park-hyatt-roma

Roma si accende con Thompson Hotels by Hyatt: lusso, cocktail e cucina d’autore nell’ex sede del PCI

Un nuovo cinque stelle nel cuore della Capitale trasforma un palazzo iconico in destinazione internazionale, tra il savoir-faire di Matteo Zappile, la creatività miscelata di Mario Farulla e la cucina misurata di Fabio Fioravanti.

Roma cambia pelle, ancora una volta. In via delle Botteghe Oscure, nell’ex sede storica del Partito Comunista Italiano, sta prendendo forma un nuovo simbolo dell’ospitalità internazionale: il primo Thompson Hotels by Hyatt in Italia, secondo in Europa dopo Madrid. Un progetto che unisce cultura e gastronomia con l’obiettivo di restituire alla città un luogo iconico, trasformandolo da spazio politico a destinazione lifestyle contemporanea.

L’apertura, prevista per dicembre 2025, porta con sé un team che sembra scelto per giocare una finale di Champions: Arturo Gomez, general manager con grande esperienza tra il Vietnam e l’Indonesia,  Matteo Zappile, storico volto di sala al ristorante due stelle Michelin Il Pagliaccio, oggi operations manager e regista dell’intera offerta food&beverage; Mario Farulla, tra i bartender più riconosciuti a livello mondiale, a dirigere i bar (sì, saranno più di uno); Fabio Fioravanti, executive chef romano di ritorno, che vanta una carriera internazionale sviluppata nell’hôtellerie di lusso tra Cannes, Montecarlo, Doha e Venezia, chiamato a guidare le cucine del progetto.

«Questo non sarà un cinque stelle classico, ma “ribelle”», racconta Zappile,che ha lasciato il comfort del bistellato romano per raccogliere la sfida di una grande catena. «Abbiamo scelto di puntare sul lifestyle come esperienza totale, non solo come immagine. Sarà un progetto originale, unico nel panorama italiano».

Un palazzo che racconta la storia

Hyatt non ha scelto un edificio qualunque. Le 69 camere del nuovo hotel sorgeranno in un palazzo che custodisce ancora la celebre scala in marmo e la scultura di Giò Pomodoro con il martello e falce, simboli di un passato che qui si intreccia con il presente. È come se la storia operaia e politica della città incontrasse oggi un nuovo linguaggio: quello dell’ospitalità di lusso, fatta di dettagli sartoriali e servizi su misura.

park-hyatt-roma-nuova-apertura

Il cuore pulsante del progetto è il food&beverage, sviluppato su tre piani. All’ingresso, il lobby bar accoglie con una trentina di posti e un laboratorio di miscelazione che sarà la fucina creativa di Farulla. Più in alto, al sesto piano, il ristorante gourmet da 130 coperti promette una cucina contemporanea con forte impronta marina, ma senza dimenticare carne e vegetali. E ancora, al settimo, una terrazza che dalla primavera ospiterà fino a 200 persone, con un “crudo counter” dedicato ai sapori del mare e una vista che da sola vale il viaggio.

«Per me la drink list non deve solo raccontare cocktail, ma sensazioni», spiega Farulla. «Vogliamo lavorare sulle fragranze, evocare immagini di Riviera: dalla Costa Azzurra alla Costiera Amalfitana. Non mancheranno Martini e Negroni, ma sarà una carta pensata come un viaggio emotivo, capace di legarsi al cibo e alle esperienze che lo chef proporrà».

park-hyatt-roma-matteo-zappile
Matteo Zappile

Se i cocktail avranno un’anima evocativa, il vino sarà un atto teatrale. «Ho immaginato carte diverse per ogni piano, con titoli che rimandano a situazioni e atmosfere differenti», spiega Zappile. «Non voglio vini iperstrutturati o solo grandi maison: la nostra forza saranno i piccoli vignerons, i rifermentati in bottiglia, le chicche in mescita. Ogni calice dovrà avere un’anima». L’obiettivo? Raggiungere circa 800 etichette, con una selezione che varia dalle bollicine italiane e straniere fino ai pet-nat, pensati per sorprendere con un gesto quasi teatrale: lo sboccamento a vista.

Il progetto punta su una sinergia totale tra i tre reparti. «Non vogliamo forzature negli abbinamenti, ma armonie naturali tra piatti e cocktail», aggiunge Farulla. Una filosofia condivisa da Fioravanti, che vede nella terrazza un palcoscenico privilegiato: «Immagino un’esperienza mangia e bevi, fatta anche di show, con preparazioni che uniscono estetica e gusto».

Dietro le quinte, Zappile si muove da direttore d’orchestra: «Il mio ruolo non sarà più da floor man, ma manageriale. Dalla formazione dello staff alle scelte di design, dalle divise cucite su misura al concept dei materiali, tutto sarà customizzato. Vogliamo dare la linea a un progetto easy ma di altissima qualità».

Un nuovo respiro per Roma

Roma si conferma sempre più destination place, pronta ad accogliere turisti internazionali e una clientela locale giovane e curiosa. Il target del nuovo Thompson Rome by Hyatt non guarda solo al viaggiatore straniero, ma vuole diventare punto di riferimento anche per i romani, offrendo esperienze diverse tra ristorante, terrazza e bar.

«La mia ambizione è che questo hotel diventi un riferimento non solo per chi viaggia, ma per chi vive la città», conclude Zappile. «Roma merita un progetto così: contemporaneo, accogliente e con una visione chiara del futuro dell’ospitalità».

Con dicembre alle porte, la città eterna attende una nuova luce. Un tempo simbolo politico, oggi l’ex sede del PCI è pronta a trasformarsi in icona gastronomica e alberghiera, dove il lusso si racconta attraverso un calice, un cocktail, un piatto.

Maggiori informazioni

Thompson Rome by Hyatt
Via delle Botteghe Oscure 4, Roma
hyatt.com

Condividi

Facebook
Twitter
LinkedIn
Articoli
correlati