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Dove mangiare a Macerata e dintorni

Qualche indirizzo gastronomico da appuntarsi per una gita - di qualche giorno, o più - nell'entroterra marchigiano: un territorio ricco di bellezze, e di sapori da scoprire.

L’Alto Maceratese, il territorio che si estende lungo Valle del Chienti nella parte sud-occidentale della provincia di Macerata che guarda all’Umbria, comprende ufficialmente 17 comuni all’ombra del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Ma, per estensione, abbraccia un territorio più ampio che comprende anche il capoluogo di provincia, con il suo elegante centro storico, così come la città di Tolentino ancora in parte racchiusa da antiche mura e torrioni e Cingoli, il paese panoramico definito “Balcone delle Marche”. Luoghi purtroppo colpiti dal sisma del 2016, e spesso ancora in via di ricostruzione, ma dal fascino rimasto intatto. E che disegnano una zona ancora lontana dalle rotte del turismo di massa nonostante la ricchezza di bellezze naturali e storico-artistiche, ideale per viaggi slow dove ogni cosa sia assaporata con calma.

Macerata è una tappa imprescindibile, con il suo magnifico Sferisterio: un teatro all’aperto voluto negli anni Venti dell’Ottocento da cento mecenati cittadini che, inizialmente dedicato soprattutto al gioco della palla col bracciale (sorta di tennis o padel ante litteram), che oggi ospita in estate la stagione lirica più importante della regione. E ci sono da vedere almeno anche il bel museo di Palazzo Bonaccorsi e lo spettacolo sempre affascinante del suo orologio a carosello che si anima due volte al giorno. E Tolentino non è da meno con la bellissima Basilica di San Nicola e il suo chiostro, ma anche con l’insolito Museo Internazionale dell’Umorismo nell’Arte e l’interessante Museo Poltrona Frau, nella zona industriale, che ripercorre cento anni di storia del design italiano.

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Le Lame Rosse

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma sono tanti anche i borghi da scoprire, come Elcito, silenziosa frazione di San Severino Marche arroccata su uno sperone roccioso alle pendici del monte La Pereta, ribattezzata il “Tibet delle Marche”, la graziosa e panoramica San Ginesio che se ne sta appollaiata sul Piceno guardando i Monti Sibillini e il caratteristico centro storico della vicina frazione de Le Ripe. O la piccola Urbisaglia con l’imponente rocca medievale, che prende il nome dall’antica colonia romana di Urbs Salvia, i cui resti si ammirano nel bel parco archeologico poco distante. E poi ci sono gli spettacoli della natura: dai paesaggi del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, perlustrabile grazie a tanti sentieri, al lago di Fiastra, grande bacino artificiale creato dallo sbarramento del fiume Fiastrone, che oggi regala bei bagni rinfrescanti nel mezzo di boschi e montagne e tante opportunità di sport acquatici, fino al sorprendente canyon delle Lame Rosse, con i suoi calanchi di roccia rossastra che disegnano un paesaggio simile a quello dei grandi parchi americani.

Gli indirizzi per mangiare, dalla prima colazione al pranzo

Se gli indirizzi più blasonati dell’area marchigiana tra Macerata e Fermo – come Da Andreina a Loreto o Retroscena a Porto San Giorgio – sono facilmente raggiungibili, e pochi chilometri in più separano la zona da ristoranti come Il Tiglio a Montemonaco o Ophis a Offida, e dalla “enclave gastronomica” di Senigallia con le proposte d’autore di Mauro Uliassi e Moreno Cedroni, non c’è bisogno di spostarsi più di tanto per appagare il palato e fare qualche bella esperienza gastronomica tra Macerata e Tolentino.

Per la prima colazione con ottimi sfogliati e dolci – ma anche per un buon gelato o per raffinate torte moderne e monoporzioni, o per far scorta degli squisiti lievitati per cui è famoso il maestro pasticcere, l’indirizzo da inserire nel navigatore è quello di Roberto Cantolacqua Pasticcere, che ha una bella sede appena fuori dal centro di Tolentino, nel Retail Park Contrada Pace, ma pure quella a Civitanova Marche, verso il mare. Poco distante, proprio affacciato sul porto, c’è anche il banco di Duca Civitanova, Forno, Pizza e Pasticceria – così recita l’insegna – dove un giovane e agguerrito team sforna ogni giorno bombe, croissant, pain suisse e molto altro, accanto a pizze e piatti che escono dalla cucina.

Mentre a Macerata, affacciato sulla bella Piazza della Libertà tra la Loggia dei Mercanti e la torre civica con l’orologio, lo storico Caffè Centrale è un punto di incontro tanto per la posizione quanto per la valida offerta (e, con Le Dimore, ha anche una proposta di ospitalità di charme con la formula dell’albergo diffuso).

Per un pranzo veloce a base di insalate e panini “sfiziosi” dalle ricche farciture a base di salumi e formaggi dal fornito banco e molto altro (incluse proposte a base di pesce e verdure) ma anche per un aperitivo con tartare e taglieri da accompagnare con belle bottiglie, a Tolentino dal 1982 c’è l’Alimentari Fioretti, grazioso e semplice locale a due passi dalla Basilica di San Nicola.

