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Retreat gastronomici: la nuova socialità tra viaggio e cucina

Dalle cene informali agli eventi conviviali di formazione, il cibo sta creando un nuovo modo di stare insieme e condividere hobby e passioni.

Il cibo evolve la propria socialità. Non più solo occasione in sé, ma strumento per veicolare e accompagnare nuove forme di aggregazione e condivisione. Dai dinner-party a casa, dove non conta la perfezione del menu o della mise en place, quanto il ritrovarsi e condividere ciò che ognuno ha preparato; ai micro-event, come gli aperitivi che abbinano un momento conviviale con la condivisione di una passione, un hobby o un momento formativo, fino alle skill-cation, ovvero esperienze a metà tra la vacanza e un corso di formazione, dove darsi il tempo di apprendere e dedicarsi a qualcosa che appassiona, in questo caso il cucinare, ma per il quale non si trova mai sufficiente spazio nella routine quotidiana.

Tutte tendenze in forte crescita nell’ultimo decennio, che attraverso l’intrinseco potere aggregatore del cibo permettono di proiettarsi in un contesto più ampio, capace di coinvolgere l’esperienza culturale, la mindfulness fino al momento creativo condiviso. 

È così che, un po’ per interesse personale, un po’ per intuizione di un bisogno crescente, nell’ottobre 2023, due amiche –  note al mondo del food e alla nostra testata –, si sono ritrovate a lanciare un progetto dedicato a una community desiderosa di vivere un’esperienza che girasse attorno alla cucina, ma in un modo più esteso. «Era un’idea che io e Myriam avevamo in mente da un po’ – racconta Sara Porro, writer di cibo e viaggi per diverse testate e partner di Myriam Sabolla, food writer e cuoca – perché è una dimensione del racconto del cibo sulla quale ci troviamo da sempre in sintonia: l’idea di renderlo uno strumento per raccontare qualcos’altro, per creare delle community e per fare tutta una serie di attività. Così, finalmente, a ottobre 2023 ci siamo decise a partire e abbiamo fatto il nostro primo retreat gastronomico attorno alla cucina ottolenghiana. Da allora, ne sono seguite dieci edizioni». 

Il retreat gastronomico

Ma che cos’è un retreat gastronomico? «Prendiamo ad esempio una tipologia di retreat forse un po’ più nota, come quello di yoga, dove si pratica per tre giorni in un posto molto bello. Ecco, noi, invece che fare yoga, cuciniamo e mangiamo tutto il tempo!» spiega sorridendo Sara. «Sono esperienze che durano due o tre giorni – continua Myriam – in cui di solito prepariamo 21 ricette di Yotam Ottolenghi (lo chef israeliano-britannico il cui stile di cucina ha ispirato la nascita della community da cui sono partiti anche altri progetti di Myriam e Sara, come quello dei Cuochi ma buoni, premiato ai F&W Awards 2024 per la Responsabilità Sociale nel cibo, NdR). Quindi, tre pasti, due cene, un brunch, ciascuno con sette ricette».

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Ma un retreat gastronomico, in realtà, non è solo mangiare: ci sono anche momenti formativi, come i corsi tematici sulla panificazione o sulla fermentazione, di solito tenuti da Myriam, che vanta tra le sue ultime pubblicazioni proprio un manuale pratico, Cucina in famiglia per Slow Food Editore, presentato lo scorso 17 settembre. «Inoltre, visto che di solito scegliamo location interessanti e ricche di cose da vedere, ne approfittiamo per fare attività sul territorio: dalle gite culturali alle visite in cantine o a produttori locali».

