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Riccardo Baldi

La Staffa

Raccontare il Verdicchio in chiave contemporanea ma conservarne il gusto di un tempo.

In poco più di 10 anni, La Staffa ha ribaltato la percezione del Verdicchio, vitigno orgogliosamente locale perché coltivato quasi esclusivamente nelle Marche. Staffolano doc, Riccardo Baldi ha appena concluso il liceo e iniziato il percorso universitario in Economia e Commercio quando nel 2009 assume la guida dell’azienda vinicola che il padre, e prima ancora lo zio, coltivava come hobby da qualche anno: è stata sufficiente la prima vendemmia, operata in maniera artigianale e istintiva sui due iniziali ettari che circondano la casa colonica, a fargli capire che quella del vignaiolo sarebbe diventata presto la sua professione. Un predestinato, forse, se si pensa che a fronte di circa 2mila abitanti a Staffolo esiste una ventina di cantine; non a caso, ci troviamo sul “Colle del Verdicchio”. A distanza di qualche anno, e superati i 10 ettari a conduzione diretta, l’azienda ha messo a valore la storia del territorio che la nutre – qui si produce verdicchio dall’anno mille e il vignaiolo intende “conservarne il gusto di un tempo” – raccontandola però con piglio contemporaneo. Riccardo sfrutta e asseconda le pendenze, le escursione termiche tra giorno e notte e i terreni argillosi e ricchi tra Staffolo e Cupramontana, che saranno determinanti per la sapidità del sorso. Se La Staffa è stata tra le prime realtà vinicole ad avviare il percorso di conversione al biologico (già nel 2011) e oggi è in fase di avvicinamento al biodinamico, lo si deve proprio allo spirito di Baldi, la cui visione è stata premiata nell’edizione 2021 dei Food&Wine Italia Awards, dove il 32enne è Best Winemaker Under 35. All’interno della denominazione del verdicchio dei Castelli di Jesi, è inoltre strenuo sostenitore delle promettenti potenzialità d’invecchiamento di un vino destinato a limare i suoi accenti acidi e sapidi per diventare più setoso nel tempo. Questo esercizio trova massima espressione nel più complesso cru della casa, il Riserva Docg Classico Rincrocca, proveniente da un vigneto del ’72 e vinificato in cemento, poi lasciato sulle fecce per un anno prima di essere a²nato ancora per 6 mesi in bottiglia. La qualità delle sue creazioni e l’energica azione di Riccardo Baldi sono uno dei tanti segnali che arrivano dalle colline marchigiane, un tesoro ancora ben nascosto ma in procinto di svelare tutto il proprio potenziale ad appassionati di vino ed enoturisti.

Maggiori informazioni

Staffolo (Ancona)
vinilastaffa.it

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