Borgo La Chiaracia, resort cinque stelle di Castel Giorgio, in provincia di Terni, ha annunciato l’arrivo di Gabriel Collazzo come nuovo chef. Classe 1999, guiderà le cucine di Radici e Pagoda, portando una visione gastronomica che intreccia esperienze maturate tra Italia e Francia con un profondo legame con la terra umbra e le proprie radici toscano-lucane.
Una nuova fase per Borgo La Chiaracia
Dopo l’uscita di Daniele Auricchio, sarà Collazzo a firmare la proposta gastronomica del resort. Il cuore del progetto resta Radici, ristorante fine dining già segnalato da Guida Michelin, che riaprirà il 16 ottobre con tre percorsi degustazione e una selezione à la carte. L’offerta si completa con Pagoda, dedicato alla cucina tradizionale umbra, e l’Etrusco Bar, dove cocktail e pairing raccontano la cultura del territorio.

L’ultima avventura di Gabriel Collazzo è stata a Venezia, che saluta calorosamente «perché mi ha aiutato a crescere professionalmente ma avevo bisogno di ritrovare la campagna, le colline e i terreni che hanno segnato la mia infanzia», racconta lo chef. «Nasco a San Miniato, città del tartufo, con una famiglia originaria di Brienza e Pozzi, in Basilicata: le mie radici sono sempre state legate alla terra, e proprio questo attaccamento mi mancava».
La scelta di approdare in Umbria è nata anche dal contesto naturale del resort. «Il Borgo La Chiaracia vive in un altopiano totalmente verde, con pochi edifici e molti produttori. È un luogo ideale per evadere i pensieri e creare una cucina fatta di ricordi», spiega. «Inoltre, il progetto portato avanti dai proprietari è in linea con la mia idea di cucina: lavorare con il territorio, sostenere i piccoli produttori e omaggiarli all’interno delle nostre proposte enogastronomiche».
Originario di San Miniato, Collazzo ha formato la propria identità professionale lavorando accanto a Yuki Mamizuka a Bordeaux, Rocco De Santis a Firenze, Luigi Lionetti a Venezia ed Eric Pras a Chagny. Da loro ha ereditato precisione tecnica, essenzialità orientale e una profonda attenzione alla materia prima. «Vorrei creare una cucina gastronomica legata ai miei ricordi, con la tecnica appresa in Francia e la delicatezza della cultura orientale», afferma. «La fortuna di aver lavorato in ambiti diversi mi facilita nella sperimentazione, ma sarà una sfida far conoscere al territorio una cucina così evoluta».
Nel nuovo assetto, l’esperienza gastronomica di Borgo La Chiaracia si articola su due spazi: un’osteria che richiama la tradizione toscana e dell’Alta Tuscia, e il fine dining Radici, dove lo chef intende «scrivere la pagina uno del capitolo uno» della propria carriera.
La cucina di Collazzo riflette un paesaggio fatto di borghi medievali, natura e tradizioni contadine. Mette al centro ingredienti umbri e filiere locali, con una particolare attenzione alla sostenibilità e alla riduzione degli sprechi. Legumi, erbe spontanee, ortaggi stagionali e piccoli prodotti agricoli diventano protagonisti, mentre scarti come bucce, gambi e ossa si trasformano in brodi e fermentazioni.
«Le aspettative sono alte e gli obiettivi parlano da soli: il posizionamento del ristorante dovrà rispecchiare la mia crescita», conclude Collazzo. «Il tempo dirà se avrò avuto ragione e se riuscirò a far crescere il Borgo e il territorio».