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Tra passato e futuro, un vigneto sul rooftop dell’aeroporto di Firenze

Lo studio newyorchese Rafael Viñoly Architects ha elaborato un progetto per l’aerostazione fiorentina nel segno della bellezza, creando una connessione con la tradizione vitivinicola toscana.

«Firenze è un luogo dove le cose diventano “landmarks” permanenti, perché hanno un senso fondamentale di logica interna e di qualità. Con il nostro progetto miriamo a elevare l’aeroporto a nuovo punto di riferimento capace di celebrare la cultura della regione e di offrire un’esperienza di viaggio migliore e memorabile». Basterebbe questa breve considerazione di Román Viñoly, direttore del prestigioso studio newyorchese Rafael Viñoly Architects, per restituire il senso del grande progetto di trasformazione dell’aeroporto Amerigo Vespucci di Firenze – in rampa di lancio per arrivare a compimento nel 2035 – i cui rendering sono stati rivelati poche settimane fa.

Il progetto andrà a ridisegnare il terminal internazionale e l’elemento di unicità è rappresentato da un vigneto di quasi 8 ettari che sarà piantato sulla copertura dell’edificio. Una scelta che porterà vantaggi per il rating di sostenibilità LEED Platinum, ma allo stesso tempo simboleggia la tradizione e lo spirito di innovazione dell’Italia, oltre a fondere il futuro sostenibile e il patrimonio culturale del passato di Firenze. Il vigneto verrà affidato a un’importante realtà vitivinicola toscana e il vino sarà fermentato e poi affinato in spazi-cantina sotto il rooftop del terminal.

Nuovo terminal, nuova filosofia

Il nuovo volto del terminal nello scalo di Firenze sarà il primo benvenuto per un turismo internazionale che potrà scegliere il capoluogo toscano come destinazione speciale. Con una superficie che, a progetto concluso, andrà a coprire 50mila metri quadrati, il terminal vedrà transitare ogni anno oltre 5,9 milioni di passeggeri da tutto il mondo.
Una delle evoluzioni più significative portate dal progetto sarà infatti il riorientamento della pista esistente a 90 gradi, allungandola e distanziandola dalle vicine colline che limitano la capacità di operare per molti aerei di nuova generazione. Verrà inoltre realizzata una “piazza” al centro del nuovo terminal, sulla quale guarderanno Arrivi e Partenze che spingerà fortemente la circolazione dei viaggiatori negli spazi destinati al retail e ai servizi. L’aeroporto verrà inoltre collegato alla città con un nuovo sistema di metropolitana leggera, nel segno della sostenibilità, e alle altre destinazioni attrattive della regione tramite scambi multi-modali.

Il primo stralcio del progetto verrà completato entro il 2026, mentre l’intero disegno vedrà un compimento nel 2035

Qual è dunque l’idea sottesa al nuovo progetto e perché è stato scelto lo scalo di Firenze per applicare questa prospettiva visionaria? «Rafael Viñoly Architects è un partner di lunga data dell’operatore aeroportuale – chiarisce Román Viñoly – quindi siamo stati entusiasti di occuparci della riprogettazione dell’Amerigo Vespucci. L’integrazione del vigneto è stata ispirata dal significato culturale e dall’ethos di Firenze, il cuore della regione vinicola italiana. Volevamo riflettere l’essenza della città e generare un’esperienza unica per i viaggiatori, creando un nuovo punto di riferimento nel paesaggio». È troppo presto per ragionare sui vitigni e sulla produzione vinicola, ma già sembra chiaro che l’aeroporto sceglierà di associare il progetto a un brand importante del vino toscano.

Soluzioni progettuali complesse

Naturalmente immaginare lo sviluppo del progetto non comporta la sua semplice realizzazione. «La sfida principale nell’incorporare un vigneto in cima a un terminal – spiega Viñoly – ruotava attorno alla gestione del peso del suolo e dei sistemi di irrigazione necessari per la crescita delle piante, pur mantenendo un’atmosfera ariosa e gli spazi ampi che ci si aspetta nelle moderne strutture aeroportuali. Per superare questo challenge, il nostro progetto ha incorporato strutture lineari in calcestruzzo prefabbricato per contenere il terreno e i sistemi di irrigazione. Esiste inoltre una rete di colonne di diramazione utilizzate per supportare queste strutture, fornendo flessibilità nel layout dei componenti interni del terminal».

La copertura potrebbe rappresentare anche un limite per l’illuminazione naturale all’interno del terminal, ma si interviene in maniera mirata: «Nello spazio vetrato tra i filari del vigneto – spiega il progettista – sono integrati pannelli fotovoltaici traslucidi, come l’adozione di ampi sistemi di facciate continue che massimizzeranno il flusso della luce naturale in tutto lo spazio». Non è tutto, perché al contempo era necessario capire come proteggere le viti dalle emissioni degli aeromobili. «Per risolvere questo problema – chiosa il direttore dello studio – sul tetto del terminal verranno piantate viti non fruttifere, mentre le varietà fruttifere saranno posizionate su una banchina a 400 metri di distanza dagli aerei e dai depositi di carburante, protetta dai venti dominanti e dalla geometria delle strutture. Ci siamo confrontati con enologi e agronomi per garantire la sicurezza e la vitalità del vigneto all’interno dell’ambiente aeroportuale».

Aeroporto green fuori e dentro

Se risulta evidente che il verde non mancherà all’esterno dell’aerostazione, il green touch è anche nel progetto strutturale. «Riconoscendo il significativo impatto ambientale degli aeroporti – specifica Viñoly – l’abbiamo disegnato pensando alla sostenibilità. Il nuovo terminal è progettato per ridurre l’impronta di carbonio, massimizzando l’utilizzo dell’energia autoprodotta e riducendo al tempo stesso il consumo energetico per l’operatività. Si mira a ottenere una valutazione di sostenibilità LEED Platinum e sarà conforme alle norme europee e italiane secondo le quali le nuove costruzioni devono soddisfare gli standard Net-Zero Energy Building».

Ecco che verranno utilizzati pannelli solari standard e pannelli fotovoltaici traslucidi, il raffrescamento evaporativo deriva dalle piantumazioni e dall’ombreggiamento del vigneto che eliminano quasi completamente il riscaldamento solare attraverso le superfici opache del tetto, un sistema HVAC passa dal raffreddamento ibrido al raffreddamento meccanico e a seconda della stagione, è previsto un recupero dell’acqua piovana per il vigneto e un sistema di depurazione delle acque per l’edificio. Infine i sistemi di illuminazione saranno led con lo sfruttamento della luce diurna per ridurre al minimo l’uso di luci artificiali.

Maggiori informazioni

In apertura: il nuovo progetto che trasformerà l’aeroporto di Firenze.

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