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Alto Piemonte: grandi e piccoli protagonisti

tripartizione del panorama produttivo attuale in aziende tradizionali, aziende emerse ed aziende emergenti

Alto Piemonte

Di seguito propongo una tripartizione del panorama produttivo attuale in aziende tradizionali, aziende emerse ed aziende emergenti. La collocazione dei diversi nuclei nelle relative categorie può suscitare qualche mugugno e qualche potenziale contestazione. Perciò, come da premessa già fatta più sopra (copio e incollo): non è una disamina rigorosa ma un taccuino di impressioni personali, senza pretesa di sistematicità né tanto- meno di esaustività.

LE AZIENDE TRADIZIONALI
Sono le pietre angolari dell’Alto Piemonte. I nomi che hanno fatto da battistrada alla fama dei vini locali, e che ne hanno presidiato lo standard produttivo. Nota bene: elenco in rigoroso ordine NON alfabetico, e nemmeno gerarchico.

TENUTE SELLA
La più antica firma del territorio, salvo errori: esibisce con fierezza in etichetta la dizione “1671”. Nell’albo d’oro dell’azienda non può mancare la citazione a Quintino Sella, “scienziato, politico e alpinista italiano”, che dato l’amore per il vino avrebbe dovuto più puntualmente essere battezzato Quartino. Sella produce vini di austera classicità. Centro della produzione un profumato Lessona (purissimo il cru San Sebastiano allo Zoppo dell’annata 2010) e un robusto Bramaterra.

ANTONIOLO
Sinonimo di grande Gattinara. Firma al vertice della piramide qualitativa dell’intera regione, è oggi condotta dai fratelli Alberto e Lorella. I vini, dal Gattinara di annata al celebre cru Osso San Grato, sono declinati in uno stile classico, che non concede nulla ai facili effetti speciali della modernità. Al contrario, sono rossi quasi severi in gioventù, capaci di un arco evolutivo in bottiglia lungo e dagli esiti magnifici.

TRAVAGLINI
Famoso e stimato quanto Antoniolo e Nervi, vanta un ottimo livello dei Gattinara, qui interpretati su toni nobilmente evoluti, giocati sui terziari più che sul frutto. La produzione attuale, curata da Cinzia Travaglini, ha trovato accenti più tonici sul piano della freschezza aromatica.

NERVI
Con Antoniolo e Travaglini forma il trittico di marchi storici della denominazione Gattinara. Austeri, minerali, sono rossi di alto profilo. La casa vinicola è stata recentemente acquisita da un mostro sacro dell’enologia patria, Roberto Conterno. Gli amatori restano in devota attesa per vedere se il modello aziendale verrà confermato o se la nuova proprietà imprimerà un corso stilistico differente.

CANTINE DEL CASTELLO CONTI
Defilata rispetto ai marchi precedenti, è un’azienda che vanta tuttavia una solida tradizione. Fondata nel 1963 da Ermanno Conti e oggi gestita dalle tre figlie Anna, Elena e Paola, propone vini veraci, qua e là un po’ “scapigliati” nell’espressione aromatica, ma mai in debito di autenticità e forza comunicativa. Consigliati sia l’intenso Boca della casa che il rosso Origini.

FERRANDO
“Il” Carema storico per antonomasia. Roberto Ferrando rappresenta un valore sicuro per i veri appassionati di vino. Di rara focalizzazione nello spettro olfattivo e gustativo, i suoi rossi sono proposti oltretutto a cifre ancora molto ragionevoli. En passant, sarebbe un errore trascurare la qualità dell’Erbaluce della casa, davvero superba.

CANTINA PRODUTTORI NEBBIOLO DI CAREMA
Il péndant storico di Ferrando a Carema. Fondata nel 1960, conta oggi su un centinaio di soci conferitori. I vari imbottigliamenti di Carema hanno respiro classico, bella spazialità gustativa e soprattutto una significativa propensione alle lunghe e lente maturazioni in bottiglia.

TORRACCIA DEL PIANTAVIGNA
Fin dagli anni 50 questa tenuta propone rossi locali di fattura tradizionale, spesso declinati in una configurazione più evoluta che di vibrante freschezza di frutto. Questo profilo giocato sui mezzi toni e sulle sfumature aromatiche complesse ha i suoi estimatori.

