Se c’è un’immagine che ogni estate accompagna il torneo di Wimbledon (quest’anno si disputa dal 23 giugno al 13 luglio) tanto quanto i match sull’erba e il rigoroso dress code, è quella di una coppetta di fragole fresche immerse in una nuvola di panna montata. Un rituale che sembra inseparabile dal tennis, ma che in realtà affonda le radici in un passato ben più antico, tutto da riscoprire.
La vera storia delle fragole con la panna a Wimbledon
Il legame tra fragole e panna in Inghilterra precede di secoli il primo Wimbledon Championship, disputato nel 1877. Secondo un articolo della BBC l’abbinamento viene fatto risalire almeno all’epoca elisabettiana, quando le fragole, considerate già allora simbolo di lusso e fertilità, venivano servite con panna in occasione dei banchetti a corte. Ne parla anche The Oxford Companion to Food, enciclopedia sul cibo di Alan Davidson che ricorda come questo accostamento fosse molto diffuso fra XVI e XVII secolo nelle case aristocratiche e nei giardini di campagna, complice l’arrivo di nuove varietà di fragole dal continente e la passione britannica per la panna fresca.
La consacrazione ufficiale al torneo di Wimbledon si deve però all’epoca vittoriana. Fu nel 1877, anno della prima edizione della competizione organizzata dall’All England Croquet and Lawn Tennis Club, che fragole e panna comparvero nel menu riservato agli spettatori. L’idea, si racconta, fu di Henry “Harry” Jones, direttore del club e fervente appassionato di questo “piatto”, scelto sia per la sua popolarità stagionale sia per la sua eleganza semplice. Non è un caso che il torneo si disputi tra giugno e luglio, periodo in cui le fragole inglesi raggiungono il loro apice qualitativo.
Secondo quanto riportato dal sito ufficiale di Wimbledon, già dalle primissime edizioni le fragole con la panna divennero parte integrante dell’esperienza del torneo, al punto che ancora oggi vengono consumate in quantità impressionanti: oltre 190mila porzioni ogni anno (per 28mila chili di fragole con 7mila chili di panna) durante le due settimane di gare. Ogni porzione è preparata con una selezione di fragole britanniche raccolte il giorno stesso o quello precedente da aziende agricole della contea di Kent e di altre aree vocate. Sul sito si possono acquistare perfino dei gadget a tema fragole, tanto sono iconiche per questo torneo.
L’usanza è rimasta invariato nel tempo. All’arrivo all’All England Club, le fragole vengono sottoposte a un’ispezione meticolosa e solo gli esemplari migliori arrivano sui piatti degli spettatori. Le fragole vengono lavate, mondate e servite in coppe di vetro o cartoncino, accompagnate da panna fresca non zuccherata. Un gesto che conserva il fascino dell’essenzialità, perfettamente in linea con il carattere di Wimbledon: un torneo che ha saputo rinnovarsi senza mai tradire le proprie radici.
Negli anni, fragole e panna sono diventate uno dei simboli gastronomici non solo del tennis, ma della cultura estiva britannica. Complice anche il clima inglese mite di luglio, il dessert è entrato nelle abitudini dei picnic, dei tea party e delle celebrazioni popolari. Il suo significato va oltre il gusto: rappresenta un momento di piacere condiviso, un gesto di leggerezza in una cornice di rigore e tradizione.
Una tradizione che resiste, capace di raccontare non solo il gusto di un popolo, ma anche il valore profondo dei rituali gastronomici che accompagnano i grandi eventi sportivi. In un’epoca in cui mode e sapori si rincorrono, le fragole con la panna continuano a essere, anno dopo anno, il dolce più atteso e fotografato del tennis mondiale.