Il protagonista della nostra storia è Harry Kernoff, artista ebreo di origini russe, che ha trascorso gran parte della sua vita a Dublino raccontando la quotidianità urbana nei pub cittadini attraverso xilografie e dipinti. A cinquant’anni dalla sua morte, le sue opere continuano a essere visibili nei locali in cui amava dipingere e vendere arte, costituendo una delle testimonianze più autentiche della cultura irlandese del Novecento.
La Dublino dei pub raccontata da Harry Kernoff
Se siete stati a Dublino, soprattutto nei pub più antichi della città, è molto probabile che siate rimasti affascinati da qualche dipinto che mostra la vita di quello stesso pub. Probabilmente lo avete dato per scontato, ma quel dipinto è stato fatto da uno degli artisti più importanti della storia d’Irlanda.

Nato a Londra da genitori ebrei fuggiti dalla Russia zarista, Harry Kernoff si trasferì a Dublino nel 1914. Figlio di un ebanista, apprese inizialmente le tecniche artigianali della lavorazione del legno. Negli anni successivi sviluppò un linguaggio visivo personale che trovò nei pub di Dublino il suo campo di espressione più fertile.
Formatosi alla Dublin Metropolitan School of Art, espose regolarmente alla Royal Hibernian Academy. Tuttavia, fu fuori dagli ambienti accademici che Kernoff lasciò l’impronta più profonda: nei locali della capitale irlandese, dove frequentava scrittori, giornalisti, artisti e intellettuali.
I pub non furono solo sfondo ma materia viva della sua opera. Tra clienti comuni e figure di spicco della scena culturale, come il poeta Patrick Kavanagh, Kernoff trovò soggetti ricorrenti. Spesso realizzava schizzi direttamente in loco, vendendo le opere alle stesse persone ritratte o ai gestori dei locali. Il Palace Bar in Fleet Street, uno dei pub più iconici della città, conserva ancora numerose xilografie e dipinti dell’artista.

Le opere di Kernoff si collocano a metà strada tra documento e interpretazione. Senza indulgere nel realismo fotografico, i suoi ritratti restituiscono la fisionomia collettiva di una Dublino popolare e operosa, attraversata da tensioni sociali e da vitalità culturale. Come scrive Atlas Obscura, è in particolare il suo legame con il pub di Davy Byrne, citato anche nell’Ulisse di James Joyce, che evidenzia l’intreccio tra arte visiva e letteratura, in una città che faceva del ritrovo al bancone un atto sociale e intellettuale.

A testimoniare la centralità dei pub nel lavoro di Kernoff è anche l’opera Un uccello non volò mai su un’ala (in copertina), un dipinto che elenca sullo sfondo i nomi di oltre cento locali di Dublino. Ne esistono diverse versioni, alcune realizzate in xilografia, tecnica in cui Kernoff eccelleva. Una di queste è oggi visibile al bar Neary, altra tappa rilevante per comprendere la diffusione delle sue opere nei locali pubblici. Questo dipinto è particolarmente importante anche per la storia della televisione. Liam Collins, un giornalista del Sunday Independent, qualche anno fa scrisse che il dipinto di Kernoff avrebbe ispirato il personaggio di Spock in Star Trek. Il quadro, rimasto per molti anni appeso alla parete del pub O’Brien’s in Leeson Street: in effetti, il personaggio sulla destra somiglia molto a Leonard Nimoy. Si racconta che un designer di Hollywood abbia visto il dipinto da O’Brien’s e sia stato ispirato a creare il personaggio metà umano e metà vulcaniano. È una teoria difficile da dimostrare o confutare ma è affascinante.
Un’eredità ancora visibile
Nonostante non goda della fama internazionale di altri contemporanei, Kernoff è oggi considerato uno dei più importanti interpreti della vita urbana irlandese del XX secolo. La sua opera è spesso accostata a quella dell’artista britannico L. S. Lowry per l’approccio diretto e non idealizzato alla rappresentazione del quotidiano.
Molti dei suoi dipinti sono oggi esposti alla National Gallery of Ireland, ma è nei pub che la sua eredità si è stratificata nel tessuto urbano. Luoghi come il Palace Bar, il Davy Byrne’s, il Peter’s Pub o il Molloy’s conservano e mostrano ancora oggi le sue xilografie, alcune delle quali ritrovate per caso tra i locali tecnici o dietro i controsoffitti. In più di un’occasione, Kernoff pagò i propri conti con opere d’arte che i gestori conservarono.

Una delle immagini più note è quella di un giovane Brendan Behan (drammaturgo e rivoluzionario irlandese) ritratto in modo caricaturale, visibile oggi al Molloy’s di Talbot Street, uno degli ultimi “early house” rimasti a Dublino.
Una memoria urbana da conservare
Kernoff si avvicinò alla cultura del pub come luogo di inclusione, osservazione e partecipazione, specialmente per chi, come lui, era arrivato da altrove. Attraverso la sua arte, integrò la dimensione sociale della vita irlandese attraverso un linguaggio accessibile e condiviso.
A cinquant’anni dalla sua morte, l’artista resta visibile non solo nei musei, ma nelle sale affollate dei pub che ne hanno accolto le opere e, in molti casi, ne custodiscono ancora la memoria. Attraverso le sue opere Harry Kernoff ha trasformato i luoghi ordinari della Dublino del Novecento in spazi di racconto collettivo. Chi oggi ordina una pinta in uno di questi locali può ancora imbattersi in uno scorcio della sua visione a testimonianza della grande tradizione dei pub di Dublino.