Florio

Partiamo da un assunto: non esiste “il” Marsala ma una moltitudine di espressioni, tante quante sono le “rotte” naturali e umane. Tragitti che possono essere anche molto lunghi e complessi, tanto da meritare un’etichetta “narrante” che li racconti nel dettaglio. È questa una delle novità di Florio, la cantina di Marsala – dal 1988 di proprietà di Illva Saronno e oggi parte del gruppo Duca di Salaparuta – che ha scritto una fetta di storia enologica molto importante della Sicilia e non solo. E che oggi è pervasa da un ammirabile dinamismo e spirito innovativo nel voler restituire al Marsala il posto che merita sul mercato. Dunque ecco una nuova linea di referenze che fa comprendere l’artigianalità e l’enologia dell’ascolto di Florio e che, come in una sorta di diario di viaggio, spiega il percorso che si cela dietro a ogni bottiglia, dall’acino di uva grillo fino alla cantina, indicando l’anno della fortificazione, il verbale di miscela, il periodo di affinamento e il tragitto dei fusti all’interno delle navate, tra le altre informazioni. Una visita al Baglio Florio – realizzato nel 1833 da Vincenzo Florio, che qui di fronte al mare fondò la sua impresa vinicola, cambiando il volto economico dell’isola e diventando il portabandiera della viticoltura siciliana nel mondo – è una vera epifania: si attraversa una sorta di “foresta” di legni costituita da tini, botti e caratelli di rovere posizionati nei quattro differenti ambienti climatici della cantina. La distanza che le botti hanno avuto, nel corso della loro storia, dal mare è l’elemento naturale preponderante sulle complesse dinamiche di affinamento, in base al quale i Marsala acquisiranno sapidità e sentori di alga o viceversa complesse note evolutive terziarie. La linea Exclusive, che comprende quattro etichette a tiratura limitata, consente di comprendere al meglio questa singolare espressività e la grande versatilità negli abbinamenti.