I riconoscimenti italiani e internazionali, la partecipazione alle più importanti rassegne gastronomiche del mondo, i titoli di Cavaliere della Repubblica e di Ambasciatore della Dieta Mediterranea, le visite di grandi chef e personaggi di fama globale, l’incontro con Re Carlo III d’Inghilterra, l’episodio di Chef’s Table dedicato alla sua storia che è valso una nomination agli Emmy per il regista e produttore Brian McGinn, le collaborazioni con importanti realtà alberghiere.
Nella sua lunga carriera – che ha di certo preso una svolta importante nel 2012 con la coraggiosa e visionaria apertura di Pepe In Grani, in grado di trasformare Caiazzo da paesino dormiente in meta turistica, ma inizia molto prima raccogliendo l’eredità del nonno e del padre assieme ai fratelli – Franco Pepe ha spesso fatto da apripista per il mondo della pizza in generale, contribuendo in maniera significativa ad affermare il disco di pasta come uno dei protagonisti del mondo culinario e a farlo arrivare a livelli e in luoghi che sarebbe stato difficile immaginare prima. Adesso, un ulteriore tassello arriva a consolidare sempre più il suo ruolo di “modello” – non da copiare, ma da cui prendere ispirazione: uscirà il 29 ottobre 2025 Franco Pepe: Pizza Chef, pubblicato dalla prestigiosa casa editrice Phaidon che, specializzata nelle pubblicazioni artistiche, ha all’attivo diversi, selezionati titoli legati all’enogastronomia.
Ricette, racconti e incontri
Scritto insieme all’autrice e videomaker indipendente Elisia Menduni, e con le immagini scattate da McGinn e Adam Bricker, fotografo specializzato in food, il libro – realizzato in quattro lingue e distribuito in tutto il mondo – traccia la storia personale e professionale di Pepe, che per la prima volta si racconta in maniera sincera e (quasi) totale, come già era avvenuto in parte per Chef’s Table, mentre nel precedente volume pubblicato dal Gambero Rosso, più sintetico, aveva preferito concentrarsi di più sull’aspetto “tecnico” del suo lavoro.
Naturalmente, anche in questo caso non mancano le ricette di alcune delle sue pizze più famose, dalla celebre Margherita Sbagliata alla fritta Sensazione di Costiera, corredate da ricordi, aneddoti e incontri. Come, ad esempio, quelli con il giornalista americano di stanza a Londra Daniel Young (che per primo lo aveva incoronato “miglior pizzaiolo al mondo” con la sua guida Where To Eat Pizza, e lo aveva già messo in contatto con Phaidon nel 2017 per un progetto poi arenatosi, prima che la casa editrice lo ricontattasse per questo nuovo libro), con Jonathan Gold, con l’autrice americana in Italia Faith Willinger e con la chef e panificatrice Nancy Silverton, alcuni dei quali firmano prefazione e contributi del libro.
Il messaggio per i giovani
Dedicato ai figli Stefano e Francesca, che lo affiancano con ruoli diversi, oltre che alla memoria del padre Stefano e del nonno Ciccio, panificatori e pizzaioli, per Franco Pepe lo scopo del libro non è autocelebrativo ma risponde al suo desiderio di trasmettere qualcosa alle generazioni future: «Spero che sia un’opera utile per chi la leggerà, soprattutto per i giovani, che possano capire chi è Franco Pepe e che si può credere nei propri sogni e vederli realizzati», spiega il pizzaiolo. O meglio, il Pizza Chef come indica il titolo: termine da alcuni additato come supponente ma al momento il più adeguato, ci pare, – lo utilizziamo anche noi per i Food&Wine Italia Awards – a indicare chi sa guardare alla cucina in maniera intelligente, portandola in pizzeria senza scorciatoie.
«Come ha fatto anche Simone Padoan a I Tigli, forse con un po’ più di facilità rispetto al Sud Italia, io ho imparato molto frequentando grandi chef e cucine importanti, e ho cercato di portare questi insegnamenti sulla pizza, ma sempre in maniera personale e senza rinunciare alla mia creatività», commenta Pepe. Nel suo locale, infatti, oggi impiega dei collaboratori addetti alle preparazioni gastronomiche e alla conoscenza degli ingredienti, dedicando molta attenzione pure agli aspetti nutrizionali e salutari anche grazie alla collaborazione con figure professionali esterne al mondo della ristorazione, senza però che i topping prendano il sopravvento sul suo formidabile impasto, in costante evoluzione e declinato in forme, consistenze e cotture diverse.
Mentre le serate con Authentica – il format e la sala dedicata appunto anche alle collaborazioni con importanti chef di tutto il mondo – restano delle bellissime occasioni di incontro e sperimentazione, e dei veri e propri “corsi di formazione” per Pepe e il suo staff, ma le pizze che nascono a quattro mani con i cuochi non sono mai state inserite nel menu di Pepe in Grani, che resta sua espressione totale.
Insomma, senza volerlo considerare un “testamento spirituale” – i tempi sono decisamente prematuri –, per Franco Pepe il libro è un importante riconoscimento di quanto fatto finora: «Mi sento molto appagato dalle tante cose fatte e dai risultati raggiunti, tra cui questo libro, anche se non di certo “arrivato”. Non penso ad andare in pensione, ma credo anche che sia giunto il momento di assumere un ruolo diverso, lasciando anche spazio ai giovani anche se non sempre è semplice trovare persone abbastanza motivate. Ho cercato di fare quanto più possibile per il mio progetto ma anche per il mondo della pizza in generale: questo libro rappresenta una tappa importante della mia vita, e voglio godermela».