Dal 1978, il 1 ottobre si celebra il World Sake Day, ovvero la giornata internazionale dedicata al fermentato di riso giapponese. La data non è casuale ma legata al ciclo agricolo: tradizionalmente, infatti, il riso viene raccolto all’inizio dell’autunno. Inoltre, in questo periodo, le temperature sono ideali per una corretta fermentazione e quindi per la produzione del Sake, che più propriamente è chiamato Nihonshu. Al di là delle ricorrenze, nel nostro paese è sempre più ampia la platea di estimatori e appassionati di questa bevanda. Sono lontani i tempi in cui veniva servita con scarsa consapevolezza a fine pasto, come un distillato o un amaro digestivo. Attualmente esistono diversi ristoranti che vantano una lunga carta di sake, i sommelier ne scoprono la sorprendente versatilità negli abbinamenti e i bartender non esitano a utilizzarli per i loro cocktail.
Enosake: nuova apertura a Roma
Ha inaugurato da qualche settimana un nuovo locale dall’insegna quanto mai eloquente: Enosake. La proprietà, la stessa di Astemio e Quartino, ha voluto triplicare la propria presenza nella Capitale, aprendo questa enoteca fortemente vocata al sake. Più di trecento le etichette, da acquistare o da degustare sul posto allo stesso prezzo dello scaffale. Altrettanto convincente è la proposta di specialità tipiche del Sol Levante. In sala Jacqueline Capuzzi sa indirizzare gli ospiti nella scelta delle bottiglie e stupire con azzeccati abbinamenti.
La proposta gastronomica
Sono chiamati Izakaya i locali giapponesi in cui si va essenzialmente per bere ma dove è possibile anche mangiare qualcosa. La definizione calza perfettamente per Enosake che vanta un’offerta gastronomica tradizionale: dai gyoza in diverse varianti, al sushi, passando per i crudi di pesce e le pregiate carni di manzo giapponese. Non mancano poi diverse declinazioni del ramen e dessert di ispirazione nipponica.
Altri indirizzi dove bere Sake a Roma
Come si diceva, ormai trovare indirizzi con una buona carta di Nihonshu non è più una chimera. Oltre al neonato Enosake, a Roma un ottimo lavoro di ricerca sui fermentati giapponesi è svolto anche da Umami, altra Izakaya del quartiere Appio Latino. Ampia è pure la lista di etichette proposta da Hiromi La Maison, il bel ristorante in zona Piazza Fiume, della stessa proprietà della pasticceria Hiromi Cake. Ai piani alti dell’hotel Valadier vi è invece il Moon Asian Bar, dove è possibile accompagnare bao, gyoza, nigiri e uramaki con cocktail ispirati ai manga, alcuni dei quali sono realizzati con shochu (distillati) e sake. Per chi volesse approcciarsi all’eleganza e alla ritualità della cucina Kaiseki, il consiglio è di fare un’esperienza da Kohaku, che risulterà ancor più interessante grazie agli abbinamenti proposti da un sommelier della Japanese Sake Association.