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Montepulciano, Argiano

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Tenuta Vallocaia, in principio fu una damigiana

A Montepulciano uno svizzero ha investito nella terra del Nobile e sul brand Toscana: Rudi Bindella dopo quarant’anni è il più grande importatore di vini italiani nel mercato elvetico.

Cosa amano gli stranieri dell’Italia? L’arte, il paesaggio, la buona tavola, ma sempre accompagnata da un ottimo calice di vino. Lo aveva capito più di quarant’anni fa l’imprenditore e “gentleman farmer” svizzero Rubi Bindella, nipote del pioniere, Jean Bindella – fu lui che all’inizio del XX secolo con soli due cavalli cominciò a trasportare damigiane, introducendo il famoso fiasco toscano nel mercato elvetico: ad oggi Bindella è il più grande importatore di vini italiani in Svizzera (dopo la Gdo) –, quando passò davanti a un fazzoletto di 2 ettari e mezzo di terreno, un po’ di bosco e un podere diroccato, decidendo di acquistarli in blocco nel 1983. A distanza di quarant’anni – sì, proprio quest’anno festeggiano un’altra cifra tonda – «quegli ettari sono diventati 175, di cui 54 destinati ai vigneti – spiega Giovanni Capuano, enologo di Tenuta Vallocaia, in zona Argiano, dalla fine degli anni 90 –, e dal 2010 sono cambiate le dimensioni aziendali: dall’espansione sulla collina che ha aumentato le superfici vitate, alla realizzazione della nuova cantina (quattro volte più grande dell’originale), fino all’acquisizione dell’azienda Le Casalte nel 2019 con l’intero borgo».

Una crescita non solo in termini di dimensione aziendale ma anche di visibilità, grazie all’apertura verso il tema dell’enoturismo che qui punta su fattori come la convivialità – c’è un ristorante con una cucina che valorizza le materie prime dell’orto e l’olio extravergine d’oliva sempre di loro produzione (hanno 4mila olivi), a cui si affiancano tre opzioni di wine pairing –; l’arte – Rudi Bindella ha una collezione personale con pezzi di antiquariato: in cantina ci si muove infatti tra orci, tele, statue e nel percorso di affinamento c’è la “Sala del Sonno”, un grande spazio dove riposa una selezione di bottiglie, in attesa di divenire Riserva Storica delle annate migliori; l’identità territoriale – l’azienda crede fortemente nelle potenzialità di Montepulciano, la più antica Docg d’Italia, e nella strada delle Pievi, alias toponimo regionale in cui erano suddivise le zone già in epoca tardo romana e longobarda, che dal 2024 affiancherà Annata e Riserva come terza tipologia del Nobile vino toscano. Proprio nel Nobile di Montepulciano troviamo la loro cartina al tornasole: «Se ce lo chiedo diamo questo – specifica l’enologo indicando le annate 2018 e 2019 con etichetta viola – che più o meno da noi è sempre stato fatto così dagli anni 80: Sangiovese per l’85%, poi Canaiolo, Colorino e Mammolo. Sono questi terreni sabbiosi e molto drenanti, le radici profonde e i minerali diversi ad aver definitivo il nostro approccio territoriale. Cosa significa per noi tradizione? Sicuramente bere vino a tavola e questo Nobile è tra tutti quello più gastronomico».

Non che in azienda non si siano fatte delle scommesse. È questo il caso del loro Sauvignon, un divertissement di vent’anni fa che Capuano spinse non appena entrò: «Fu una sfida di viticoltura completamente diversa. Un capriccio che adesso fa 30mila bottiglie all’anno. È un vino molto tecnico che rappresenta bene l’espressione del varietale». Hanno agito da precursori anche sul tema del peso delle bottiglie: «Già 23 anni fa siamo passati da 750 grammi a 600 grammi, un accorgimento che da 30mila bottiglia ne faceva stare 32mila sul camion, e successivamente abbiamo alleggerito ancora a 500 grammi. Un intervento dovuto che non abbiamo mai comunicato perché per noi era la normalità, stesso discorso per i pannelli solari che ci rendono autosufficienti in alcuni mesi o il recupero della sostanza organica».

L’azienda Bindella vive di Made in Italy anche in Svizzera, dove nei suoi 44 ristoranti – eccezion fatta per due o tre insegne dedicate alla cucina autoctona – celebra la tavola nostrana, come nella pizzeria con forno a legna Santa Lucia a Zurigo, stessa città in cui con Ornellaia, celebre tenuta vinicola di Bolgheri che Rudi Bindella ha inserito nelle carte dei suoi locali fin dagli esordi nella ristorazione, ha inaugurato nel 2018 il primo ristorante gourmet dedicato alla loro regione: la Toscana. Naturalmente qui si beve soprattutto italiano, meglio ancora se toscano.

Maggiori informazioni

Tenuta Vallocaia
Via delle Tre Berte 10/A, 53045 Montepulciano (SI)
bindella.it

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