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Hotel De Len

Prima del 2026 una tappa a Cortina D’Ampezzo è d’obbligo

Accoglienza, enogastronomia ed eventi: con un rinnovato spirito questo iconico luogo vacanziero di montagna si prepara alle prossime Olimpiadi invernali. Dall’arrivo di grandi gruppi alberghieri alla prima Cocktail Weekend sulla neve in Europa, fino agli Alajmo Bros che conquistano le Dolomiti.

Sebbene Cortina sia sempre Cortina, dalla via (griffatissima) dello shopping su Corso Italia all’ottima sacher torte di pasticceria Fiori con la stessa ricetta dal 1947, nell’ultimo anno si è riscoperta più generosa e accogliente che mai in vista delle Olimpiadi invernali del 2026 (i primi Giochi della storia a essere ospitati da due città: Milano e Cortina d’Ampezzo, appunto). Lo dimostra la vivacità imprenditoriale dell’hôtellerie ampezzana tra restyling, nuovi chalet e l’arrivo di grandi gruppi, come l’acquisizione da parte del Mandarin Oriental dello storico Cristallo, diventato così il primo resort alpino del brand, al patron di Diesel Renzo Rosso che ha fatto un investimento (milionario) sull’Hotel Ancora. Se la piscina semi-olimpionica del nuovo Faloria Mountain Spa Resort sopperisce all’assenza di vasche comunali e Rosapetra Spa Resort ha avviato la sua prima stagione invernale sotto l’egida di Relegance – The Unexpected Collection (nuovo marchio di alta ospitalità italiana fondato da Antonio Onorato), l’Hotel De Len gestito dalla famiglia Malpignano – sì, la stessa a cui appartengono Borgo Egnazia e Masseria San Domenico – si presenta come il nuovo luogo del buen retiro; ispirato da principi di sostenibilità e relax, questo albergo di design trova i suoi punti di forza nella spa panoramica all’ultimo piano, in (almeno) una rigenerante notte di riposo all’interno di una delle 22 camere capaci di proteggere da inquinamento acustico, atmosferico e magnetico, e infine nella corroborante colazione in cui alternare burro di malga aromatizzato alle erbe, centrifughe di montagna e lievitati tra cui il Brazolà, dolce tipico servito con una spuma di zabaione caldo. L’intera proposta food è a cura dello chef Andrea Ribaldone e merita forse più di una sosta, che sia per un club sandwich all’ampezzana (un trionfo di proteine tra uova, speck, cotto, tacchino, fontina, mugnoli), uno stufato di carne o una fonduta con tre diversi formaggi serviti con crostini di pane e puccia di Cortina, polentata tostata, patate bollite, verdure crude e giardiniera.

[ngg src=”galleries” ids=”81″ display=”basic_thumbnail”]Gli ultimi a conquistare un’altra fetta di Cortina sono stati i fratelli Alajmo (qualcuno ricorderà un loro primo approccio alla cittadina già nel 2020 quando portarono Hostaria in Cortina nel citato Hotel Ancora in Corso Italia) che a dicembre hanno ufficialmente inaugurato il nuovo format che fa salire a 14 il numero dei locali gestiti dalla famiglia. Là dove un tempo c’era il mitico El Toulà, catena di ristorazione nata in un antico fienile nel lontano 1964, oggi sorge su tre piani Alajmo Cortina. In cima troviamo Bar Alfredo – un omaggio ad Alfredo Beltrame, fondatore de El Toulà – dove magari concedersi un aperitivo a base di caviale fresco Alajmo accompagnato da una flûte di Champagne; nel mezzo c’è invece la sala ristorante principale mentre quella più contenuta e l’ampia terrazza esterna con vista sulle Dolomiti sono al primo piano. «La proposta è stata pensata senza dimenticare il luogo in cui ci troviamo – spiega lo chef Massimiliano Alajmo – cercando di rispettare l’importanza che il locale ha avuto negli anni e quello che ha rappresentato nel mondo». Su antiche porcellane Richard Ginori, Bernardeau e di Limoges vengono così serviti la battuta cruda e affumicata di cervo con tartufo bianco che rimanda a sentori di braci, il pane che profuma di montagna e spezie calde, ma anche il famoso cappuccino (salato) di seppie al nero che qui diventa di musetto. A dare il via a questo nuovo corso è stato il dicembrino pranzo di beneficienza de Il Gusto per la Ricerca (in questa diciassettesima edizione sono stati raccolti oltre 75mila euro grazie anche all’asta di preziosi lotti di vino) che è riuscito a riunire in quota quattro stimati colleghi e amici: Ciccio Sultano, Riccardo De Prà, Corrado Assenza e Fulvio Pierangelini.

