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Salame al cioccolato: origini, curiosità e varianti del dolce senza forno più amato

Da Portogallo e Sicilia alle tavole italiane, l’evoluzione di un dolce popolare tra ricette familiari e riedizioni artigianali

Il salame di cioccolato è un dolce composto da un impasto a base di cioccolato o cacao (per l’appunto), burro, biscotti sbriciolati e talvolta frutta secca o liquori, modellato a forma di cilindro come il salume e spolverizzato di zucchero a velo per richiamarne l’aspetto. La preparazione non richiede cottura: il composto si compatta raffreddando in frigorifero e si affetta per servire. Le sue origini sono dibattute — Italia e Portogallo si contendono la paternità — ma quello che è certo è che il dolce è entrato a pieno titolo nelle tradizioni di più regioni, con nomi e varianti locali che ne hanno accentuato la diffusione.

Un’origine contesa: Portogallo, Sicilia, Piemonte

La genesi del salame al cioccolato non è documentata in modo univoco, e la ricostruzione storica rimane in parte legata alla tradizione orale e ai repertori regionali. In Portogallo il dolce è diffusissimo con il nome salame de chocolate e la tradizione pasticcera portoghese vanta ricette consolidate che risalgono almeno al Novecento; per questo motivo alcuni autori indicano il Portogallo come possibile luogo di nascita della preparazione.

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Parallelamente, in Italia compaiono più tradizioni locali: la Sicilia lo ha codificato nella sua versione nota come “salame turco” ed è stato inserito fra i prodotti agroalimentari tradizionali della regione, mentre in Piemonte esiste la variante nota come “salame del Papa”, legata a tradizioni locali dell’area di Alessandria. In sintesi, più lidi rivendicano la paternità: si tratta di una storia frammentata, tipica dei dolci popolari che si diffondono per rotazione culturale e adattamento locale.

Come si è diffuso e perché è rimasto popolare

Il salame al cioccolato ha avuto un grande successo perché coniuga semplicità e resa gustativa: ingredienti poveri, lunga conservabilità e nessuna cottura lo resero particolarmente adatto alle cucine domestiche e alle pasticcerie che volevano offrire un dolce goloso senza troppo impegno tecnico. Nel Novecento è transitato nelle mense scolastiche, nelle pasticcerie di provincia e nelle dispense familiari, fino a essere accolto anche fuori dai confini europei: l’emigrazione e gli scambi gastronomici hanno portato ricette locali nelle Americhe, dove il dolce subì ulteriori variazioni (ad esempio l’aggiunta di dulce de leche in Uruguay).

Perché piace ancora (e come servirlo)

Alla base del fascino del salame al cioccolato ci sono tre elementi: il contrasto tra la morbidezza del cioccolato e il croccante dei biscotti, la facilità di preparazione e la forte carica emotiva che il dolce porta con sé, legata ai ricordi d’infanzia. Si serve a fette spesse, a temperatura fresca ma non gelata per apprezzarne profumi e texture; può accompagnare un caffè, un bicchierino di liquore, un calice di vino dolce o un distillato amabile. La sua natura “da condividere” lo rende adatto anche alle cene tra amici o ai buffet delle feste comandate.

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Foto da Shutterstock

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