Che Marco Massaia sia uno chef talentuoso non è certo una novità: lo ha dimostrato ampiamente alla guida di Radici, il ristorante tra le vigne di Mura Mura, tra Langhe e Monferrato, e Food&Wine Italia ne ha seguito con attenzione il percorso anche da prima, inserendolo tra “la meglio gioventù” della cucina italiana raccontata nella nostra prima cover story. La sua capacità di sorprendere continua a essere una costante (ricordiamo che è laureato in Giurisprudenza ma ha deciso di cambiare strada, intraprendendo la carriera da chef). Ora, dopo la significativa esperienza al Relais Le Marne di Guido Martinetti e Federico Grom, Massaia è pronto ad affrontare una nuova sfida. Dalla realtà piemontese, si prepara ad approdare al Gagini di Palermo, dove raccoglierà l’eredità di Mauricio Zillo, resident chef degli ultimi cinque anni, uscito di scena lo scorso autunno.
Dopo il post social pubblicato qualche giorno fa sulla sua pagina Facebook, in cui annunciava la conclusione del capitolo lavorativo nel resort in una frazione di Costigliole d’Asti, lo chef, classe 1987 e al momento in viaggio in Perù, guiderà Gagini verso un nuovo capitolo, all’insegna della creatività e della valorizzazione delle materie prime locali. Ad accoglierlo con entusiasmo e fiducia nel futuro – che costruiranno insieme – sono le parole di Franco Virga, patron di Gagini: «Per noi il cibo non è solo nutrimento ma anche e soprattutto emozione. Con Marco e una sala totalmente rinnovata vogliamo intraprendere un nuovo modo di comunicare la nostra filosofia. Vediamo che i clienti sono stanchi di essere “sequestrati” dal ristorante. I clienti saranno il fulcro di una nuova esperienza che esplorerà nuovi linguaggi culinari che rispettino tutte le caratteristiche fin qui trasmesse dal Gagini e soprattutto i canoni del fine dining che riteniamo non essere un’esperienza finita ma un nuovo modo di interpretarla. Marco, lo staff internazionale di cucina e la sala saranno attori in un teatro unico, il Gagini».
Lo spirito innovativo di Massaia, che lo ha contraddistinto negli ultimi anni, sarà fondamentale per traghettare la trasformazione dello stellato palermitano a partire dalla fine di febbraio. «Con Franco Virga ci conosciamo da molti anni, c’è un rapporto reciproco di stima e amicizia di lungo corso mi è venuto spesso a trovare a Torino già da quando lavoravo da Banco e in realtà avevamo già pensato a un progetto insieme a Palermo che doveva partire nel 2019, poi sfumato anche per le difficoltà legate al Covid», ci racconta lo chef dal Perù. «E non aver fatto questa esperienza di vita e di lavoro nella città siciliana restava uno dei miei rimpianti, perché l’avevo amata tantissimo in occasione delle mie visite per il locale che dovevamo aprire insieme. Negli scorsi mesi, in coincidenza con una mia fase di dubbio riguardo alla possibilità di applicare del tutto la mia visione gastronomica da Radici, a cui ho dedicato tutto me stesso negli ultimi due anni, ho ricevuto la sua proposta che è stata davvero stimolante, e mi è sembrata un’occasione irripetibile. Anche perché, a renderla ancora più significativa, è stato l’intervento diretto di Mauricio Zillo: è stato lui a spingere affinché la cucina di Gagini venisse affidata a me, e il suo endorsement per me è stato molto importante, dovendone raccogliere l’eredità».
Chi è Marco Massaia
Originario di Torino, Marco Massaia ha intrapreso un percorso professionale a livello internazionale, lavorando in diverse parti del mondo, da Milano a Shangai. Riuscendo a conciliare uno stile che unisce alta ristorazione e cucina contadina, non ha mai dimenticare le radici culturali e gastronomiche dei territori che ha attraversato. Tra le esperienze più significative, quella come sous chef del compianto Vittorio Fusari al Pont de Ferr a Milano.