Relazioni, oltre la cucina

C’è il fascino del viaggio e della scoperta di mete insolite; c’è il desiderio di imparare cose concrete e c’è sicuramente il richiamo di una cucina sempre più apprezzata e diffusa, qual è quella ottolenghiana, che ha avuto il merito di sdoganare su larga scala ingredienti e condimenti un tempo ritenuti esotici e oggi di grande appeal, in particolare nelle ricette vegetariane. Ma a decretare il successo edizione dopo edizione dei Retreat sono le relazioni che si creano al suo interno. «Abbiamo un tasso di ritorno dei partecipanti molto alto, superiore al 50% – spiega Sara –. Le persone tornano per vari motivi: primo, perché imparano cose che possono poi spendersi nella vita quotidiana; secondo, perché scoprono luoghi affascinanti ma insoliti e, terzo, perché si riconoscono come parte di una comunità». La cucina diventa così un’occasione per creare relazioni, per stare insieme e per rompere anche delle barriere. «Motivo per cui noi non mettiamo limiti di partecipazione ai nostri eventi e non richiediamo particolari capacità culinarie o tecniche: si lavora tutti insieme, ognuno mettendo a disposizione il proprio livello di competenza» spiega Sara. Il pubblico è vario per età e provenienza (si va dai 20 ai 70 anni) e perlopiù a partecipazione femminile (circa l’85%), «sebbene negli anni si è andato creando un gruppo di mariti sempre più motivato», riconosce Sara. 

Le mete

Dal 2023 a oggi, i Retreat si sono tenuti un po’ in tutta Italia: dalle Alpi, con la primissima tappa al Rifugio Teggiate di Madesimo (Sondrio), in Alta Lombardia; al pastificio di Giovanni Rana a San Giovanni Lupatoto (Verona) fino alla Sicilia, meta della prossima tappa (già sold out), in programma dal 2 al 5 ottobre a Triscina, in provincia di Trapani, al cospetto di Pasquale Bonsignore, ideatore del progetto Incuso attorno all’agricoltura siciliana.

«Nella scelta dei luoghi cerchiamo sempre di proporre qualcosa che sia ovviamente bello, ma anche fuori dai circuiti dell’overtourism, che non hanno certo bisogno di essere alimentati – racconta Myriam –. Possono essere mete poco conosciute o raggiungibili, oppure fuori dai periodi di alta stagione, cosa che ci permette di mantenere anche delle fasce di prezzo accessibili a tutti».

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Il calendario dei prossimi Retreat prevede ancora per il 29 e 30 novembre un evento a Milano, considerato come conclusivo dell’anno e dedicato proprio alla community. «Abbiamo scelto di farlo a Milano perché è casa nostra e lo abbiamo chiamato “Natale con i tuoi” perché è un evento che ha sempre un riscontro partecipativo molto forte e quindi permette di rincontrarsi a chi ha già partecipato a qualche edizione precedente» spiegano Sara e Myriam. La location che lo ospiterà è Ecosistema Milano, un innovativo spazio eventi a due passi dal Duomo, e il programma si muoverà per diversi locali iconici della City. «Così potremo far conoscere a milanesi e non i nostri posti preferiti di Milano e alcuni nostri partner che ci seguono e sostengono da sempre, come la bottega Tutte le spezie del mondo di Francesca Giorgetti, nostro fornitore di fiducia di spezie per ricette ottolenghiane».

A marzo sarà il turno di Senigallia, ormai acclarata meta marchigiana di pellegrini del food, con la masterclass di un grande chef applicabile alla cucina domestica. 

A giugno, invece, si torna in montagna, in Lessinia, provincia di Verona, ospiti di Albergo Leso, una struttura alberghiera rinata grazie all’operazione di recupero di un gruppo di soci giovani che hanno l’ambizione di tenerlo aperto tutto l’anno e non solo durante la stagione sciistica. 

Oltre a queste tappe certe, Myriam e Sara sono a lavoro su nuove destinazioni, come Umbria, Puglia e Franciacorta, e su veri e propri viaggi culinari, costruiti in collaborazione con Il Viaggio Travel Atelier di Milano. «In questo caso non ci concentriamo tanto sul cucinare, quanto sull’andare alla scoperta e all’assaggio di prodotti e ricette locali». Prima tappa di rodaggio è stata Belgrado nel giugno dello scorso anno; si proseguirà il 5-8 febbraio 2026 (apertura iscrizioni il 30 settembre) con Londra, per far tappa in negozi di spezie, ristoranti delle cucine del mondo, street food e, ovviamente, da NOPI, uno dei ristoranti londinesi di Yotam Ottolenghi. È, infine, in lavorazione Marrakesh

Maggiori informazioni

Per conoscere tutte le info sui Retreat gastronomici ottolenghiani:
retreatgastronomici.substack.com

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