[ngg src=”galleries” ids=”84″ display=”basic_thumbnail”]È qui invece da sempre Riccardo Gaspari, cresciuto aiutando il papà a mungere a mano le vacche e a lavorare forme di formaggio, mentre dalla mamma imparava a chiudere i tipicissimi casunzei. L’incontro con la partner Ludovica Rubbini, bolognese naturalizzata ampezzana, ha poi suggellato una delle cucine più identitarie di questo luogo, quella del SanBrite, amplificate dal piccolo caseificio e da El Brite de Larieto, agriturismo avviato dai genitori dello chef, e più di recente da un progetto davvero unico nato tra il profumo di latte fresco e l’odore del fieno or ora tagliato. Si chiama Genesis uno degli eventi (enogastronomici e culturali) più riusciti nel post pandemia che – fin dall’edizione zero del 2021 – ha valorizzato l’importanza del confronto e del dialogo.
«Siamo grati alla Natura che ci ha permesso di godere di ogni sua manifestazione, perché anche pedalare sotto la pioggia è un ricordo che ci ha tolto il fiato – affermano Riccardo e Ludovica – . Abbiamo capito che questo non è solo un evento enogastronomico, ma è un contenitore di innovazione e uno strumento di visione per il futuro. L’edizione 2023 sarà un progetto profondamente connesso con il nostro concetto di cucina condivisa e con la nostra missione e la nostra eredità: la Rigenerazione Umana». Abbarbicata tra le montagne, l’esperienza annuale creata dall’unico ristorante a Cortina a contare due stelle (una rossa e una verde) lo scorso settembre ha dato un’accelerata al suo già ambizioso programma approfondendo il concetto di “cucina rigenerativa”, stimolato dall’incontro di persone e chef a un passo dal cielo. Un argomento che solo chi trasforma il siero del formaggio in mangime per animali o si approvvigiona nella malga di famiglia per produrre mozzarella sulle Dolomiti poteva indagare. Ed è proprio la giovane coppia di ristoratori ad aver avuto nuove intuizioni per cambiare il volto della ristorazione locale, ancorando con forza sempre maggiore la vita di casaro a quella dello chef, tra alpeggio e fine dining. È stata la natura – neanche a dirlo – a ispirare i piatti dei cuochi ospiti con i quattro elementi (terra, fuoco, acqua e aria) che hanno costruito il fil rouge della tavola. Così, persino l’aria dopo Genesis ha un sapore: quello del cremosissimo burro montato di Riccardo che non ci si stanca mai di spalmare sul loro ottimo pane. Dopo vi sembrerà quasi di riuscire a prendere a morsi anche i monti.

[ngg src=”galleries” ids=”82″ display=”basic_thumbnail”]Se a fine estate la montagna ha permesso una colazione sull’erba dopo lo yoga, la performance live di Piero Salvatori al pianoforte sotto il Monte Cristallo e di sperimentare con Felicetti la “cottura” della pasta a fuoco spento, erano innevate le cime che lo scorso mese hanno accolto Cortina Cocktail Weekend, la prima sulla neve in tutta Europa. Nel fine settimana tra il ponte di Sant’Ambrogio e le vacanze natalizie la kermesse organizzata da Paola Mencarelli, diversa dalle cocktail week di Firenze e Venezia, ha coinvolto bar d’hotel, cocktail bar e rifugi. Alla chiamata hanno risposto sciatori appassionati di mixology e neofiti curiosi, tra un aperitivo après-ski e un Martini preparato in elicottero al roseo tramonto.

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Foto Hotel De Len ph. Ben Schott 

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