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Salcheto

Salcheto

Sostenibilità ambientale e welfare aziendale: i valori centrali di una cantina in costante evoluzione.

La sostenibilità ambientale nel mondo del vino, oggi tema attuale e assai di uso, ha i suoi pionieri. Tra questi, Michele Manelli della cantina Salcheto di Montepulciano è uno dei più autorevoli, credibili e autentici, tanto da aver meritato il premio per la Responsabilità Sociale nel vino ai Food&Wine Italia Awards 2022. Ha avviato il suo progetto intorno alla metà degli anni 90 e l’ha fatto crescere con una coerenza straordinaria, trasformando una semplice cantina in un’attività olistica, capace di un effetto domino di buone pratiche. La vigna è gestita in regime biologico, con incursioni biodinamiche, ma è la cantina il vero gioiello di sostenibilità: completamente off-grid (ovvero autonoma sul piano energetico), ha lucernari solari, pannelli fotovoltaici, vinificatori che sfruttano il gas autoprodotto durante la fermentazione alcolica, un impianto geotermico sotto i vigneti, rispetta il protocollo Equalitas ed è stata la prima a certificare l’impatto ambientale di una bottiglia di vino. Il tutto tenendo d’occhio qualità e identità dei prodotti, mai sacrificati ma anzi esaltati dai processi virtuosi. Ne sono prova tutte le etichette, come ad esempio i Nobile di Montepulciano Salco, Vecchie Viti del Salco o la linea Obvius, nelle versioni bianco, rosso e rosato. Questi ultimi rinunciano a ogni intervento, compresa l’aggiunta di solfiti. Etichette “neo-naturali”, come le chiama Manelli, che rispondono alle giuste esigenze di trasparenza e genuinità senza penalizzare gusto, identità, riconoscibilità di terroir e vitigno. Un modo per affrancarsi da un certo movimento disordinato, se non improvvisato, sia dal punto di vista tecnico che gustativo. Tra le idee più recenti, quella di un vigneto di montagna, impiantato a mille metri, non lontano dall’Abetone, per produrre un Metodo Classico da varietà orpicchio, chardonnay e pinot nero resistente; o il bag in box con carbon footprint negativa. Anche le iniziative sul fronte dell’accoglienza seguono la filosofia generale, ovviamente. Da pochi mesi è stato aperto il ristorante Indigeno Cucina Terrestre, con la consulenza di Paolo Parisi. Un luogo che, come successo per il vino, punta a lasciare un segno in materia di sostenibilità, estremizzando concetti come “spreco zero” e lavorando solo carni di animali liberi: le oche che scorrazzano per i vigneti e i cinghiali della zona. Il pane è fatto in casa con grani antichi locali e il foraging è una pratica quotidiana.

Maggiori informazioni

Montepulciano (Siena)
salcheto.it

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