Ogni 20 settembre, Valencia si trasforma nel centro del mondo per gli appassionati di paella. È il giorno in cui si celebra la World Paella Day, la ricorrenza internazionale dedicata al piatto più rappresentativo della gastronomia valenciana, che da anni culmina nella World Paella Day Cup, una sorta di Coppa del Mondo per chef specializzati nella preparazione di questo piatto iconico.
L’edizione 2025 del concorso, che si terrà come sempre nella città spagnola, introduce una novità significativa: per la prima volta sei Paesi – Uruguay, Colombia, Messico, Porto Rico, Giappone e Bulgaria – selezioneranno i propri finalisti attraverso competizioni dal vivo. Un passaggio che segna una crescita dell’evento non solo in termini numerici, ma anche simbolici: se fino a qualche anno fa la paella era considerata un piatto “locale”, oggi è un linguaggio gastronomico internazionale, declinato con tecniche e ingredienti diversi, ma sempre riconoscibile.
Come partecipare (anche dall’Italia)
Le iscrizioni sono aperte fino al 3 giugno e rivolte a cuochi professionisti di ogni nazionalità. Per candidarsi è necessario inviare una foto e un breve video (massimo 59 secondi) all’indirizzo email worldcup@worldpaelladay.org, raccontando la propria storia professionale, il Paese di rappresentanza e la motivazione per partecipare alla competizione.
Lo scorso anno l’Italia è stata rappresentata da Giuseppe Bardelli, cuoco lombardo con esperienza nella ristorazione spagnola, che aveva presentato una paella di mare con influenze italiane.
Dove il riso incontra il mondo
La prima sfida di selezione si è già tenuta lo scorso 24 maggio nella cittadina coloniale di Villa de Leyva, in Colombia. La prossima sarà in Giappone, nei pressi di Osaka, il prossimo weekend. Non è un caso che tra i partecipanti ci siano Paesi con una forte cultura del riso – come il Giappone – o realtà emergenti nel panorama gastronomico internazionale, come la Bulgaria o il Porto Rico, dove la paella è arrivata seguendo traiettorie storiche spesso inaspettate.
Ogni chef, durante la gara, può proporre la propria interpretazione della paella, con una sola regola inviolabile: il riso dev’essere asciutto, sciolto, intero e saporito. Non c’è un obbligo di usare la classica paella valenciana con pollo, coniglio e fagioli garrofón, ma il piatto deve rispettare l’equilibrio e la tecnica che rendono la paella qualcosa di più di un “risotto spagnolo”.
Paella, podcast e maestri del fuoco
Non è solo una gara: la World Paella Day Cup è anche un momento di scambio e formazione. I finalisti si ritroveranno a Valencia alcuni giorni prima della finale per partecipare a una sorta di ritiro gastronomico, durante il quale si allenano sotto la guida di maestri “paelleros” e specialisti del riso, studiando fuoco, padelle (le paelleras) e l’alchimia della perfetta tostatura del chicco.
Ad accompagnare l’attesa, la Fondazione Visit Valencia – promotrice dell’evento assieme a istituzioni pubbliche e associazioni del turismo locale – ha anche lanciato un podcast chiamato “El Mundo Habla Paella”, in cui finalisti, vincitori e tecnici raccontano aneddoti, ricette e segreti del mestiere. Una delle puntate più ascoltate, raccontano gli organizzatori, è quella dedicata all’importanza della socarrat, la crosticina di riso caramellato che si forma sul fondo della padella: temuta dagli inesperti, venerata dai puristi.
Il 20 settembre, i finalisti si contenderanno la coppa sul palco principale allestito a Valencia, di fronte a una giuria composta da chef, giornalisti e appassionati di gastronomia. Il vincitore, come sempre, non riceverà premi in denaro, ma un riconoscimento simbolico e prestigioso che spesso apre nuove porte nel mondo della cucina internazionale.
D’altra parte, come recita lo slogan dell’iniziativa: El mundo habla paella. Anche quando il riso arriva dalla Colombia, o il brodo è insaporito con dashi giapponese. Purché sia paella, e racconti una storia.