Un bicchiere di Lemontano – deliziosa bevanda a base dei limoni che crescono sulle terrazze di proprietà, dalle note dolci e rinfrescanti – accoglie gli ospiti del San Montano Resort & Spa, in cima al promontorio ischitano affacciato sulla baia da cui prende il nome, subito dopo i sorrisi del personale addetto all’accoglienza e gli alberi d’olivo secolari che costeggiano l’ingresso e fanno da quinta a un panorama incantevole sul golfo di Lacco Ameno. E anche da “divisori” ai tavolini del Sunset Lounge, che dalla sala panoramica dove il bancone fronteggia il pianoforte si allungano tra la terrazza che ospita anche i concerti d’arpa e verso il belvedere.
L’ideale per ammirare il tramonto sorseggiando uno dei cocktail signature della carta, a cominciare dalle diverse varianti isolane su Spritz e Americano come l’Aragona Spritz (liquore allo zenzero, liquore al melograno, angostura all’arancia, Prosecco) o il Mi.To. per Ischia (Campari, Vermouth Antica Formula, Rucolino, gocce di limone, soda) creati dal bar manager Ambrogio De Siano, accompagnati da squisiti assaggi dalla cucina. Mentre il benvenuto in camera è rappresentato dalle deliziose sfogliatelle mignon, in versione riccia e frolla per indovinare i gusti di ciascuno.
Il San Montano Resort & Spa a Lacco Ameno
Non c’è dubbio che i segni distintivi della bella struttura creata sulle spoglie di un precedente albergo dalla famiglia De Siano – che conta altre strutture alberghiere sull’isola e il lussuoso e premiatissimo Borgo Santandrea ad Amalfi gestito assieme alla famiglia Orlacchio – siano l’ospitalità a cinque stelle e le acque termali che sgorgano direttamente da una sorgente a 100 metri sotto il livello del mare, dunque a circa 200 metri di profondità dal resort situato sull’altura panoramica dove in passato si trovava una stazione di avvistamento della Marina Militare, alimentando le svariate piscine che disegnano un piccolo parco termale immerso nel verde, cui si aggiungono quelle delle private di alcune suite, come la scenografica Amalfi Sunrise con vista sul Vesuvio. E a completare la parte wellness c’è anche la Ocean Blue Spa, panoramica tanto dalle sale interne quanto dalle terrazze che ospitano alcuni trattamenti a partire dal massaggio Lemontano, da fare immersi tra gli aromi agrumati del limoneto.
La proposta gastronomica firmata da Francesco Scotto di Minico
Ma è altrettanto certo che l’offerta gastronomica rappresenta un ulteriore e validissimo motivo per scegliere il resort per un soggiorno all’insegna del relax, del comfort e anche del gusto. La cucina è affidata all’Executive Chef Francesco Scotto di Minico: arrivato qui quattro estati fa dal ristorante O’ Pignattello – locale a poca distanza dall’albergo, nel cuore di Lacco Ameno, dove per un periodo ha lavorato anche le storica cuoca procidana Libera Iovine e oggi guidato da un bel team –, ha alzato l’asticella gastronomica dell’hotel che, guidato dal general manager Arcangelo De Siano, vede ogni anno migliorie e nuove aggiunte (per l’estate 2025 la novità principale è La Serra, splendida ed enorme suite panoramica ricavata negli edifici che furono della Marina Militare).

