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Susafa

Susafa, il resort agricolo al centro della Sicilia

Dal granaio trasformato nel ristorante al vecchio palmento dove oggi c’è il wine bar: sulle Madonie due fratelli hanno ricostruito la storia di un’intera comunità tra i campi di grani.

È stato chiamato “effetto White Lotus” quello che ha travolto una parte della Sicilia dopo che la pluripremiata serie americana di Mike White, andata in onda in Italia su Sky nell’autunno 2022, accese i riflettore sulla baia di Naxos, sul profilo dell’Etna e sullo sfarzo della sua hôtellerie. C’è poi un’altra parte dell’isola, non bagnata dal mare ma circondata da campi di grano, pale eoliche sulle dorsali montuose, borghi e dolci farciti di formaggio fresco di pecora, su tutti lo sfoglio polizzano, che racconta una regione agricola che può sembrare meno alla moda. Sono le Madonie, l’area montuosa dell’entroterra palermitano, dove ha trovato casa anche l’ultimo progetto della Scuola di Giovani Pastori, in cui svettano le cime più elevate della regione (e sì, quassù d’inverno nevica pure) e che prende il nome dall’antico feudo di Madonia.

Un feudo di 1.200 ettari era pure Susafa, dove un tempo viveva una comunità indipendente e autosufficiente che poi divenne una masseria e fu rilevata da un trisavolo della famiglia Saeli-Rizzuto che oggi l’ha trasformata in un eco-resort. «Ogni luogo qui è stato riconvertito con interventi di tipo conservativo che hanno valorizzato la loro storia pluricentenaria: le attuali stanze erano stalle o pollai, al posto del wine bar sorgeva il vecchio palmento, mentre l’ex granaio oggi ospita il ristorante: da bambini con i miei fratelli usavamo una scala per tuffarci nel grano», ricorda Sara Rizzuto trentenne che ha messo in pausa la carriera da avvocatessa per dedicarsi al progetto di ospitalità fortemente desiderato dal fratello maggiore Manfredi che, dopo aver vissuto all’estero, ha ritrovato il suo posto nel mondo proprio qui a Susafa. Durante il soggiorno in questa contrada che appartiene al comune di Polizzi Generosa per ripercorrere la sua storia basta sfogliare il libro con cui Manfredi, insieme alla giornalista Daniela Cicchetta, ha ricostruito ambienti, odori e personaggi che lo hanno abitato, come il signor Benedetto, “un uomo che la storia di Susafa l’aveva nelle rughe e nelle vene, perché lui alla Masseria c’era nato, aveva visto la luce nella casetta quadrata del vignere, situata vicino all’appezzamento dove si coltivavano le fave”.

Chi passa in questo periodo troverà anche campi di bieta, la verdura che la signora Rita, cuoca resident da nove stagioni, va a raccogliere quotidianamente per preparare le sue arancine rivisitate. Gli ospiti che fossero curiosi di sapere come si preparano possono iscriversi a “Friri”, ovvero “friggere”, uno dei laboratori di cucina tradizionale siciliana in cui la pratica si alterna con sorsi di vino locale e assaggi conviviali di ciò che si è fritto. Difficile rinunciare ad assaggiare anche gli ottimi lievitati sfornati da Raphael che sta mettendo a punto pani con antiche varietà di grano, da cospargere con extravergine d’oliva della casa (fate caso ai prodotti da bagno nelle camere, anch’essi sono fait maison e a base del loro olio) e origano, sempre di propria produzione. La vocazione agricola della casa colonica viene perpetuata oggi dall’orto, dal giardino delle erbe, dal frutteto, dall’uliveto a conduzione biologica e da attività come l’adozione di un ulivo, un ciliegio, una pianta di pomodoro e persino un campo di grano: in base alla scelta viene poi spedito a casa il corrispondente prodotto, oltre ad aver diritto a uno sconto sul prossimo soggiorno.

Risponde a esigenze di relax invece la piscina, simbolo moderno di questo luogo del buen retiro, voluta dalla coppia di fratelli palermitani che qui da bambini giocava. Coerentemente con il suo manifesto di accoglienza sostenibile, Susafa rinuncia volentieri a minibar e televisione nelle camere: meno rifiuti e consumo di energia elettrica. Proprio di quest’ultima, in realtà, non c’è da preoccuparsi: viene prodotta da pannelli fotovoltaici che riscaldano anche l’acqua e assicurano autonomia energetica. A scaldare pensano anche due camini, rispettivamente nel ristorante, dove viene anche servita la colazione qui ‒ a prima mattina è imprescindibile un bicchiere di granita della signora Rita da prelevare da sé in uno dei quattro pozzetti e da accompagnare con l’immancabile brioche, nella versione senza tuppo ‒ e nel wine bar dove ci si accorge di particolari paralumi: un tempo erano i paioli di rame e al loro interno veniva prodotta la ricotta. «È opera di Manfredi ‒ precisa Sara ‒, è lui l’artista della famiglia». E non stupisce questa ingegnosità in un posto il cui nome in dialetto si legge “Su sape fare” che in italiano corrisponde a “Si sa fare”. 

Maggiori informazioni

Susafa
Contrada Susafa, 90028 Polizzi Generosa (PA)
susafa.com

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