FRANCHINO
Non è facile decidere quale dei due aspetti prevalga: se Mauro Franchino sia più schivo o più bravo a fare vino. E siccome egli è davvero molto schivo, dice tutto sul livello dei suoi Gattinara il fatto che in questa competizione silenziosa alla fine vinca la qualità del vino. Tutti o quasi i suoi vini sono accomunati da una notevole longevità, da una personalità aromatica profonda, da un assetto gustativo raffinato, più “interiorizzato” che esplicito. Sono insomma i classici vini da grande intenditore.

LE AZIENDE EMERSE

Guidata da Sergio Barbaglia e dalla figlia Silvia, Barbaglia produce eccellenti Boca e ottimi rossi da uve locali, in uno stile sobriamente moderno, puro, privo di ammiccamenti: sono bottiglie raccomandabilissime. Sempre a Boca non si possono mancare i raffinati e gustosi vini de Le Piane, una firma molto nota agli enofili più esigenti: pochi vini dell’Alto Piemonte possono vantare lo stesso livello di precisione nell’estrazione tannica. Colombera&Garella è un nome ormai affermato nel panorama dei Bramaterra di autore: viticoltura ed enologia non interventiste, silhouette limpida ed espressiva dei vini. Nella stessa Doc si distingue anche Antoniotti, azienda che sarebbe stato in effetti più coerente rubricare tra i nomi storici, ma che sta trovando nelle ultime vendemmie una focalizzazione anche più convincente. A Lessona si segnala innanzitutto la smagliante qualità dei rossi de La Prevostura, da alcune vendemmie ai vertici della Doc per finezza del dettaglio aromatico e setosità dei tannini. Sempre a Lessona molto buoni i vini della Proprietà Sperino. Citati alla fine, ma certo non ultimi, i vibranti bianchi di Alfonso Rinaldi: il suo Costa di Sera dei Tabacchei è uno dei più saporiti Erbaluce di tutto il Piemonte.

LE AZIENDE EMERGENTI
In Val d’Ossola durante l’ultimo decennio le Cantine Garrone hanno avuto un ruolo di primo piano nella salvaguardia della tradizione locale. Oggi il giovanissimo Matteo Garrone realizza con mano già esperta vini di notevole caratura, dal Munaloss all’intenso e preciso Prünent. Nella Doc del Fara sta ottenendo risultati brillanti il giovane Gilberto Boniperti: provare per credere il suo sontuoso Fara Barton 2015.
Carema sta conoscendo un significativo Rinascimento: segnalo l’ottimo lavoro di Gian Marco Viano, dell’azienda Monte Maletto, che fa rossi di grande finezza tannica, e quello dei suoi colleghi Martina Ghirardo e Vittorio Garda dell’azienda Sorpasso. Sempre a Carema si attendono con curiosità le prime prove della recentissima Muraje. Gustosissimi i Lessona di Pietro Cassina, che non è in verità un nuovo arrivato in senso strettamente cronologico, dato che la sua famiglia fa vino da tempo; qua e là un po’ boisé da giovani, hanno precisione nei tannini e buon timbro fruttato. Pur avendo già premesso che si tratta di una selezione del tutto personale, collocare Tiziano Mazzoni tra i produttori emergenti è di sicuro la forzatura maggiore: egli conserva infatti fonti documentali che fanno risalire al 1502 la presenza di una cantina familiare. I Ghemme (e la Vespolina) Mazzoni sono oggi bottiglie imperdibili. Davide Carlone propone Boca di non trascurabile qualità, e una succosa Vespolina. Francesco Brigatti è un nome sicuro se si cercano rossi di bella intensità olfattiva; esemplare in questo senso il magnifico rosso MötZiflon. Anche in questo caso la definizione di “emergente” risulta un po’ stretta, essendo la famiglia Brigatti attiva da molti anni in campo vitivinicolo. L’ottimo Sizzano 2015 mi suggerisce di segnalare la Cantina Comero, e infine i promettenti vini di Alessandro Cancelliere della Cascina Montalbano, a Boca.