E lo si nota a cominciare dalla prima colazione, con un ricco e ben curato buffet in cui spiccano i tanti tipi di pane e gli squisiti lievitati – immancabile e perfetto il cornetto ischitano, che mixa impasto sfogliato e brioche in un morso soffice e appagante – affiancati dalle proposte alla carta, dolci e salate: «Per me, la colazione è il momento più importante e a cui dedico maggiore attenzione: determina come andrà il resto della giornata», racconta lo chef.
Ischitano, Scotto di Minico ha iniziato fin da piccolo ad armeggiare in cucina accanto al nonno cuoco: «È stato lui che mi ha insegnato il valore della cucina, e di ogni alimento: in questo, condivido molto l’approccio giapponese, per me insalata e caviale meritano lo stesso rispetto. Conosco molto bene i prodotti dell’orto e la loro stagionalità, e lavoro a stretto contatto l’azienda di Filippo Florio, che coltiva anche una varietà antica di grano locale e alleva i conigli, come facevano anche i miei nonni». E poi ci sono i limoni che crescono sulle terrazze dell’albergo, di tantissime varietà da quelli locali detti “pane”, con l’albedo spesso e dolce, fino ai finger lime, che entrano in tanti piatti e sono anche alla base di un delizioso gelato. «Ischia è un’isola che ha tutto, dal mare alla terra», spiega.
Pizza e piatti della tradizione da Franco’s Restaurant
Così, nonostante le esperienze importanti tanto sull’isola quanto in Costiera – al Don Alfonso – e all’estero, in Germania, lo chef mantiene un approccio saldamente incentrato sulla materia prima: «Mi piace rispettare gli ingredienti anche attraverso le cotture, mantenendone sapori e colori, e proporre piatti immediati, se pure con un po’ di innovazione», ci spiega. Così, nasce i menu del panoramico Franco’s Restaurant, dove gli ospiti dell’hotel possono pranzare con piatti di chiara impronta mediterranea come l’Insalata di polpo, patate, sedano e limone, gli Spaghetti alla colatura di alici di Cetara o il Fritto di gamberi e calamari.

Ma anche con insalate, bruschette o con le ottime pizze sfornate dal Luigi Punzo, come la “Pizza dei Pizzaioli” (con pomodoro San Marzano, provola di Agerola, Parmigiano Reggiano, pepe, basilico e olio extravergine) o la squisita fuori carta con cremoso di bufala, pomodoro confit e scampi marinati al momento con zeste di lime, pepe e scorza di limone grattugiata.
La cucina mediterranea e immediata de La Veranda
Ma anche quello de La Veranda, ristorante serale fine dining affacciato sulla Baia di San Montano (e aperto anche agli ospiti esterni, nella foto in apertura), dove la linea guida resta quella di non allontanarsi troppo dalla semplicità per accontentare una clientela cosmopolita che a Ischia cerca una cucina tradizionale, se pure con qualche spunto originale. Qui, a colpire – e a lasciare pienamente soddisfatti – con sapori in evidenza e preparazioni impeccabili sono piatti come la Panzanella di astice o lo Spaghettone di Gragnano aglio, olio e peperoncino con gambero rosso croccante di pane al limone – ormai un signature –, essenziale e buonissimo.

Come pure il Tubettone con crema di fagioli di Controne, totanetti e cime di rapa, che contano tanto sulla mano dello chef quanto su prodotti di alta qualità come i legumi cilentani di Michele Ferrante e la Pasta di Gragnano Igp del pastificio Carmiano, che abbiamo scoperto proprio grazie a Francesco Scotto di Minco: «Il tubettone è il mio formato preferito», confessa, spiegandoci come dedichi gran parte dei mesi invernali di riposo proprio alla ricerca di prodotti e materie prime.
Mentre tra i secondi, considerata sia la tradizione “di terra” isolana che i gusti della clientela internazionale, non stupisce che il Filetto di Fassona piemontese con tartufo estivo o il Maialino con la caponata siano altrettanto richiesti della Spigola con pomodori e friggitelli; motivo per cui la carta dei vini annovera anche bei rossi, oltre a bianchi e rosati isolani e non solo. «Ma ci piacerebbe anche rimettere in menu la Chateaubriand, o il pesce al sale, dando rilievo pure al servizio di sala», racconta lo chef.
Che però, insieme alla proprietà, coltiva – senza fretta – anche un altro sogno: «C’è l’idea, in futuro, di aprire un ristorante fine dining all’interno dell’albergo ma indipendente, dove potrei esprimere un concetto di cucina più personale. Non si allontanerebbe troppo dal menu della Veranda, ma con maggiore libertà. Per me, resta fermo il concetto che quando guardi il piatto, devi capire di cosa si tratta», sintetizza.