Non esiste Halloween senza una zucca intagliata che illumini il buio della notte, soprattutto nella cultura anglosassone. Ma dietro questa immagine iconica si nasconde una storia molto più antica e complessa di quanto si possa immaginare. Prima ancora delle celebrazioni americane, la zucca rappresentava un ponte simbolico tra il mondo dei vivi e quello dei morti, legato alle tradizioni celtiche del Samhain, l’antico capodanno che segnava il passaggio dall’estate all’inverno.
Nell’Europa del Nord, durante la notte del 31 ottobre, si credeva che il confine tra i due mondi si assottigliasse e che gli spiriti potessero tornare sulla terra. Per proteggerli o allontanarli, si accendevano lanterne ricavate da cipolle, rape e barbabietole intagliate, non da zucche. Questi ortaggi, illuminati con braci ardenti, venivano posti all’ingresso delle case come offerta agli spiriti dei defunti o come segnale di protezione.
L’immagine della lanterna intagliata, che oggi associamo a Halloween, nasce dunque come gesto rituale, una forma di dialogo con l’aldilà.
Jack-o’-Lantern e la leggenda dell’anima errante
La zucca di Halloween, conosciuta nei Paesi anglosassoni come Jack-o’-Lantern, prende il nome da una leggenda irlandese tramandata per secoli. Secondo la storia, Jack era un fabbro astuto che riuscì a ingannare il diavolo due volte, strappandogli la promessa di non essere mai portato all’Inferno. Alla sua morte, però, non fu accolto nemmeno in Paradiso. Costretto a vagare sulla Terra come anima errante, Jack ricevette dal diavolo un tizzone ardente per illuminare il proprio cammino, che collocò all’interno di una rapa svuotata.
Da allora la sua lanterna brilla nella notte, simbolo di una condanna eterna e di un confine sottile tra luce e oscurità. I fuochi fatui che si accendevano nelle paludi irlandesi — fenomeni naturali di combustione dei gas organici — alimentarono ulteriormente questa leggenda, interpretati come la presenza inquieta di Jack e delle anime senza pace.
Dalle rape alle zucche: la tradizione arriva in America
Nel XIX secolo, gli immigrati irlandesi portarono le loro tradizioni negli Stati Uniti, dove scoprirono che la zucca — abbondante e facile da scavare — era un sostituto ideale per le lanterne di rapa. Da quel momento, le pumpkin lanterns diventarono protagoniste delle celebrazioni di Halloween, diffondendosi in tutta l’America del Nord.

La letteratura contribuì a fissare l’immaginario collettivo: Washington Irving, nel racconto La leggenda di Sleepy Hollow (1820), descrisse una testa di zucca lanciata come arma dal Cavaliere senza testa, legando per sempre questo ortaggio al tema del mistero e della paura. Nel 1867 la rivista Harper’s Weekly pubblicò la prima illustrazione di una zucca-lanterna, consacrando definitivamente l’icona.
Le “lumere” italiane: una tradizione più antica di quanto sembri
Sebbene oggi la zucca intagliata sia associata alla cultura americana, anche l’Italia possiede una tradizione sorprendentemente simile. In molte regioni del Nord e del Centro, tra il 31 ottobre e il 2 novembre, si usava intagliare zucche svuotate e illuminarle con candele.
In Emilia-Romagna le “lumere” venivano collocate lungo i muri dei cimiteri o ai crocicchi per tenere lontani gli spiriti maligni; in Toscana i bambini le trasformavano in volti grotteschi per spaventare i passanti; in Calabria si portavano in giro chiedendo offerte con la frase “Mi lu pagati lu coccalu?”, una sorta di antenato del “dolcetto o scherzetto”.
Queste usanze, di chiara derivazione pagana, erano legate ai riti per onorare i defunti e si intrecciarono poi con le celebrazioni cristiane di Ognissanti e della Commemorazione dei Morti.
Ancora oggi, in alcune zone d’Italia, sopravvivono antiche festività che riprendono questo simbolismo: a Serramonacesca, in Abruzzo, la festa de L’aneme de le morte prevede che i bambini bussino alle porte chiedendo cibo “per l’anima dei defunti”. In Sardegna, nella notte di Sant’Andria, i giovani intagliano zucche e le portano al collo come lanterne, tra canti e richieste di dolci.
La simbologia della zucca
La zucca, nel suo lungo percorso simbolico, ha rappresentato significati diversi a seconda delle epoche. Nell’antichità classica, la lagenaria, la zucca a fiasco, era vista come un contenitore vuoto, e da qui deriva l’espressione “zucca vuota”, già usata da Dante nel Convivio per descrivere l’apparenza senza sostanza.

Con l’arrivo delle zucche americane, più dolci e commestibili, il simbolismo si è trasformato: da emblema di vacuità a rappresentazione di fertilità e abbondanza, ma anche di fragilità, poiché la zucca non si secca, bensì marcisce, ricordando l’impermanenza della vita.
Nella cultura popolare, la zucca diventa poi un oggetto magico: da Cenerentola, che la trasforma in carrozza, al Jack Pumpkinhead del Mago di Oz, fino al “Grande Cocomero” dei Peanuts, simbolo di fede e speranza infantile.
La zucca di Halloween racchiude dunque molteplici strati di significato: simbolo del ciclo vita-morte, emblema della trasformazione e, nel contempo, segno di continuità tra antichi riti e nuove forme di festa.
Se oggi intagliare una zucca è un gesto ludico, in origine era un modo per affrontare il mistero della morte e per mantenere viva la luce, letteralmente e metaforicamente, nel buio dell’autunno. Halloween, con le sue lanterne arancioni, continua così a unire culture e generazioni diverse, ricordandoci che ogni simbolo — anche il più semplice — porta con sé una storia lunga secoli.