Il 4 e 5 ottobre si svolge una nuova edizione di Caseifici Aperti, l’iniziativa promossa dal Consorzio del Parmigiano Reggiano. Saranno 45 i caseifici visitabili nelle cinque province di produzione, con un programma che include visite guidate, degustazioni e attività per famiglie. Dopo il successo della scorsa primavera, che ha segnato un incremento del 50% dei visitatori rispetto al 2024, l’evento torna a raccontare una Dop simbolo dell’Italia nel mondo.
Un fine settimana per scoprire il Parmigiano Reggiano
Il primo weekend di ottobre segna il ritorno di Caseifici Aperti, due giorni in cui sarà possibile entrare nei luoghi di produzione del Parmigiano Reggiano. L’iniziativa, che si tiene due volte all’anno, permette a residenti e turisti di assistere dal vivo alle fasi di lavorazione, dall’arrivo del latte alla rottura della cagliata, fino al taglio della forma. Oltre alle visite guidate, sono previste degustazioni, pranzi, laboratori per bambini e momenti dedicati all’apertura della forma, uno degli appuntamenti più attesi.

Saranno 45 i caseifici aderenti nelle cinque province del comprensorio: 18 a Parma, 12 a Reggio Emilia, 9 a Modena, 5 a Mantova (nella zona a destra del Po, come stabilito dal disciplinare) e 1 a Bologna (alla sinistra del Reno). Ogni realtà propone attività differenti, prenotabili attraverso il sito ufficiale dell’iniziativa. «Aprire le porte dei caseifici significa mostrare il lavoro quotidiano dei casari e la storia che accompagna ogni forma,» ha spiegato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano. «È il modo più diretto per far conoscere l’artigianalità del prodotto e trasformare i visitatori in ambasciatori della Dop, generando un legame che va oltre l’acquisto e si riflette anche sul turismo locale».
Visitare i caseifici significa entrare nelle cosiddette “Cattedrali del formaggio”, i magazzini di stagionatura dove migliaia di forme riposano per mesi. La produzione del Parmigiano Reggiano segue da secoli lo stesso metodo, basato su tre ingredienti – latte, sale e caglio – senza additivi né conservanti. Un patrimonio di conoscenze tramandato di generazione in generazione che oggi rappresenta uno dei simboli più riconosciuti del made in Italy agroalimentare.
La manifestazione ha conosciuto negli ultimi anni una partecipazione sempre più ampia. L’edizione primaverile di quest’ano ha registrato un incremento del 50% rispetto allo stesso periodo del 2024. Nel complesso, nel 2024 i caseifici visitabili avevano accolto oltre 180.000 persone, con un aumento del 5,9% rispetto al 2023. Le presenze straniere hanno avuto un ruolo rilevante, rappresentando circa la metà dei visitatori, soprattutto da Stati Uniti, Germania, Francia e Regno Unito.
L’evento è anche un’occasione per conoscere il territorio che circonda le aree di produzione. L’iniziativa si inserisce all’interno di un contesto di turismo enogastronomico in crescita, stimato in oltre 40 miliardi di euro di valore secondo il rapporto AITE e Visit Emilia. Dalla Food Valley parmense alla Motor Valley modenese, fino ai palazzi dei Gonzaga a Mantova e ai portici di Bologna, l’esperienza nei caseifici diventa un punto di partenza per scoprire altre eccellenze culturali e paesaggistiche.