Lo avete sicuramente notato in giro per la vostra città: un grande bicchiere colorato, pieno di palline gelatinose, che italiani e turisti sorseggiano – e masticano – con entusiasmo. Ma cos’è esattamente? Si chiama bubble tea, è una bevanda nata a Taiwan negli anni Ottanta e arricchita con perle di tapioca, da bere e mordere. Il suo successo? Sta tutto nell’esperienza multisensoriale che offre: combina gusto e consistenza in modo sorprendente, e conquista sempre più fan grazie alle sue infinite varianti, tra tè, latte, frutta e topping personalizzati.
Cosa c’è dentro il bubble tea?
Il cuore del bubble tea è un infuso di tè nero, verde o oolong, spesso miscelato con latte o alternative vegetali, addensato da sciroppi o polveri aromatizzate. Al centro dell’esperienza gustativa ci sono le perle di tapioca, chiamate anche boba o pearls, originate dall’amido di manioca. Vengono cotte in uno sciroppo, confortevolmente dolce, fino a diventare morbide e leggermente gelatinose. In molte declinazioni si affiancano alle popping boba, sfere sottili e ricche di succo di frutta o altri sciroppi alimentari, che scoppiando in bocca.

Queste sfere hanno quasi sempre una colorazione scura data dallo zucchero di canna aggiunto all’impasto ma si trovano perle di ogni colore e gommosità, elementi dati dagli aromi estratti e/o contenuti nella tapioca. Alcuni bubble tea hanno invece delle gelatine che possono essere a cubetti o a strisce e sono aromatizzate al cocco, al litchi, al mango o al caffè però le varianti sono davvero infinite e questa versatilità è senza dubbio una delle fortune della bevanda che le ha permesso di diffondersi in tutto il mondo.
In Giappone si aggiunge una crema di fagioli azuki, la soia verde, il latte o del ghiaccio tritato: lì infatti il bubble tea è un po’ più denso e delicato che nel resto dell’Estremo Oriente ma, anche in questo caso, ormai questa variante è stata replicata un po’ in tutto il mondo.
La storia del bubble tea
Tra il 1986 e il 1988, nella vibrante scena gastronomica di Taiwan, nacquero le prime due versioni di quella che sarebbe diventata una delle bevande più iconiche dell’Asia contemporanea. A Taichung, Liu Han-Chieh, proprietario di una sala da tè, ebbe l’intuizione di aggiungere sciroppi e frutta a pezzi nel tè freddo, ispirandosi ai caffè shakerati giapponesi che aveva visto durante un viaggio. Il risultato fu una bevanda fresca e aromatica, più moderna rispetto ai tè tradizionali, perfetta per un pubblico giovane e urbano in cerca di novità e leggerezza durante le calde estati taiwanesi.
Quasi in contemporanea, a Tainan, Tu Tsong-He, titolare della Chun Shui Tang Teahouse, ebbe un’intuizione altrettanto originale: introdurre perle di tapioca, all’epoca già utilizzate nella pasticceria locale, all’interno del tè freddo dolcificato. Le sfere, morbide e leggermente gommose, aggiungevano una dimensione tattile e giocosa all’esperienza di bevuta, trasformando la semplice consumazione di una bevanda in un piccolo rito multisensoriale.

Entrambe le ricette riscossero subito grande successo nelle rispettive città, diffondendosi rapidamente nel resto dell’isola. Negli anni Novanta, grazie alla vitalità culturale e commerciale di Taiwan, il bubble tea iniziò a varcare i confini nazionali, conquistando i mercati di Hong Kong, Singapore, Malesia e successivamente il Giappone, trovando terreno fertile in un contesto dove il tè aveva già un ruolo centrale nella vita quotidiana.
L’espansione in Occidente prese forma a partire dalla fine degli anni Novanta, inizialmente nelle comunità cinesi e taiwanesi di Stati Uniti e Canada, in città come Los Angeles, New York, Vancouver e Toronto. La bevanda cominciò ad affascinare un pubblico più ampio grazie alla sua estetica pop, ai colori vivaci e alla capacità di mescolare sapori esotici con ingredienti facilmente adattabili ai gusti locali.
Negli ultimi dieci anni, il bubble tea ha vissuto una vera e propria esplosione globale. Da semplice curiosità a fenomeno mainstream, ha conquistato le capitali europee, Sydney, Dubai e perfino piccole città di provincia. La sua popolarità è stata trainata dai social network, dove foto e video delle bevande più creative – arricchite da schiume al formaggio, topping di gelatine o popping boba dai colori brillanti – hanno fatto il giro del mondo.
Oggi, il mercato globale del bubble tea è in costante crescita e secondo le ultime stime raggiungerà i 4,3 miliardi di dollari di valore entro il 2027, con tassi di incremento a doppia cifra soprattutto in Europa e Stati Uniti. La bevanda è ormai diventata anche un simbolo di lifestyle contemporaneo, capace di raccontare contaminazioni culturali, creatività gastronomica e tendenze giovanili.