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L’importanza
 di chiamarsi Asti

Le uve di moscato bianco coltivate sulle colline patrimonio Unesco sono alla base di due vini inconfondibili:
 Asti Spumante e Moscato d’Asti Docg, le cui bollicine sono pensate per incontrare tutti i gusti.

asti

Condividono il profumo inconfondibile dell’uva da cui sono ottenuti in purezza – il moscato bianco
– e la Docg che prende il nome dalla provincia piemontese in cui nascono (insieme a quelle di Alessandria e Cuneo), ma differenze sostanziali nel metodo di produzione ne rendono diverso il carattere: fermo o talvolta con una lieve frizzantezza naturale il Moscato d’Asti, che non subisce la presa di spuma, mentre l’Asti è uno Spumante vero e proprio.

L’Asti Spumante negli ultimi anni è proposto anche nelle versioni Demi Sec, Secco\Dry ed Extra Dry e dallo scorso autunno – grazie all’ultima s da intrapresa dal Consorzio di tutela, che ha portato a una storica modifica del disciplinare volta ad ampliare le tipologie sulla base del grado zuccherino – prevede pure quelle Brut, extra Brut, Brut Nature o Pas Dosé per andare incontro al gusto sempre più differenziato dei consumatori.

«Non è solo un aspetto tecnico – fa rilevare Giacomo Pondini, direttore del Consorzio dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti Docg – per le aziende che producono e credono nelle tipologie ulteriori rispetto all’Asti Docg “Dolce”, avere la possibilità di valorizzare il vitigno aromatico per eccellenza, il moscato bianco, tra la gamma completa di residui zuccherini prevista ora dal disciplinare, è uno strumento utilissimo dal punto di vista commerciale, per raggiungere gli estimatori di questa uva, e dei nostri territori, in tutto il mondo». La modifica, approvata recentemente dal Ministero dell’Agricoltura, contribuisce a evidenziare la versatilità dell’Asti e del Moscato D’Asti Docg, perfetti non solo per accompagnare i momenti di festa ma anche come bollicine a tutto pasto che si armonizzano in maniera perfetta con ogni portata oltre che naturalmente con i dessert.

Il vino è anche il filo conduttore di un’ospitalità di alto livello grazie ai lussuosi relais con vista sui vigneti e alle dimore di charme custodite tra le colline. In un’area di 10mila ettari, che abbraccia 51 Comuni delle tre province, i vigneti delle colline piemontesi – le prime in Italia nominate Patrimonio dell’Umanità Unesco, nel 2014 – regalano esperienze uniche ai visitatori: dai tour guidati tra i filari ai percorsi naturalistici, dai picnic alle degustazioni in vigna. Non manca la cucina d’autore: con oltre venti ristoranti premiati dalla guida Michelin, l’area di Langhe-Roero Monferrato è il paesaggio vitivinicolo Unesco più stellato al mondo.

Un territorio generoso che i vignaioli ricambiano con un’attenzione particolare, come racconta il Presidente del Consorzio dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti Docg Lorenzo Barbero: «Puntiamo alla sostenibilità ambientale, all’etica e anche al mondo bio. Già alcune aziende del Consorzio hanno iniziato questo percorso». Qui nasce, ed esempio, il Moscato d’Asti San Grod dell’Azienda Agricola Mario Torelli di Gianfranco Torelli: si tratta del primo vino biologico d’Italia certificato, proveniente da lari convertiti già a partire dal 1992, l’anno successivo all’approvazione della certificazione europea in materia di agricoltura
 biologica.

COCKTAIL CON 
IL MOSCATO D’ASTI
Nei mesi più freddi l’Asti e il Moscato D’Asti Docg scaldano l’atmosfera in tutte le occasioni
di convivialità, mentre nella stagione estiva sono l’aperitivo ideale, anche come ingrediente per preparare drink freschi e rigeneranti, come Un’Estate Astigiana (nella foto) e Astilime. Per realizzare il primo cocktail sono necessari 40 ml di liquore salvia e limone, 2 gocce di Bitter Plum Fee Brothers, un top di Moscato d’Asti e per concludere peel di arancio o ori edibili. Per la preparazione del secondo drink, leggero e dissetante, servono solamente 75ml di Asti Spumante Docg e gocce di lime. Si consiglia di servire i cocktail molto freddi, rispettivamente dentro un flûte e un grande calice da vino, entrambi riempiti di ghiaccio.

In collaborazione con Consorzio dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti Docg 
astidocg.it