Il meglio di Macerata

A Macerata Cucina & Vino è la costola gastronomica del raffinato progetto di ospitalità Palazzo Cortesi, dimora storica con eleganti camere, una spa in arrivo e una proposta culinaria basata soprattutto sui prodotti tipici della zona – in vendita nella graziosa bottega – come lo Sformatino di ricotta con prosciutto crudo dei Monti Sibillini e chips di pizza marchigiana o la Pasta dei Sibillini, con sette tipi di legumi, crema di pomodoro all’origano e spuma di Parmigiano Reggiano.

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Gli Spaghetti all’arrabbiata di erbe di Michele Biagiola, da Signore Te Ne Ringrazi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma se siete in città e avete un solo pasto a disposizione, non ci sono dubbi: prenotate un tavolo da Signore Te Ne Ringrazi, il bel locale dello chef Michele Biagiola che ne segue il carattere eclettico e fuori dagli schemi. A pranzo, la graziosa sala interna insieme rustica e curata – ma senza vezzi se non le belle tovaglie bianche e i fiori di campo ai tavoli – e la veranda sono la cornice del ristorante, e di piatti che uniscono in maniera eccellente sapori moderni, memoria personale e popolare e storie antiche di vergare (le donne di casa locali) e pistacoppi (nomignolo degli abitanti di Macerata, che rimanda all’usanza di sfamarsi mangiando i piccioni): dalla magistrale Insalata tiepida di mare e di orto ai buonissimi Spaghetti all’arrabbiata di erbe – in cui la pasta avvolta da un cremoso sugo “in bianco” è completata da una sequenza di erbe sempre più pungenti, da masticare per coglierne sfumature e sensazioni: rucola, foglia di pepe, crescione d’acqua, senape, nasturzio, artemisia, assenzio – fino al sontuoso Agnello di sopravvissana e Buon Enrico (spinacio selvatico raccolto dallo stesso chef nelle sue perlustrazioni in montagna) fondente. La sera, invece, il locale si trasforma in osteria, lasciando in evidenza il legno dei tavoli a vista e i piatti della tradizione come I Cremini e le vere olive Dop all’Ascolana, i Cargiù al sugo de lo “Vatte” (ravioli di ricotta con il ragù dell’aia al lardo) o il Coniglio in potacchio.

Aperitivo e cena a Tolentino

A Tolentino, l’aperitivo si fa ai tavolini de L’Opificio, lungo l’ampio e tranquillo marciapiede o nella bella lobby all’insegna del design dell’hotel Interno Marche, affascinante struttura che unisce ospitalità di lusso e cultura, omaggiando la storia di due aziende intimamente legate alla città come Nazareno Gabrielli e Poltrona Frau in quella che ne fu la sede. Ci si accomoda per un buon cocktail o un calice di vino accompagnato da snack prima della cena al ristorante al piano inferiore (aperto anche a pranzo), tra testimonianze del lavoro artigianale del passato e piatti moderni e ben fatti, ideati e preparati dallo chef Alessandro Campetella con un occhio alla tradizione e uno alla creatività, ma sempre valorizzando gli ingredienti di stagione e del territorio: dalla Tartare di Marchigiana in salsa potacchio e pesca Saturnia o il Roastbeef di tonno bianco, pinzimonio e salsa tonnata agli Gnocchi con ragù d’oca e maggiorana o il “classico” Filetto alla Rossini.

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La Lobby di Interno Marche, ph. Rossi + Bourgeat

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Al tavolo si fa notare anche il buonissimo pane che arriva dal comune di Loro Piceno: lo realizzano Ilaria Santandrea e Raffaele Pozzi, che dal Nord Italia sono venuti nelle Marche interne per portare avanti il bel progetto etico e agricolo di Terraprospera, che parte dalla coltivazione biologica di grani di miscuglio evolutivo di antiche varietà e arriva alla realizzazione di pani e pagnotte nel vecchio forno del paese, riaperto da loro e usato anche come “forno di comunità” per la piccola popolazione locale.

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La chef Entiana Osmenzeza

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel cuore del centro storico, invece, proprio di fronte alla Basilica di San Nicola, Osteria Ime è la nuova casa (dal 2023) della chef di origini albanesi Entiana Osmenzeza, che nella quiete e nella ricchezza agricola della campagna marchigiana e ha trovato la sua dimensione dopo aver lavorato in ristoranti prestigiosi tra Roma, Londra, Firenze, Copenhagen e altre città. “Pulisci, alleggerisci, cuoci, ricerca, evita, elimina, ignora, non barare, inventa, utilizza, osa, rispetta”, sono le parole che formano il suo mantra, accompagnate da nomi di amici – a cominciare da Bob Noto –, ingredienti, luoghi ed esperienze che campeggiano sulla porta a vetri.

E anche sul menu, diviso stagionalmente in quattro possibili percorsi (Vegetariano, Pesce, Carne e quello “misto”) che sostituiscono la carta e i cui piatti prendono il nome dalle città in cui la chef ha fatto tappa: dal Petto d’anatra Cannette de Barberie, confit al finocchietto selvatico con pesche percoche al vino rosso e alga kombu in omaggio a Copenhagen e la Sfoglia di fillo caramellata, riso latte e limone e vaniglia, lemon curd, fiordiriso al limoncino dedicata a Capri. Mentre Tolentino battezza gli avvolgenti e profumati Gnocchi, fiori di zucca, basilico e maggiorana.

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