Palermo non si visita, si assaggia. Si addenta tra i vicoli dei suoi mercati storici, si gusta nei piatti della tradizione e si esplora in punta di lingua tra le bancarelle fumanti. Nel capoluogo siciliano il cibo è rito, identità, teatro. Non solo panelle, meusa o dolci: la città che conserva le spoglie di Federico II, propone una ristorazione adatta a cittadini e viaggiatori del gusto, tra posti storici, novità e nuove conferme (come Trattoria Corona). Vi proponiamo una mini guida per scoprire i migliori indirizzi dove mangiare in città e vi assicuriamo che al vostro arrivo i primi profumi che sentirete saranno quelli del mare, del fritto e dello zucchero.
Mattinata tra le grida dei mercati
Il nostro viaggio inizia al Mercato della Vucciria, uno dei più antichi e autentici della città e premiato da Food&Wine Usa tra i migliori mercati al mondo. Si trova nel pieno centro storico: potete entrare dalla piazza San Domenico (a pochi metri dall’ingresso al Pantheon della città), ed è immancabile un assaggio di pesce fritto o alla griglia. A poca distanza ci sono gli altri due mercati della città, tra cui il Capo (lo trovate risalendo dal Teatro Massimo) che oggi mette in mostra quanti più cibi potete immaginare e per questo è diventato il vero mercato gastronomico della città: oltre alle tante bancarelle, l’insegna de Le Angeliche Dolci al Volo merita senza dubbio una visita per assaggiare i dolci tipici non solo di Palermo, ma di tutta la Sicilia. E poi il mercato di Ballarò che ha mantenuto nel corso degli anni la sua anima ed è quello maggiormente frequentato dai palermitani. Qui le voci si accavallano, i colori esplodono: è un caos orchestrato alla perfezione.
I migliori ristoranti di Palermo
Tra street food, fine dining, pizzerie e trattorie, c’è l’imbarazzo della scelta. Ecco i ristoranti che ci sono piaciuti di più in città.

Il MEC, aperto nel 2020, è il grande ristorante fine dining della città: il nome è un acronimo che sta per Meet Eat & Connect. Si trova all’interno di un palazzo cinquecentesco quasi di fronte alla magnifica Cattedrale. Le otto sale che mettono in mostra 200 prodotti Apple della Fondazione Job, nate all’idea dell’ architetto Giuseppe Forello, ospitano l’elegante ristorante che vede ai fornelli lo chef Carmelo Trentacosti.
Gagini è il ristorante simbolo del rinascimento gastronomico di Palermo: insegna del gruppo Virga e Milano, ha rinnovato la propria linea gastronomica dopo la scelta dello chef Mauricio Zillo di andar via. Persa la stella ma non lo stile, ora la cucina è nelle mani del talentuoso torinese Marco Massaia.
Veronica, Barbara, Chiara e Floriana hanno dato vita a Le Angeliche, locale davvero unico all’interno del mercato del Capo dove propongono la cucina tradizionale siciliana nella sua forma più classica, reinterpretandola con ricette rinnovate nella presentazione o in cui viene aggiunto un ingrediente insolito, piccolo ma in grado di fare la differenza.
Filippo Cosentino ha aperto Cicala, enoteca con cucina che oggi è diventata un punto di riferimento in città. Si tratta di un locale con un’unica anima e mille sfumature. Bella e accessibile la selezione dei vini, il menu invece è minimal ma non mancano mai i piatti della tradizione palermitana, e quelli del giorno che cambiano quotidianamente.
I fratelli Saverio e Vittoria Borgia hanno dato vita di recente a Mezzena, un ristorante di carne all’interno di Palazzo Savona, dimora storica di fine Ottocento a due passi da via Libertà. Il nome stesso – Mezzena, ovvero la metà dell’animale – è già una dichiarazione d’intenti: valorizzare l’intero animale, dalla testa alla coda, in un percorso culinario che esalta anche il quinto quarto, oltre alla proposta in stile steak house.
Buatta è una trattoria moderna di cucina tipica palermitana e siciliana, che si trova su una delle principali e storiche vie di Palermo, tra le mura di un’antica valigeria. Il menu è incentrato sulle ricette tradizionali dell’isola, per una cucina che sa di casa e rispetta il territorio. In cucina lo chef Fabio Cardilio, romano d’origine e siculo d’adozione.
