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Pici, Burro bruciato, Katsobushi e N’duja

Bistrot 64 riapre e festeggia 10 anni

A guidare il nuovo corso dell'insegna capitolina torna Emanuele Cozzo che aprì il ristorante nel 2013. Volti familiari anche in cucina e in sala con l'ex sous chef Giacomo Zezza e il maître e sommelier Nikola Bacalu, anche lui presente nella primissima squadra.

C’è un menu degustazione che lo ricorda: Bistrot 64 compie “10 anni”. Cinque portate che ripercorrono la storia di un’insegna aperta nel 2013 che in tre anni ottenne la stella e insieme la fama di essere “alla portata di tutti”. Un primato che venne meno nel 2022, quando la Michelin le tolse il macaron mentre la scena gastronomica capitolina sembrava una bella fotografia ferma nel tempo – per Roma non ci fu alcun nuovo ingresso Guida. Poi l’uscita dello chef e socio Noda Kotaro e il ritorno del founder del locale, Emanuele Cozzo, che dagli esordi fino al 2020 è stato coinvolto attivamente nella gestione del ristorante e della sala.

Oggi è sotto la sua guida che Bistrot 64 riparte nel segno di una cucina tradizionale che tende al gourmet e segue i principi di sostenibilità e stagionalità, garantiti anche dall’orto di proprietà da cui proviene la maggior parte dei prodotti freschi. «Un bravo ristoratore deve essere in continuo movimento, alla scoperta del mondo per rintracciare stili e tendenze del gusto – spiega Emanuele Cozzo –. Questo ti permette di stimolare la creatività, elaborare nuove idee al passo coi tempi». A interpretare il nuovo corso della cucina c’è Giacomo Zezza, ex sous chef di Bistrot 64 che dopo l’addio di Cozzo, aveva seguito l’imprenditore nel progetto di MyTale nel Rione Monti.

Sebbene l’ambiente sia completamente aggiornato, in uno stile essenziale che conta appena 30 coperti e non rinuncia a un bancone, il menu si riappropria della sua identità attraverso alcuni signature, come il Baccalà con pioppini, pollo e sumak o la Zucchina, mela, karkadè e fagioli che, oltre a essere citati nel percorso dedicato al decennale – su richiesta è disponibile anche in versione vegetariana e vegana – si possono ordinare alla carta, una selezione molto snella che conta massimo tre voci tra antipasti, primi, secondi e dolci; l’altro degustazione si chiama Prima Era, 8 corse a scelta dello chef. Una voce a parte evidenzia il tributo alla romanità con Amatriciana e Carbonara nella versione da 50 oppure da 100 grammi. Chi rinuncia volentieri al dessert può optare per la proposta francese del tagliere di formaggi a fine pasto. Per la scelta del vino ci si affida alla competenza del maître e sommelier Nikola Bacalu, anche lui nella primissima squadra dell’apertura. Insomma, nella rinnovata veste di Bistrot 64 si ritrova una verità di gattopardiana memoria: tutto cambia perché nulla cambi.

Maggiori informazioni

Bistrot 64
Via Guglielmo Calderini 64, Roma
bistrot64

Foto di apertura: Pici, burro bruciato, katsobushi e ’nduja (ph. Andrea Di Lorenzo)

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