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Made in Sardegna

In Gallura, Bolmea produce gelato sano e genuino in quantità industriali. A base di prodotti sardi, a cominciare da latte e acqua.

bolmea

Portare sulle tavole italiane un gelato di qualità artigianale, sano, buono come quello di gelateria ma con la comodità di mangiarlo a casa propria. È con questo obiettivo che nel 2016 a Tempio Pausania nasce Bolmea che – in un moderno impianto e in quantità industriali – fa un prodotto genuino. «Un tempo ci si dava appuntamento in piazza per mangiare un gelato. Lavorando al business plan per un brand di gelaterie italiane mi sono reso conto che, tra social e videogiochi, oggi il “luogo di aggregazione” è casa e il prodotto industriale sostituisce quello artigianale. Allora ho pensato: portiamo il gelato buono dalla strada a casa» spiega Marcello Muntoni, giovane imprenditore cui si devono l’idea e la realizzazione, insieme a quattro soci.

Nato a Tempio, dopo gli anni di studio e lavoro a Milano (e a Istanbul) ha deciso di tornare sull’isola, per ragioni affettive e imprenditoriali: «La società è nata con i fondi dell’Agenzia nazionale Invitalia, la Sardegna era tra le regioni interessate dagli incentivi per l’occupazione. Ma non è stato semplice: il primo progetto risale al 2009 mentre solo a marzo 2016 siamo riusciti a inaugurare la produzione. Troppo tardi per inserirci nella grande distribuzione nazionale, così siamo partiti dalla Sardegna con 50 punti vendita». Nel 2017 Bolmea è riuscita a conquistarsi la fiducia del gruppo Conad che ha inserito i gelati nei propri banchi vendita prima in Sardegna e poi – visto il riscontro – in altre regioni. Oggi il marchio è presente in diverse catene nazionali e locali anche nel Lazio, Toscana, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Valle d’Aosta, Veneto e Lombardia oltre al canale Horeca, con oltre 1.500 punti vendita.

La capacità produttiva è di 7mila chili al giorno, i risultati incoraggianti: «Abbiamo raddoppiato, di anno in anno, fatturato e distribuzione. E siamo entrati nel circuito Conad senza fee di ingresso: cercavano un gelato come il nostro perché i consumatori chiedono prodotti sani e genuini. Sicuramente il legame con la Sardegna – nota per la bellezza e per l’ambiente incontaminato – ci aiuta: molti clienti sono veri e propri “fan”», racconta Muntoni. Assaggiando il gelato al Caramello salato, mou e croccantino di arachidi – un best-seller tra i sette gusti in cestello insieme a Ricotta e fichi caramellati – si capisce il perché.

Alla base dei gelati Bolmea ci sono attrezzature all’avanguardia, garanzie di sicurezza alimentare ma soprattutto pochi e sani ingredienti, in gran parte sardi: dal latte appena munto (e panna fresca, yogurt e ricotta) all’acqua sorgiva del vicino Monte Limbara, per i sorbetti Fragola, limone e zenzero e Cacao e amarena con granella di amaretto; e poi frutta fresca e secca, miele e altri ingredienti selezionati – come il torrone sardo di Tonara, con un gusto dedicato – senza coloranti, conservanti, grassi idrogenati, aromi artificiali e glutine. Anche nel Bolmetto, cono gelato in tre gusti che ha allargato la gamma Bolmea insieme ai gelati in stecco e a Squeezito (vedi box). Tutte novità last minute causa Covid-19 che ha ritardato l’installazione delle attrezzature acquistate con un investimento di due milioni di euro. Ma le sfide non spaventano Muntoni&co: la prossima è una linea senza zucchero aggiunto, adatta anche ai diabetici.

Squeezito, gelato da spremere

Non è facile innovare sul gelato, al di là dei gusti su cui si può giocare virtualmente all’infinito. Bolmea propone Squeezito, inedito “gelato da spremere”: realizzato con gli stessi ingredienti e canoni qualitativi degli altri prodotti del marchio (nei gusti cioccolato, vaniglia e fragola) è confezionato in “bustine” richiudibili con un apposito tappo/beccuccio. Risolvendo così alcuni annosi problemi: non cola, non sporca le mani, si richiude ed è facilmente trasportabile. Inoltre, dice Muntoni, aiuta a gustarlo alla cremosità ideale: «Di solito il gelato in cestello si consuma troppo duro perché non si ha la pazienza di aspettare qualche minuto. Grazie al beccuccio, Squeezito viene fuori alla giusta consistenza. E se si scioglie troppo si può bere come un frappè».