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Prosecco: un patrimonio di arte e natura

Alla scoperta del territorio dove nasce il Prosecco: quello delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, patrimonio UNESCO

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Complice il riconoscimento Unesco all’unicità delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, la capacità di attrazione turistica (così come il sistema di accoglienza) della Denominazione è cresciuta nel corso degli anni. Lo scorso anno sono stati 460mila i visitatori (+13% rispetto al 2018 e addirittura +45% rispetto al 2010) affascinati da questo paesaggio ricamato dai vigneti. Oltre alle visite in cantina, alle degustazioni guidate e agli aperitivi in vigna, il territorio offre altre esperienze e numerosi itinerari tra i suoi borghi storici e tesori artistici. Si può partire proprio da Conegliano, patria del pittore Cima da Conegliano, uno dei maestri del Rinascimento veneto. All’interno del Duomo si può ammirare la sua Madonna in trono col Bambino tra Angeli e Santi ma anche il bellissimo ciclo di affreschi con le Storie di Cristo, opera di Francesco da Milano della Scuola dei Battuti. A Susegana, ogni anno, ci si dà appuntamento per “Vino in Villa”, la più importante manifestazione dedicata al Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore docg ospitata nelle stanze del Palazzo Odoardo al Castello di San Salvatore, antica fortificazione adagiata su un colle panoramico e risalente al XIV secolo. Qui l’arte è indissolubilmente legata alla cultura agricola, come si coglie dal Cristo della Domenica, nel porticato della Pieve di San Pietro di Feletto, una delle più antiche d’Italia, risalente all’epoca longobarda (XI secolo): si tratta di un affresco che oltre a rappresentare la figura sacra evoca i mestieri agricoli. Anche Valdobbiadene è un antico e importante centro della zona, ricco di interessanti architetture religiose e ville venete tra cui la chiesa parrocchiale di Guia, attribuita al Canova, la chiesa quattrocentesca di San Gregorio, e Villa Piva, detta anche Villa dei Cedri, un antico opificio ottocentesco. Serravalle era giustamente nota nel Cinquecento come la piccola Firenze del Veneto grazie ai palazzi aristocratici e alle opere d’arte come la pala d’altare del Tiziano, custodita all’interno del Duomo, dedicato a Santa Maria Nova. Tappa conclusiva a Ceneda per ammirare l’Annunciazione, risalente al XVI secolo e affrescata da Andrea Previtali all’interno della chiesa del Meschio, e per poi proseguire verso il Ghetto, dove nel 1749 nacque Lorenzo Da Ponte, l’autore di famosi libretti d’opera che scrisse anche per Mozart.