cuoco della scuola Massimo Baldelli, oppure direttamente nella produzione agricola.

Maggiori informazioni

Foto di apertura: il Riso gratinato Mare Adriatico di Marino Ristorante

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