Bistrot con selezione di vini artigianli che prende il nome da un intercalare ispirato alla tipica esclamazione svedese (pari al nostro “Ops!”), Ojda è stato aperto un anno e mezzo fa in piazza Aragona da Giuseppe Serafino e la sua compagna svedese Bim. È aperto dalla mattina alla sera e ci si può fermare a far colazione, mangiare o acquistare dei vestiti (all’interno c’è un piccolo atelier).
Fudbocs, creatura di Andrea Graziano – che di recente ha aperto anche un B&B – è il fish bar firmato FUD Bottega Sicula, nato per portare tutto il gusto del mare in una formula street food. Panini gourmet, fritti croccanti e insalate sfiziose sono i pezzi forti del menu.
La pizza in città è un must da Archestrato di Gela dove vi consigliamo di prenotare: i fratelli Chifari hanno dato vita a una delle pizzerie più apprezzate della Sicilia nel 2015 (all’inizio era un bistrot, poi solo pizza dal 2018). Maturazioni lente, topping studiati e tanta cura al momento della cottura sono l’alfabeto di Pierangelo Chifari, che ha creato un modello da seguire. Proprio accanto al locale si trova la gelateria di famiglia, Il Signor di Carbognano.
Biga è un altro progetto di successo basato sulle lievitazioni, che in pochi anni ha conquistato, attraverso la formula di street pizza, tantissimi estimatori per la bontà del prodotto. L’irresistibile trancio rappresenta uno spaccato perfetto di una buona pizza al taglio in terra di Sicilia. Privilegiati gli ingredienti siciliani come la salsiccia delle Madonie, la cipolla di Giarratana, il fior di latte a Km zero, la provola delle Madonie e i filetti d’acciughe rigorosamente locali.
A pochi passi da Piazza Marina e dal Foro Italico c’è Franco u Vastiddaru, una vera istituzione cittadina. Da decenni punto di riferimento per chi i must dello street food palermitano nel cuore della città. Non vi resta che chiedere tra pane ca’ meusa (milza), arancine e panelle (frittelle di farina di ceci).
Bar e pasticcerie, la dolce vita palermitana
Chiunque vada a Palermo ha un serio rischio di tornare a casa con molti chili in più. Non solo per la bontà del cibo salato ma perché a tutte le ore può trovare dolci spettacolari, figli di una tradizione secolare, che rendono la città che ha dato i natali a Giuseppe Tomasi di Lampedusa una delle più dolci del pianeta. Ecco qualche indirizzo da non perdere.

A distanza di più di 120 anni dall’ultimo caffè servito nello storico caffè letterario della Belle Epòque palermitana (il Caffè Palermo, a Palazzo Guggino-Chiaramonte Bordonaro), nell’agosto del 2024 i fratelli Borgia e i Morettino, storica famiglia di torrefattori siciliani) hanno aperto le porte del Morettino Caffè Palermo. Immancabile la Carta dei Caffè, ma ottime anche le colazioni.
Conosciuto per molto tempo per le buonissime arancine (lo sono ancora oggi), Vabres è diventato soprattutto un punto di riferimento per la colazione e il caffè in tutte le sue forme e le sue estrazioni. Il bar aperto nel 1969 è ora conosciuto grazie al lavoro di Alessio Vabres, classe 1992, che ha di fatto rivoluzionato la proposta di caffetteria e pasticceria, e ha anche aperto una sua società di consulenza e formazione.
Nel cuore di Palermo con i suoi tre punti vendita, Cappadonia Gelati rappresenta un punto di riferimento per gli amanti del “freddo” in città. Antonio Cappadonia, maestro gelatiere originario di Cerda, propone una filosofia basata sull’utilizzo di materie prime provenienti da filiere corte e produttori locali.
Ficus è invece un chiosco di gelato gourmet immerso in un giardino storico. I gelati artigianali si dividono in gusti “sobri”, con spezie, erbe e componenti botaniche, e “ubriachi”, arricchiti da topping alcolici che ne esaltano i sapori. In menu anche colazioni creative, dolci ispirati alla natura e aperitivi con gelati salati. Un format stagionale che unisce ricerca, gusto e giardino.
