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Di Paolo awards

Best Packaging: Spazio Di Paolo – Case Zampetta, Pescara

Il premio per la miglior beste grafica, in collaborazione con Scuola Politecnica di Design, va allo studio abruzzese di Mario Di Paolo

Oggi diretto da Mario Di Paolo, lo Spazio Di Paolo è una vera e propria factory, ma anche una boutique creativa vocata al marketing e al packaging per il settore Food&Beverage. Nato come studio fotografico professionale per l’arte contemporanea e la pubblicità sin dalla fine anni ‘60, si è specializzato con la seconda generazione nel marketing e packaging del settore Food&Beverage, con una grande predilezione per il vino negli ultimi venti anni, diventando uno studio premiatissimo per il suo stile riconoscibile basato sull’utilizzo di colori, materiali e forme particolari capaci di ricreare suggestioni e atmosfere inedite. Molti i riconoscimenti all’attivo, l’ultimo successo in ordine di tempo è arrivato alla XV edizione dei Pentawards di Londra (fine settembre 2021), che ha insignito Mario Di Paolo con il titolo di Designer of the Year, tra 2mila candidati da 60 Paesi. L’enfasi cade sulla capacità del designer di rivoluzionare la stampa industriale di etichette di alta gamma, offrendo ai clienti l’opportunità di disporre di linguaggi nuovi per distinguersi sullo scaffale, come le etichette tridimensionali dall’impatto scultoreo.

 

Da poco sei stato insignito con un nuovo riconoscimento ai Pentawards, che ormai da anni premiano la creatività di Spazio Di Paolo. Come si resta sulla cresta dell’onda?
Parlo sempre del mio studio come di un’esperienza di vita, la somma di una serie di esperienze e influenze culturali, dall’agricoltura all’arte. Questo mi ha permesso di sviluppare un mio modo di vedere le cose, qualcosa di estremamente personale: io ho bisogno di creare e di innovare, è un istinto che è stato plasmato da tante contaminazioni, in un percorso ricco di cose appassionanti. La spinta è sempre quella di non accontentarsi mai, ma essere sempre più attenti e ricercati, e originali, attingendo all’enorme database di informazioni e ispirazioni di cui dispongo.

Nei tuoi lavori c’è una componente tecnica spiccata, che è la cifra di veri e propri lavori d’arte.
Deriva dal mio background: vivo da sempre a contatto con grandi artisti, mio padre li fotografava, io passavo molto tempo con lui, e a mia volta ho iniziato come fotografo d’arte.

Questo mi ha insegnato a prendermi cura dell’immagine, ma anche a spingermi sempre oltre i limiti: nell’arte tutto è concesso, il cambio di prospettiva è essenziale. Ho applicato tutto questo al lavoro sul packaging, creando nuovi trend: dalle sovrapposizioni di più carte ai pigmenti materici, ai giochi di rifrazione sulle etichette tridimensionali, mai fini a se stessi perché mirati a suscitare emozione coinvolgendo più sensi.

Come risponde il mondo del vino?
Oggi siamo trendsetter nel campo della stampa industriale del packaging nella wine experience. Le aziende sono sempre più propense a sperimentare, non solo le piccole realtà che ricercano una cura estrema, ma anche i grandi nomi del vino, che hanno voglia di utilizzare nuovi materiali, di comunicare in modo più innovativo e con originalità. È un cambio di passo di cui beneficia un’intera filiera e tutto il sistema della creatività made in Italy.

 

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