Se vi capita di ordinare un caffè a Lisbona, difficilmente sentirete parlare di espresso. Qui si beve la bica, il tradizionale caffè portoghese servito in tazza piccola e dall’aroma intenso, che per molti rappresenta un vero rito quotidiano, al pari della tazzulella napoletana. Sebbene il formato e la preparazione ricordino l’espresso, la bica ha una personalità tutta sua, costruita attraverso secoli di storia e consuetudini diverse.
Nata a Lisbona e diffusa in tutto il Portogallo, la bica è una delle bevande più popolari del Paese e si consuma prevalentemente al banco dei caffè storici o nelle piccole pastelarias di quartiere. La sua peculiarità sta nell’essere leggermente più lungo rispetto all’espresso italiano, con una crema sottile e un gusto più rotondo e meno intenso.
Storia della bica: dalle colonie al cuore di Lisbona
La cultura del caffè in Portogallo ha origini antiche e strettamente legate alla storia coloniale. Furono proprio i portoghesi, tra il XVI e il XVII secolo, a contribuire alla diffusione della coltivazione di caffè in Brasile, destinazione che sarebbe diventata uno dei maggiori produttori mondiali.
Il termine bica si ritiene derivi dall’espressione “beba isto com açúcar” (“beva questo con zucchero”), frase che i baristi erano soliti pronunciare ai clienti che per la prima volta assaggiavano questo caffè, più forte e amaro rispetto a quanto erano abituati. In breve tempo l’espressione si è contratta proprio in bica, diventando sinonimo di caffè ristretto, preparato con macchina a pressione. Fa sorridere che oggi invece tutti i grandi cultori del caffè pretendano (giustamente) che la bevanda si “bica” senza zucchero.

Il primo bar a servire ufficialmente la bica sarebbe stato il celebre Café A Brazileira, inaugurato nel 1905 nel quartiere del Chiado a Lisbona, punto di riferimento di scrittori e artisti tra cui il poeta Fernando Pessoa, il cui tavolo rimane ancora oggi meta di appassionati e turisti. Si dice che per promuovere il prodotto, il bar offrisse a ogni acquirente una tazza gratis per ogni chilo di caffè macinato acquistato. Originariamente il Cafè A Brazileira lo accompagnava con del latte di capra fresco proveniente dalle fattorie vicine, oggi invece questo lato della tradizione si è un po’ perso.
Caratteristiche della bica
Rispetto all’espresso italiano, la bica ha alcune specificità che vale la pena sottolineare. Viene preparata con miscele di caffè arabica e robusta, ma la percentuale di arabica è generalmente più alta rispetto alle miscele italiane, conferendo alla bevanda una maggiore rotondità e una acidità più percettibile.
Il volume in tazza è leggermente superiore a quello dell’espresso classico, intorno ai 30-50 ml, e la crema è sottile, di un colore nocciola chiaro. La tostatura del caffè destinato alla bica è mediamente più chiara rispetto a quella italiana, il che restituisce al palato una bevanda meno amara e più delicata.
Servita rigorosamente in tazza piccola e ben calda, la bica viene spesso accompagnata da una spolverizzata di zucchero e, per chi lo desidera, da un goccio di aguardente (una sorta di grappa portoghese) o liquore nei periodi più freddi.
Differenze tra bica ed espresso italiano
Nonostante le apparenze, tra bica ed espresso italiano esistono differenze precise, che vanno al di là della semplice quantità di liquido in tazza.
La quantità di caffè macinato utilizzata per una bica è leggermente inferiore a quella di un espresso italiano, così come la pressione di estrazione tende a essere più bassa. Questo determina una bevanda meno concentrata, con un equilibrio tra acidità, dolcezza e amarezza più morbido rispetto alla tipica intensità cremosa e corposa dell’espresso nostrano.
Anche la cultura del caffè è diversa: in Italia l’espresso si consuma rapidamente al banco, spesso in pochi sorsi, mentre a Lisbona la bica rappresenta un momento di sosta, da gustare lentamente magari accompagnata da un pastel de nata o da un dolce locale. In questo la loro cultura è più simile a quella americana, con le caffetterie che fungono da luogo di sosta.
Se siete stati in Portogallo ma non a Lisbona siamo sicuri, però, che questa descrizione vi ricordi un altro prodotto: il cimbalino. Se a Lisbona si chiede una bica, a Porto e nel nord del Paese è abitudine ordinare proprio un cimbalino. Il nome deriva dalle prime macchine per espresso La Cimbali installate nei bar di Porto, da cui nacque il soprannome locale per il caffè espresso. Non cambia il metodo di preparazione né il gusto: solo il nome è diverso, a conferma di quanto il caffè sia parte della cultura popolare e linguistica portoghese. Quindi sì, bica e cimbalino sono due termini che indicano la stessa tipologia di caffè espresso in Portogallo, ma cambiano a seconda della regione.