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pina colada

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Do You Like Piña Colada?

Questa versione più leggera del classico drink tropicale è una vacanza in un bicchiere.

RUPERT HOLMES – autore del popolare brano del 1979 “Escape (The Piña Colada Song)” – mai avrebbe potuto immaginare che la sua melodia pop-rock sarebbe diventata, dopo ben 40 anni, la colonna sonora di una pandemia.

Durante la quarantena dell’anno scorso, riuscivamo a rompere la monotona claustrofobia delle quattro mura di casa soltanto grazie a una bella dose di umorismo. Qualche settimana dopo l’inizio del lockdown, alcuni amici dei miei genitori – due dei settantenni più divertenti che conosco – chiesero a me e mia moglie se ci andasse di fare una happy hour su Zoom. Dopo esserci agghindate con camicie hawaiane, cappelli di paglia e occhiali da sole, tirammo tutte le bottiglie fuori dal mobile bar per cercare qualcosa con cui preparare una bibita ghiacciata.

Tutto quello che riuscimmo a trovare fu una bottiglia di rum e delle ciliegine rosa fluorescenti. Dalla dispensa però sbucò un barattolo di latte di cocco; dal freezer, un pacchetto di “bocconcini” di ananas. Improvvisai, frullando il latte di cocco, l’ananas e il rum a frappè, aggiungendo un paio di cucchiai di zucchero di canna, un pizzico di essenza di vaniglia, una spremuta di lime e qualche cubetto di ghiaccio. Riempii due calici a tulipano, misi il resto nel frigo e finii di decorare i cocktail in stile esageratamente tropicale con fette di lime, ciliegine, ombrellini di carta e bastoncini colorati. Alzammo il volume e, con Holmes che canticchiava in sottofondo della sua piña colada sotto la pioggia, ci collegammo su Zoom. La reazione dei nostri amici appena apparimmo in video fu il toccasana necessario. Al secondo giro di cocktail, la vita ormai ci sorrideva. Il vantaggio poi è che, nonostante avessimo scolato l’intera caraffa, non ci sentivamo per niente appesantite come succede con il sapore stucchevole della ricetta classica.

Anche se la mia versione non è proprio salutare, l’abbiamo rifatta ogni volta che nei mesi successivi ci ha preso di nuovo la claustrofobia. Dopo qualche tempo, una piscinetta prefabbricata con tanto di gonfiabili a forma di fenicottero è entrata a far parte della scena. È passato oltre un anno, e continuo a godermi questa piña colada “alleggerita” – ma chi mi aiuta a togliermi quella benedetta canzone dalla testa?

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