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Vini naturali? Ecco una selezione di indirizzi romani

Enoteche con cucina, trattorie moderne e spin-off: qui l'attenzione è rivolta ai piccoli artigiani e a carte con (più) basso contenuto di solfiti.

Vini naturali o vini convenzionali? Un tema sempre più attuale nel panorama enogastronomico italiano, tra difensori di pratiche enologiche classiche e chi invece è alla ricerca di gusti non standardizzati. Nell’ultimo periodo a giudicare dalle cantine di enoteche e ristoranti (anche stellati), una buona parte risulta a favore di tutto ciò che può essere considerato “ancestrale” e classificato senza solfiti, rivelando una selezione alcolica basata su produzioni artigianali. A Roma questa scuola di pensiero s’intreccia con dei luoghi ben precisi: sono in particolare le trattorie contemporanee e altre insegne ibride dove bere e mangiare bene.

Ruvido

È l’ultima novità nel quartiere Appio-Latino, zona di conquista per la new wave delle enoteche. I due soci, Alessandro Bernabei founder di Acquasanta e Terramadre, e Daniele Yari alias “the bro food” su Instagram, hanno creato un ambiente che ricalca l’atmosfera dei locali che gli stessi hanno frequentato tra Berlino e Tokyo, radicale nell’estetica quanto nel tipo di somministrazione. Una raccolta di libri sulle locandine punk degli anni 80, sulla street art e pupazzi in vinile fanno capolino fra le bottiglie di vino (perlopiù orange) per raccontare questo progetto anche attraverso un percorso iconografico-culturale. Insieme alle etichette – sia italiane che estere –, che rivelano storie di produttori più focalizzati sul lavoro in vigna che in cantina, c’è un menu snello studiato da Tommaso Tonioni, a capo del progetto Arso, che qui si diverte con preparazioni che non snaturino la materia prima di partenza. Il Bollito estivo, il Tramezzino con prosciutella di pecora o la Bruschetta dell’orto, ad esempio, sono un ottimo biglietto da visita.

Ciaparat

Restando in zona, tra via Appia e piazza Re di Roma, Emiliano Cataldo e Greta Bertoli hanno inaugurato un piccolo locale dall’atmosfera familiare. Ciaparat è l’espressione diretta delle esperienze pregresse dei due soci e manifesta la loro passione sconfinata per il vino artigianale, con una carta ancora in divenire e una mescita giornaliera. Il menu recita piatti prevalentemente vegetariani come le Zucchine con salsa di arachidi e miso. 

Avanvera

Da qualche mese è cominciata anche la nuova avventura di Sarah Cicolini e di Mattia Bazzurri, suo sous-chef da SantoPalato. Avanvera è uno spin-off della trattoria di piazza Tuscolo – di cui avevamo già anticipato il cambio sede, crediamo ormai prossimo – dove, oltre a mangiare, è possibile sfogliare magazine indipendenti e di arte contemporanea grazie alla collaborazione con Edicola 518. Una ristretta carta dei vini affianca la cucina qui aperta a contaminazioni, come per i Falafel con salsa tahina o le Empanadas di agnello.

Bar Bozza

Prende il posto di una vecchia copisteria tra il quartiere Ostiense e San Paolo, Bar Bozza che a meno di un anno dall’apertura ha già ampliato i suoi spazi nel locale adiacente con un concept legato al mondo della birra. L’idea nasce da Fabio Macrì e Mauro Lenci, affiancati da una squadra giovane e dinamica che offre vini a fermentazione spontanea raccontati a voce – no, non c’è una lista stampata – e una cucina senza fronzoli che si esprime tra Manzo arrosto, Trippa alla romana e Gazpacho con cocomero e mandorle. L’estate è il miglior momento per godersi il luogo, grazie ai diversi tavoli sul marciapiede. 

La Mescita

Avete presente lo storico teatro Palladium di Garbatella? Di fronte si trova Enoteca La Mescita, dove l’oste e proprietario Angelo Consorte ha creato un format amato dagli amanti del vino naturale e dai residenti del quartiere che riempiono il locale nell’ora dell’aperitivo. Bottiglie italiane, francesi, greche e australiane, una selezione al calice e un’offerta culinaria giornaliera da leggere direttamente sulla lavagna. Sempre presenti anche taglieri di salumi e formaggi, ma anche crostini in diverse varianti. Da qualche mese, non distante, c’è stato il bis dell’insegna: La Mescita-Monteverde.

