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A Spoleto torna EaT: il festival che unisce cibo e teatro

Performance, degustazioni, nuove produzioni e progetti per il pubblico di tutte le età trasformano gli spazi teatrali in luoghi dedicati alla cultura gastronomica

Dal 4 al 7 dicembre Spoleto torna a ospitare EaT – Enogastronomia a Teatro. La manifestazione propone quattro giorni di spettacoli, degustazioni e progetti scenici che trasformano il cibo in linguaggio culturale e performativo, con un programma che introduce nuove produzioni, anteprime nazionali e attività pensate anche per il pubblico più giovane.

Alla scoperta di un festival unico nel suo genere

La città riapre il sipario sulla quarta edizione di EaT, rassegna dedicata al rapporto tra gastronomia e arti sceniche. La manifestazione si sviluppa nei luoghi simbolici della vita culturale cittadina, dal Teatro Caio Melisso al Teatrino delle Sei, e utilizza il teatro come spazio di degustazione, dialogo e narrazione.

L’edizione 2025 si apre il 4 dicembre con l’anteprima nazionale di “Mama I’m Coming Home”, produzione della compagnia Sesti/Contini che affronta il rapporto tra madri e figli attraverso una storia personale inserita nel contesto dell’Italia degli anni Sessanta. Lo spettacolo include l’assaggio di piatti ispirati alla cucina contadina umbra e utilizza la dimensione domestica come punto di contatto fra racconto scenico e memoria gastronomica. La contrapposizione generazionale, i modelli familiari e il cambiamento sociale diventano elementi narrativi attraverso cui riflettere su identità, linguaggi e ruoli culturali.

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Tra le novità del festival figura anche “A Tavola!”, prima produzione firmata EaT, in scena il 7 dicembre. L’opera propone un percorso che mette al centro il gesto del preparare la tavola e il valore simbolico del convivio. Il rito del mangiare insieme viene raccontato attraverso riferimenti storici e culturali che spaziano dalle tavole romane alle abitudini contemporanee, mettendo in evidenza come utensili, gesti e abitudini definiscano il rapporto comunitario con il cibo. La mise en place diventa un elemento drammaturgico che interpreta l’accoglienza come forma di relazione.

Il programma introduce inoltre uno spettacolo dedicato ai bambini: “Shakespeare a colazione”, ispirato al format “Shakespeare for Breakfast” del Fringe Festival di Edimburgo. La formula unisce teatro e colazione e mette in scena personaggi elisabettiani in una dimensione leggera e divulgativa. I più piccoli assistono a una rappresentazione che intreccia sonetti, dialoghi e comicità mentre viene servita una vera colazione, riproponendo un modello internazionale di teatro partecipato.

La seconda giornata, il 5 dicembre, ospita “Emozioni da bere”, uno spettacolo che esplora l’associazione fra stati emotivi e creazione dei cocktail attraverso un percorso narrativo e performativo. Il 6 dicembre si apre con un momento di confronto istituzionale con la tavola rotonda dedicata al ruolo dei Consorzi di tutela nell’era dell’intelligenza artificiale, organizzata dal Gal Valle Umbra e Sibillini. I temi affrontati riguardano l’origine dei prodotti, le garanzie di qualità e la necessità di mantenere un presidio sulle denominazioni europee in un contesto digitale in continua evoluzione.

Nella stessa giornata prende forma una serie di appuntamenti che combinano narrazione e gastronomia. “Cibo angelico”, interpretato da Mariella Fabbris, utilizza racconti e suggestioni letterarie per riflettere sul rapporto fra memoria, natura e cucina. “La última vez”, firmato da Gabriella Salvaterra, propone una cena performativa incentrata sul tema delle ultime volte come rito emotivo e narrativo, proseguendo il percorso di ricerca sviluppato con il Teatro de los Sentidos.

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Il pomeriggio ospita una degustazione dedicata al Trebbiano, a cura dei giornalisti Antonio Boco e Giuseppe Carrus, che affrontano la trasformazione di questo vitigno da varietà marginale a protagonista di vini originali e contemporanei. La giornata si chiude con il ritorno dei Food Ensemble, che presentano “Il concerto che puoi mangiare”, performance multisensoriale realizzata in collaborazione con lo chef Tommaso Tonioni. La preparazione del piatto diventa suono, gesto e ritmo, generando una traccia musicale che verrà pubblicata dopo l’evento.

L’ultima giornata, il 7 dicembre, propone una matinée con il film “Il gusto delle cose”, proiezione che esplora la cucina come linguaggio affettivo, e una replica dello spettacolo “Shakespeare a colazione”. Nel pomeriggio va in scena “Mangiare tutto”, produzione che analizza con leggerezza la relazione tra italiani e cucina, fra tradizioni familiari, passioni e abitudini radicate. La manifestazione si chiude con l’ultima replica di “A Tavola!”, che conclude un percorso dedicato al rapporto fra convivialità, cultura e racconto teatrale.

Con EaT, Spoleto ripropone un modello in cui il teatro torna a essere spazio di incontro e condivisione, recuperando una tradizione settecentesca in cui la sala teatrale era anche luogo sociale e conviviale. La manifestazione riafferma la centralità della cultura gastronomica come strumento narrativo, performativo e comunitario.

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