Casa Lerario griglia

L’agriturismo dove mangiare grandi salumi e carni (e una torta al cioccolato favolosa)

Nella campagna di Melizzano, ai piedi del Taburno, Casa Lerario sposa quiete, natura e una cucina autentica ma non banale.

Arrivati nei pressi di Melizzano, cittadina del beneventano alle falde occidentali del Monte Taburno, terra di vino e olio extravergine, una volta lasciata la SP 50 lasciate perdere il navigatore e affidatevi alle numerose indicazioni per Casa Lerario. Arriverete così, oltrepassando il cancello e il parcheggio esterno ideale per le giornate di gran pienone, a un grazioso caseggiato giallo abbracciato da muretti in pietra, prati curati che circondano la piscina estiva, vigne e campi, glicini in fiore, un bosco che ospita una casa sull’albero per i più piccoli (e non solo) e persino una piccola cappella consacrata, per chi si vuole sposare in uno scenario bucolico. Il terreno che oggi ospita l’agriturismo fu acquistato da Pietro Letrario e sua madre Tatiana Bruno nel 1983 con l’idea iniziale di avere un piccolo pezzo di terra in una zona così fertile e tranquilla, e poi di farne una casa di campagna dove ospitare parenti e amici, ideale buon retiro dal caos del centro di Napoli dove si trova l’attività della famiglia Lerario incentrata su bomboniere e articoli da regalo.

Ma, tra l’apprezzamento degli ospiti e la continua richiesta di ospitare piccole cerimonie per battesimi e comunioni, poco alla volta il progetto si è espanso, anche concretamente, arrivando a contare oggi tra il Sannio e altre zone della Campania 23 ettari totali su cui crescono ortaggi, frutta e filari d’uva da cui nascono Barbera, Aglianico, Coda di Volpe e Falanghina serviti come “vino della casa”, e che ospitano l’allevamento di ovini e bovini, mentre 70 suini di razza Nera Casertana sono allevati per proprio conto dall’azienda agrotecnica casertana Santopaolo. Così, dal 1997 Casa Lerario ha preso ufficialmente le vesti di un agriturismo, che oltre agli eventi ha una proposta di ristorazione aperta a pranzo e cena solo su prenotazione, e una piccola ma curata accoglienza in tre graziosi appartamenti con mobili d’arte povera e camino (tra cui la Libreria, con un’ampia scelta di volumi da sfogliare).

La cucina della signora Tatiana

Ideale per un break nella quiete rurale del Sannio, o anche per una giornata all’aria aperta in famiglia o con amici, non c’è dubbio che il motivo principale per venire fin qui sia sedersi a tavola: la signora Tatiana – 81 anni portati con grazia ed energia – e le sue collaboratrici, a cominciare da Gaetana, fanno marciare anche con grandi numeri una cucina che non ha nulla da invidiare a quelle più blasonate; e se Casa Lerario, negli ultimi dieci anni, si è fatta conoscere anche a un pubblico di gourmand grazie ai “pranzi stellati” che hanno visto protagonisti grandi chef da tutta Italia – nella stagione 2025 sono stati Salvatore Bianco, Stefania Di Pasquo e Marianna Vitale – e cantine della regione, vale la pena mettere in programma una gita a Melizzano per assaggiare la proposta “verace”.

Niente menu fotocopia da agriturismo, che spesso di agricolo hanno poco. Pietro Lerario ha abbracciato la vita da contadino a piene mani: “Ho lavorato molto con gli agricoltori locali, che mi hanno accolto e mi hanno svelato i segreti di potature, concimazioni e così via”. Mentre i piatti dimostrano la bravura e l’inventiva della madre che, racconta lui, a casa non cucinava granché e si è ritrovata ad affrontare numeri man mano più importanti. L’atmosfera, invece, è quella informale, rustica e conviviale che caratterizza gli agriturismi, tra tavoli di legno, tovagliette e accoglienza di stampo familiare.

Da carni e salumi squisiti a una torta irresistibile

Pranzi e cene iniziano irrimediabilmente con i formaggi realizzati con il latte delle proprie pecore – tra cui una buonissima ricotta – e i salumi di Nero Casertano: pancetta, soppressata, il prosciutto crudo stagionato e lo strepitoso cotto arrosto, e anche l’insolita “mortadella” che unisce maiale e carne bovina di razza Marchigiana, con un risultato molto interessante in termini di sapore e leggerezza. Ma ci sono pure le montanarine fritte insaporite dai pomodori coltivati in un piccolo appezzamento di proprietà a Corbara, e gli squisiti calzoncini farciti con ricotta fresca e scorza di limone.

In tavola possono arrivare anche, con copiosità, la pizza rustica alla napoletana con la frolla dolce che racchiude la farcia di ricotta, salame di maiale Nero Casertano e formaggio vaccino di Pezzata Rossa, i crostini con il baccalà mantecato (per nulla fuori luogo, considerando la grande tradizione campana legata a stocco, mussillo e coroniello) e la caponata – particolarmente ricca e dalla spiccata tendenza dolce – che ricalca la ricetta dello chef di origini siciliane Mimmo Alba e, prima ancora, quella dei monsù di corte.

Tra i primi ci possono essere gli ottimi ravioli di funghi porcini e tartufo, accompagnati dalla fonduta di caciocavallo irpino di Roccabascerana, o magari le lagane con i fagioli. Mentre per i secondi l’azione si sposta dalla cucina alla grande griglia esterna, dove Pietro cuoce carni saporite e ben preparate come il collo di maiale (in precedenza affumicato lentamente con legno di ciliegio e faggio, e poi sfumato in cottura con una birra dalla gradazione alcolica importante per ottenere la giusta caramellizzazione) accompagnato in tavola da patate al forno da manuale.

Ma è con i dolci che arriva uno dei veri must di Casa Lerario, assieme alle deliziose graffette fritte di Gaetana: è la morbida torta di Nonna Tatiana, un piccolo capolavoro di gusto e consistenza dove protagonista quasi assoluto è il cioccolato fondente 90%, senza aggiunta di farina né burro. Non è da meno il caffè, una miscela 100% Arabica realizzata appositamente per Pietro Lerario da Italmoka, che dagli anni Venti porta avanti la tradizione napoletana della tostatura a legna.

Maggiori informazioni

Agriturismo Casa Lerario
Contrada Laura, 6
Melizzano (BN)
casalerario.it

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