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Parco delle Api_Castello di Meleto

Giornata mondiale delle api: tra economia circolare, ambiente e buonumore

Dal gelato al millefiori alla propoli come medicina per la vigna, ma anche le arnie che verificano lo stato di salute dei terreni: come salvaguardare questi preziosi insetti e amare il pianeta mangiando il nettare che trasformano.

Il millefiori è il miele preferito dagli italiani, e mentre il 59% lo usa per dolcificare le proprie bevande, il 52% lo spalma direttamente sul pane. Questo è quanto emerge dal sondaggio della rivista “Vita in Campagna” – mensile con i consigli giusti per orto, giardino, frutteto, vigneto – realizzato su un campione nazionale di 1300 apicoltori hobbisti, al fine di studiare le loro abitudini rispetto a questo alimento in occasione della Giornata mondiale delle api che ogni 20 maggio ribadisce quanto l’importanza di questo laborioso insetto non si limiti alla sola produzione di miele. L’anniversario, Istituito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2018 in onore di Anton Jansa, pioniere nel XVIII secolo dell’apicoltura moderna nel suo paese, la Slovenia, ricorda all’umanità quanto la nostra esistenza dipenda dalle api e da altri impollinatori e fa riflettere su un dato: se il loro continuerà a diminuire  saranno a rischio pesche, castagne, mele, mandorle, e poi zucchine, pomodori, ma anche latte e caffè.

Il miele fa bene anche alla vigna. È un lavoro congiunto tra viticoltori e apicoltori svolto presso Il Castello di Meleto – unica azienda del Chianti Classico a possedere un castello del Duecento –, a rilanciare l’appello per la protezione delle api. Dopo l’iniziativa Nel Nome dell’ape del 2020, che ha permesso di “adottare” un’arnia, l’azienda ospita oggi più di 3 milioni di insetti. Su ogni arnia viene apposto il nome dell’investitore, che riceve il proprio miele con aggiornamenti costanti sull’andamento della produzione. Alle pendici del Vesuvio c’è, invece, un giovane enologo che vive in armonia con l’ecosistema e usa la propoli (una resina grezza prodotta dalle api) per proteggere le sue uve. «È da tre anni che utilizzo la propoli e la cera d’api nel mio vigneto – dichiara Antonio Giuliano, titolare di Cantina Maranto – l’ho trovata veramente utile soprattutto nelle prime fasi del germogliamento, perché ha la capacità di stimolare le difese naturali della pianta e agisce come uno straordinario antibiotico naturale contro le malattie fungine, adatto a prevenire gli attacchi parassitari». 

Per sperimentare un’esperienza 100% rurale, c’è un uliveto della Basilicata dove è possibile dormire all’interno di un alveare. Si tratta di un posto unico – pare nel mondo – in cui il giovane apicoltore lucano Rocco Filomeno ha costruito un apiario integrato che è anche la prima  struttura ricettiva che permette di soggiornare insieme alle famiglie delle api. Una casetta in legno di abete e betulla tra Grottole e Matera che unisce innovazione, sostenibilità e slow tourism al mondo dell’apicoltura e dell’apiterapia, tra il dolce ronzio e l’aroma inconfondibile di questo oro colato.

Un virtuoso esempio di come il territorio possa diventare parte integrante di una ricetta viene fornito dal Consorzio di Tutela della Finocchiona IGP che da ormai due anni promuove un progetto di tutela della biodiversità e prolificazione delle api e ha donato tre arnie a un’azienda produttrice di finocchietto selvatico, elemento imprescindibile per l’insaccato toscano (ve ne avevamo parlato qui). Le api, “sentinelle dell’ecosistema”, oltre all’instancabile lavoro di impollinazione e produzione mellifera, sono naturalmente attratte dal giallo intenso di questa pianta erbacea, tra i colori che rendono riconoscibile a prima vista il paesaggio toscano. Installando le arnie nel proprio territorio, l’azienda agricola fa analizzare la presenza di pesticidi e sostanze chimiche presenti sui pollini e nei materiali depositati dalle api nelle casette: sarà quindi così possibile verificare lo stato di salute dei terreni e delle coltivazioni che ospiteranno le arnie. «3Bee fa della sostenibilità, ambientale e sociale, uno dei valori chiave per lo sviluppo di tutte le sue attività. L’ape è sempre al centro e ogni anno ci poniamo un traguardo sempre più alto da raggiungere in termini di api monitorate e protette con la tecnologia. Quest’ultima è diventata di recente una grande alleata degli apicoltori che se ne prendono cura ogni giorno», afferma Niccolò Calandri, CEO di 3Bee.

Si chiama invece Bee the future l’iniziativa promossa da Eataly di Torino, Milano, Roma, Genova e Piacenza con l’obiettivo di incentivare le persone a seminare sui balconi di casa i fiori amici delle api. Da venerdì 20 a domenica 22 maggio (tra l’altro Giornata mondiale della biodiversità) acquistando una bustina dei semi si riceverà in omaggio una paletta da giardinaggio personalizzata con grafica Bee the Future. Questi semi sono già stati piantati in sei diverse città, mentre da oggi nella catena di Oscar Farinetti arriverà anche un’edizione limitata di Beeopak – pellicola ecologica realizzata con cotone e cera d’api, ideale per conservare il cibo fresco più a lungo rispettando l’ambiente.

Ragionando sul prodotto finito, la varietà del millefiori ha ispirato il gelato di Valerio Esposito, maestro gelatiere di Tonka in provincia di Latina, che per la stagione 2022 ha lanciato il progetto BeeTonka in sinergia con l’azienda Ape d’Oro di Aprilia, creando dieci gusti in base alle caratteristiche delle differenti tipologie di miele prodotte dalla realtà apistica amica dell’Agro Pontino. Proprio nel mese di maggio al bancone della sua gelateria propone Fiori e millefiori: un gelato pensato per divertire i bambini grazie a un colorante naturale. L’infusione del fiore Butterfly Bee conferisce infatti alla crema una naturale tinta blu. Restando sempre in tema dolce, Il Circolo Dei Golosi di Baileys, ovvero la community creata dalla celebre crema di whiskey irlandese che porta il distillato nelle cucine dei migliori chef JRE Italia, festeggia questa giornata con il Nido d’ape dello chef Andrea Valentinetti. Lo chef-patron di Radici a Padova gioca con l’irish cream per dare vita a un incontro di sapori e consistenze tra una cremosa namelaka al cioccolato e la falsa mousse di Baileys che regala un’inconfondibile nota aromatica e alcolica. Un’esplosione di dolcezza che termina con la croccantezza del crumble d’orzo e l’effetto crunch al cacao. 

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