Il panino con la porchetta è forse uno degli emblemi più amati e diffusi del cibo di strada italiano. E se per molti è sinonimo di gastronomia popolare e decisamente non “gourmet”, la preparazione a base di maiale al forno è in realtà profondamente legata alle tradizioni di diverse regioni – Umbria e Lazio in primis, allargandosi a quasi tutto il Centro Italia e fino a Calabria e Sicilia – e vanta produzioni di eccellenza, basate su materia prima di qualità e antica sapienza. Proprio per celebrare questo cibo godurioso, è nato nella regione norcina per eccellenza Porchettiamo, il Festival delle porchette d’Italia.
Giunto alla sua 14esima edizione, il festival gastronomico ideato e organizzato da Anna Setteposte sarà ospitato anche quest’anno nel borgo fortificato di San Terenziano, a poca distanza da Gualdo Cattaneo, il 17, 18 e 19 maggio: una cornice ideale per un evento che riesce a mettere insieme, oltre all’aspetto puramente mangereccio, contenuti che abbracciano «cultura, valori e socialità», come ha ricordato il sindaco Enrico Valentini in occasione della presentazione ufficiale del programma che si è svolta al Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste a Roma. E come ha confermato anche Setteposte: «Negli anni abbiamo sempre cercato di essere coerenti e identitari, proponendo una formula come lo street food che sembra moderna ed invece ha radici antiche. Rispettando il valore e l’identità gastronomica e culturale del territorio è possibile anche comunicare in modo moderno e attuale una regione e le sue tradizioni. È arrivato anche il momento di dare un marchio di qualità Igp alla porchetta umbra, rappresentativa della storia della gastronomica e dell’antica lavorazione del maiale».
Dunque, anche quest’anno i migliori produttori di tutta Italia si danno appuntamento nella Piazza delle Porchette, per fa conoscere ai partecipanti le diverse declinazioni e preparazioni di questo prodotto, che possono variare negli aromi e nelle tecniche ma hanno comunque come filo rosso l’attenzione alla qualità, all’artigianalità e alla genuinità. Protagonista principale sarà il panino con la porchetta (anche in versione gluten free) ma ci sarà spazio – oltre che per laboratori e degustazioni – anche per alcune “variazioni sul tema”, a cominciare dallo stand In Punta di Porchetta: qui, a preparare i panini saranno gli chef, in versione gourmet e talvolta alternativa, come quello con porchetta di gallo proposto da Andrea Natali, chef di origini triestine che con il suo Odio il Brodo lavora soprattutto sul pollo, fresco e ruspante.
Tra il cibo da strada della sezione Porchettiamo&Friends ci sarà spazio per molte altre specialità regionali: da quelle local come la crescia di Urbino a olive ascolane e cremini dalle Marche, lampredotto, trippa e pappa al pomodoro dalla Toscana, arrosticini abruzzesi e così via, oltre alla proposta dei diversi foodtruck. Mentre ad ampliare ulteriormente gli orizzonti ci pensano i gemellaggi gastronomici locali – con il Cicotto di Grutti (Presidio umbro Slow Food che prevede la cottura di diverse parti “di scarto” del maiale nell’antico forno comunale del borgo), e internazionali, con Messico e Giappone, che vedranno ad esempio lo show cooking dello chef Takuya Watanabe dedicato al Sushi di porchetta giapponese.
Per quanto riguarda gli abbinamenti, si potrà sperimentare dalle birre artigianali – selezionate da Fermento Birra – ai vini del territorio, a cura della Strada del Sagrantino. Mentre a completare il programma ci saranno passeggiate guidate a piedi e in bici, dj set e concerti e giochi per i più piccoli. Tra le novità di quest’anno anche la possibilità di acquistare online i gettoni per le degustazioni, da ritirare in piazza, saltando così le file alle casse.