Vinificio

Un progetto nato dal gruppo già proprietario di Pastificio San Lorenzo che a piazza dell’Emporio di Testaccio regala una location dedita a centinaia di referenze naturali: “vino vero cibo funky” è la filosofia di Vinificio. Le etichette che mappano Francia, Germania, Austria, Italia, Grecia, Australia e Slovenia, si degustano in un ambiente spazioso e dal design moderno. Cosa si mangia? Pizzette al tegamino – quella con pomodoro arrosto, alici di Cetara e limone è un evergreen –, Vitello tonnato e Apollo, un panino farcito con pollo fritto, sono le opzioni migliori. In estate, Vinificio si traferisce a piazza Vittorio per il Summer Village, format ideato e creato dal gruppo stesso.

Rimessa Roscioli
Un’istituzione della cultura gastronomica romana che tra il Forno e la Salumeria con cucina ha aperto un luogo estremamente conviviale come recita il sottotitolo dell’insegna: “dopolavoro gastronomico”. Rimessa Roscioli costruisce l’offerta della propria cucina grazie a un legame forte e diretto con i produttori, diventando una fucina d’idee dove si raccontano le storie che si celano dietro ai prodotti a scaffale o le materie prime utilizzate in cucina. La carta dei vini è l’espressione di questo luogo sincero che mensilmente organizza incontri proprio con i vignaioli con cui collaborano. Nascosto tra i vicoli di Rione Regola (zona Campo de’ Fiori) è consigliato per un aperitivo con gli assaggi che prendono spunto dal menu che spazia tra cacio e pepe a piatti elaborati come la lingua di manzo, crauti e limone bruciato.
Beppe e i suoi formaggi

Al ghetto ebraico c’è una delle migliori botteghe del mondo, parola del New York Times. Famoso come formaggeria con cucina, dalla scorsa primavera ha rivoluzionato anche la selezione enoica a scaffale puntando su vini naturali artigianali, riducendo inoltre i coperti per rendere l’esperienza più intima e conviviale. Si continua comunque a pasteggiare davanti al bancone di formaggi a latte crudo piemontesi di produzione propria, a cui si aggiungono altre referenze di piccole aziende italiane e francesi. Oltre alla materia prima casearia, si trovano ottimi salumi, conserve, pane e olio.

Enoteca l’Antidoto

Flaviano Pizzoli nato e cresciuto nel mondo del vino ha aperto nello stretto vicolo del Bologna nel quartiere Trastevere l’Enoteca l’Antidoto, con circa 200 referenze esposte che sono diventate il fulcro dell’insegna. Anche qui non c’è una carta fisica da sfogliare, ma si sceglie direttamente dallo scaffale: chi torna difficilmente ritrova le stesse bottiglie, principalmente di provenienza italiana. In sala, insieme ai pochi coperti, c’è un bancone che si affaccia sulla cucina in continuo divenire anche grazie ai pop-up che richiamano altri cuochi per serate speciali.

Retro vino & Caffè

Non solo un angolo dedicato al vino, ma un luogo ideale per condividere una colazione – il focus è sullo specialty coffee –, un pranzo o un aperitivo. Si tratta di un’altra creatura del sistema Retrobottega creata da Alessandro Miocchi e Giuseppe Lo Iudice nel 2019 che riassume la loro filosofia attraverso una cantina che strizza l’occhio al mondo del naturale e piatti da bistrot da consumare al tavolo sociale o nei (pochi) coperti che calcano i sampietrini con un ottimo lavoro sul mondo vegetale.

Circoletto

Tra gli indirizzi più casual ritroviamo Circoletto, l’anima pop di Trecca, trattoria moderna che ha reso famosi i fratelli Manuel e Nicolò Trecastelli in zona Eur. Per il loro più recente progetto gastronomico ci si sposta invece a Circo Massimo – che tra l’altro fa da sfondo ai tavoli esterni – per una declinazione food che riprende il claim del primo locale, ovvero ‘cucina di mercato’, tra sandwich, pollo fritto e porchetta, da accompagnare con bottiglie di piccoli produttori locali e birre artigianali alla spina. Seguite la pagina Instagram per restare aggiornati sugli eventi a tema che solitamente si concentrano nel fine settimana.

Maggiori informazioni

In apertura: la sala di Ruvido.

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