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Abruzzo Agricola Cirelli

Sotto le stelle: Cirelli, la collina dei ciliegi (e delle vigne) vista Atri

Glamping e viticoltura affacciati sulla costa abruzzese

Una collina di poco più di duecento metri sul livello del mare – quello azzurro e rilassante della costa adriatica, a una manciata di chilometri di distanza – che si raggiunge costeggiando piccoli borghi e una distesa di vigne che usano ancora il tradizionale sistema di allevamento della “pergola abruzzese”, disegnando corridoi di viti e pali di legno in cui ci si vorrebbe fermare a giocare a nascondino.

Qui, Francesco Cirelli e sua moglie Michela – siciliana che ha messo radici in Abruzzo per amore – hanno creato quella che sembra un po’ la realizzazione concreta di un’utopia. Un’azienda agricola completa, come quelle di una volta, con 22 ettari dove coltivare principalmente uve: trebbiano, montepulciano e pecorino, trasformate in vini dalla concezione insieme antica e moderna, puntando sul “basso intervento” in vigna e in cantina e sull’utilizzo (da queste parti antesignano) delle anfore, per un risultato finale che mette insieme carattere e piacevolezza.

Ma ci sono anche alberi da frutto (dai ciliegi ai fichi, di diverse varietà che coprono tutto l’arco estivo), olivi da cui si ottiene olio extravergine, cereali e seminativi a rotazione rispettando i terreni e i ritmi della natura. E un piccolo allevamento: oche e pecore “da compagnia” e qualche maiale nero abruzzese (proveniente dall’azienda della famiglia Tinari, del ristorante Villa Maiella a Guardiagrele) che Fracassa, il più alto esempio di norcineria abruzzese, trasforma in strepitosi salumi.

Adesso si è aggiunto un ulteriore tassello, quello dell’ospitalità, anch’essa coerente con l’approccio bucolico (e sostenibile) della famiglia: due casette in legno, sistemate tra gli olivi e da raggiungere fiancheggiando le vigne, con un terrazzino attrezzato da cui ci si gode la vista sulle cime del Gran Sasso. Si chiama Cirelli Farm Glamping perché ci sono tutti i comfort, dalla doccia spaziosa all’aria condizionata fino all’angolo cottura con il frigo fornito di vini e prodotti aziendali; ma qui il vero lusso è risvegliarsi con il cinguettio degli uccelli, fare colazione con i fichi appena colti e il pane condito con olio e pomodoro, mangiare gli spaghetti alla chitarra con le pallottine e gli arrosticini sotto al gazebo antistante alla cantina, fare yoga tra le vigne (su richiesta, proposto insieme alla degustazione dei vini tra le diverse “experience”), sentirsi a casa al primo brindisi con il Montepulciano Rosé frizzante Wines Of Anarchy.

E godersi i dintorni: a pochi minuti, distesa su tre colli affacciati sull’Adriatico, c’è Atri con il suo centro storico, un tempo capitale dell’omonimo ducato guidato dagli Acquaviva, dominato dal bel Duomo duecentesco. Proprio di fronte all’elegante facciata, ha da poco aperto la Gastro-Bottega Più Tosto, il nuovo progetto in chiave “pop” dello chef italo-venezuelano Gianni Dezio (che nella cittadina abruzzese aveva già il ristorante Tosto, in attesa di trovare nuova collocazione): 22 mq di laboratorio e bancone in cui si sfornano cibi da strada tipici e “contaminati”, dalle focacce ai supplì di ventricina teramana, dai cartocci di formaggio fritto (già un must di Tosto) agli hot dog con salse e spezie fino a bombe dolci e maritozzi, da prendere e consumare volendo seduti ai tavoli in piazza. Alla domenica ci sono anche i piatti della gastronomia da portare a casa per coccolarsi a tavola senza fatica – dal classico timballo teramano agli anelli di pasta fresca alla pecorara, con sugo di verdure e ricotta di pecora – mentre al banco e sugli scaffali si trovano in vendita salumi, formaggi, conserve, olio e altro delle aziende locali che rifornivano già il ristorante.

Per guadagnarsi tanto bendidio niente di meglio che una passeggiata alla Riserva Naturale dei Calanchi di Atri, gestita dal WWF che ha un grazioso punto informativo e organizza attività ed escursioni: l’insolito paesaggio disegnato dall’erosione dei suoli argillosi, con solchi e rilievi desertici che intarsiano i fianchi delle colline, custodisce non solo una ricca flora e fauna ma anche una zona abitata dove ci sono fattorie e testimonianze di vita arcaica e di usanze tra il sacro e il profano come la Pietra di San Paolo, una sorta di cappelletta votiva con all’interno una pietra bianca dove le famiglie locali venivano in segreto a compiere in rito per curare il rachitismo dei bambini.

Poco lontano, su di un colle scelto in passato da Vestini, Romani e Longobardi per i loro insediamenti, c’è l’incantevole borgo di Città Sant’Angelo, con le caratteristiche stradine che disegnano un dedalo tra piazze, chiese e antichi palazzi. Se però preferite rilassarvi in riva al mare, dal Glamping alla spiaggia di Silvi Marina s’impiegano venti minuti al massimo. La direzione è quella de Loasi, accogliente stabilimento balneare all’interno dell’Area Marina Protetta della Torre del Cerrano.

Qui Fabrizio Sacco – diplomato alla scuola Niko Romito Formazione – propone una curata cucina marinara che spazia dallo “spago con le paparazze” (vongole locali) e la frittura di pesce al crudo di seppioline, peperoncino e lime o al chirashi di pescato con verdure di stagione, da accompagnare con cocktail bollicine – anche francesi – in mescita o vini locali, a cominciare da quelli di Cirelli.

 

Maggiori informazioni

Cirelli Wines Contrada via Colle San Giovanni, 1 – Atri

agricolacirelli.com 

 

Gastro-Bottega Più Tosto Piazza Duomo, 3 – Atri

 

Loasi Piazza Nenni, 11 – Silvi Marina 

loasi.srl 

 

Riserva Naturale Oasi WWF Calanchi di Atri 

riservacalanchidiatri.it

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