Nel cuore del centro storico di Palermo, all’interno del Monastero di Santa Caterina d’Alessandria, si trova I Segreti del Chiostro, dolceria che celebra l’antica arte della pasticceria conventuale siciliana. Il progetto nasce con l’intento di riscoprire e valorizzare le ricette tramandate per secoli dalle monache di clausura, che custodivano gelosamente i segreti dei loro dolci. Immancabile il cannolo farcito al momento con ricotta fresca di pecora, da gustare nel suggestivo chiostro del monastero.
Aperta da qualche mese da Antonio Corsano e Laura Carollo, Bottega Corsallo nasce dall’idea di celebrare la qualità dei prodotti che ci rappresentano unendo due culture di tradizione, la Sicilia e la Puglia, oltre all’amore profondo per i vini biodinamici e artigianali da tutta Europa (nessun compromesso in carta). Tra i piatti di accompagnamento, le verdure del Salento biodinamiche come gli immancabili lampascioni, le frise salentine ma anche prodotti siciliani da filiera selezionata.
I migliori cocktail bar a Palermo
Dagli aperitivi agli after dinner, a Palermo non mancano di certo agli gli indirizzi dedicati a mixology e spirits.
Fate un salto al Minimarket, ma non per fare la spesa: si tratta del primo speakeasy di Palermo e il primo hi-fi bar del Sud Italia. Si entra da una bottega con insegna rossa in Piazza Rivoluzione, e si scopre un mondo immersivo nella cocktail room e listening room dove suoni d’alta fedeltà si fondono ai drink firmati Francesco Di Verde e alla cucina dello chef Alberto Ferrara.
Aperto tutti i giorni dalle 10:30 a mezzanotte, Igiea Terrazza Bar dell’elegante hotel Villa Igiea è il luogo ideale da cui godere di una vista mozzafiato sul Golfo di Palermo dall’esclusiva terrazza panoramica. Qui, una visione della Sicilia cosmopolita e al contempo fortemente identitaria ispira la carta del maestro Salvatore Calabrese battezzata La Sicilia nel Mondo. Tra i must il Perpetum, con Whisky Benriach The Twenty One, Marsala Florio Aegusa 2001, Campari Cask Tales e aroma di Bergamotto.
Andate invece da Sartoria per un drink su misura in uno dei luoghi della movida della città, in piazza Sant’Anna. Il progetto di Fabrizio Candino, Ivan Geraci, Matteo Bonandrini e Andrea Caputo non è solo un cocktail bar, ma un vero e proprio atelier del gusto. Il nome non è scelto a caso: qui ogni drink è pensato, costruito e cucito addosso al cliente, con la cura di un sarto che conosce bene la sua arte e il carattere di chi ha di fronte.
Dove dormire a Palermo
Non ci resta che capire dove passare la notte. La città offre scorci meravigliosi ed è bellissimo viverla a pieno, affondando le proprie mani nel mare e nella terra di Sicilia. Però, tra un giro tra i mercati e un surplus di carboidrati, bisogna pur trovare un modo per rilassarsi.

Il Grand Hotel et Des Palmes è un’icona dell’ospitalità siciliana che fonde storia, arte e lusso contemporaneo. Costruito nel 1874 come residenza privata della famiglia Ingham-Whitaker, l’edificio fu trasformato in hotel di lusso nel 1907 dall’architetto Ernesto Basile, diventando simbolo della Belle Époque palermitana. Con le sue cento camere, è oggi gestito dalla famiglia Mangia. Se disponibile, non perdetevi almeno una visita alla Suite Richard Wagner, dedicata al compositore che vi soggiornò con la moglie Cosima Liszt mentre componeva l’ultimo atto di Parsifal.
Casa Galati è invece una struttura ricettiva in stile moderno che oggi ha un focus sul vino (in via di definizione) e si trova a palazzo Galati, di fronte al teatro Massimo. Con le sue 5 camere, il B&B si trova in un edificio storico in stile neoclassico risalente al tardo Settecento. In passato la proprietà è stata del celebre pittore bagnerese Renato Guttuso, ed è stata al centro di ritrovi intellettuali di personaggi illustri.