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Le “Cotarellas”: sinergia di famiglia

Una visione contemporanea, a partire dalla scuola Intrecci, dedicata al servizio di sala.

Cotarella

Alla recente presentazione del Montiano 2016 a Milano, Dominga, Enrica e Marta si sono date il cambio accanto a Riccardo Cotarella, padre delle prime due e zio dell’ultima. L’enologo ha raccontato un po’ di sé, poi ha lasciato campo libero alle donne di famiglia. Le mogli di Riccardo e del fratello Renzo sono da sempre defilate, ma figlie e nipote sono il volto del futuro del brand. Cominciando dal nome, non più azienda Falesco, ma “famiglia Cotarella” che comprende il vino, ma anche la scuola di formazione dedicata al servizio in sala “Intrecci”. Il logo è per l’appunto una trama intrecciata, abbastanza larga da lasciare spazio al movimento, ma inesorabilmente unita.

Sorelle, cugine, confidenti, amiche. Le “Cotarellas” sono cresciute nelle stesse stanze. Una simbiosi che ha creato un legame fortissimo: Dominga è quella dall’afflato un po’ materno, accogliente e comunicativa; Enrica è l’antiprotagonista, la creativa; Marta è la donna dei numeri, razionale e pragmatica. «Noi abbiamo un’ossessione – inizia Dominga – ed è quella dell’identità. Se non fosse così avremmo aperto la scuola di formazione a Milano o a Roma. Invece è nata a Castiglione in Teverina, in Umbria». Stesso discorso per il progetto Tellus, una fattoria didattica pensata con l’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma per giovanissimi che vogliono sviluppare al meglio le proprie capacità fisiche e mentali grazie all’interazione con la natura. Anche qui siamo in Umbria, a San Pietro a Montecchio. «Bambini con disabilità e non qui hanno modo di fare gli stessi giochi – spiega Dominga – e in primavera par-tono anche laboratori sui temi dell’anoressia e della bulimia».

Il fil rouge che lega tutto è questo senso della famiglia estesa che diventa comunità. Lo sottolinea bene Enrica: «La formazione diventa ospitalità, accoglienza. I ragazzi che frequentano la scuola hanno bisogno anche di braccia aperte, non solo di nozioni. Così come in azienda organizziamo degustazioni alla cieca per tutti, non solo per i tecnici, ma anche per gli addetti alla logistica. Tutti devono sentirsi parte di un progetto più ampio». La componente maschile dei Cotarella, Renzo e Riccardo, continua a mettere in guardia le ragazze: «Mio padre ancora pensa che Intrecci sia una scuola di cucina! Ma so che lui e il fratello sono sempre stati assorbiti solo dal mondo del vino. Questa dimensione più ampia del progetto invece è legata a una visione di genere. A noi donne piace allargare gli orizzonti»